TRADIZIONI e MISTERI del GIORNO di OGNISANTISANTO 💀 || CRONACHE di ValleSalvaje

Il velo della morte e della memoria cade su Valle Salvaje, mentre antiche tradizioni si scontrano con nuovi enigmi.

L’aria a Valle Salvaje si fa più densa, impregnata di echi del passato e sussurri di un futuro incerto. In questo affascinante angolo di mondo, dove il confine tra la vita e l’aldilà sembra sottile come il drappo di un sudario, il Giorno di Ognissanti non è solo una ricorrenza, ma un portale verso misteri profondi e dinamiche umane complesse. Il nostro amato cronista, Alex, ci guida attraverso le nebbie di questa terra, svelando le celebrazioni perdute e analizzando le ombre che si allungano sui personaggi che tanto amiamo (o temiamo).

“Potrei iniziare a credere che in questa casa vivano solo fantasmi,” esordisce Alex, con quel suo inconfondibile mix di curiosità e profonda immersione nel tessuto narrativo di ValleSalvaje. Un’affermazione che riecheggia le parole del saggio Don Hernando, preveggente di una minaccia incombente, forse incarnata dall’enigmatico Damaso. E proprio a Don Hernando, figura ambigua e carismatica, si rivolge il nostro cronista con un’ammirazione quasi reverenziale: “Don Hernando, un crack, mi dispiace. Quello che è il personaggio, già sappiamo cos’è. È un villain, ma un tipo, un crack. Mi dispiace, sono così, devo dirlo. Sono un fan di Don Hernando.” Questa devozione, sebbene consapevole della natura oscura del personaggio, parla della complessità che la serie riesce a tessere, trasformando i cattivi in figure magnetiche, capaci di affascinare anche i critici più attenti. L’invito diretto all’attore Óscar Rabadán a unirsi al canale non è un semplice omaggio, ma un appello a esplorare ulteriormente le sfumature di un talento che Alex considera “meraviglioso,” capace di dare vita a personaggi che “recitano magnificamente.”


Il Granero, Nuovi Sacrifici e un Passato che Ritorna.

Le scene appena trascorse ci hanno mostrato il nuovo granaio, imponente e scenografico. Eppure, sotto la sua bellezza, Alex intravede presagi funesti: “È balaustrato per cadere lì una quella balconata, lì deve cadere qualcuno. Lì deve cadere qualcuno perché si ci stanno accumulando i posti dove debuttare con delle morti.” Una battuta tagliente che riflette la scarsità di decessi significativi fino ad ora, suggerendo che il dramma è destinato a intensificarsi. Il granaio, con la sua potenziale instabilità, diventa metafora di un equilibrio precario, pronto a crollare sotto il peso di segreti e violenza.

Ma è nella commovente interazione tra Don Hernando e Rafael che Alex trova uno dei momenti più toccanti. La preoccupazione di Don Hernando per Luisa, la sua esaltazione delle sue doti culinarie e conversazionali, “È la migliore cuoca di tutto il paese e aveva un’ottima conversazione,” dipinge un ritratto inaspettato di umanità nel personaggio. Questo scambio, spesso trascurato, rivela le sottili maglie delle relazioni che legano i personaggi, anche in un contesto di potere e manipolazione.


Damaso, un Ritorno da Incubo? E il Mistero di Gaspar.

Poi arriva lui, Damaso, la cui apparizione è accolta con un misto di incredulità e sospetto. Alex lo dipinge come un personaggio “perduto,” “perso nel profondo,” vittima di un colpo che gli ha offuscato la memoria e le priorità. La sua presunta ricerca di Victoria è vista con scetticismo: “Sempre a aspettare e cercherò di credere che la sta prendendo in giro a Victoria perché se è venuto da lei, che male, che male di donne doveva avere.” Il ritorno di Damaso, dopo trent’anni di assenza, solleva interrogativi inquietanti: cosa lo spinge davvero? Cosa nasconde?

Parallelamente, il mistero che circonda Gaspar continua a turbare il “Valle Selvaje.” La sua improvvisa venerazione, il progetto di un busto a lui dedicato, suona quasi come una parodia macabra. Alex, con ironia pungente, lo paragona a Madre Teresa di Calcutta, suggerendo che la trama si sta dirigendo verso territori inaspettatamente comici. Ma il vero interrogativo rimane: chi è il vero padre di Gaspar? Il collage preparato da Alex, con le immagini giovanili del Duca, Alejandro Sigüenza e Domingo, offre spunti di riflessione, evidenziando la somiglianza con il Duca, ma senza escludere altre possibilità. “Penso che quello che più assomiglia è al Duca, se dobbiamo trovargli una somiglianza.” La questione della paternità di Gaspar è diventata un rompicapo centrale, alimentando teorie e discussioni tra gli appassionati.


Il Ricordo dei Caduti: un Mosaico di Perdite e Misteri Irrisolti.

Il Giorno di Ognissanti, dunque, diventa l’occasione perfetta per un solenne commiato ai molti che hanno lasciato Valle Salvaje troppo presto. Alex ripercorre le loro brevi ma intense esistenze:

Don Antonio Gálvez de Aguirre: Il primo a cadere, brutalmente assassinato nell’episodio d’apertura. Un crimine che, nonostante la sua risoluzione apparente, rimane avvolto in un’ombra di mistero, con la promessa che verrà presto svelato.
Don Baristo Salcedo de la Cruz: Un personaggio quasi effimero, apparso per poche scene prima di soccombere agli ordini di Victoria. L’assassinio, orchestrao attraverso un veleno, è “mezzo risolto,” con Adriana che punta il dito contro Victoria e José Luis.
Doña Pilara: La sua morte, per mano di Victoria, è un crimine ormai riconosciuto, anche se la sua piena implicazione potrebbe ancora riservare sorprese.
Don Domingo: Il cugino del Duca, la cui uscita di scena ha segnato un punto di svolta nella gestione della valle, assassinato da Alejo.
Gaspar Salcedo de la Cruz: La sua morte, recentemente rivissuta e analizzata, rimane un punto focale delle indagini.
Don Julio Gálvez de Aguirre: L’ultimo in ordine di tempo, ucciso da Úrsula in un colpo di scena improvviso. La sua rapida “santificazione” dopo la morte è un commento sarcastico sulla percezione e la memoria.


E poi c’è Aya Mala, una figura che incarna la dualità. Morta e poi rinata come “Ayana Buona,” da strega oscura a guida spirituale, la sua resurrezione simboleggia il ciclo di morte e rinascita che permea la valle. La sua trasformazione solleva interrogativi sulla natura del bene e del male, e su come le azioni passate vengano reinterpretate alla luce di nuove verità. Alex non manca di sottolineare l’ironia di questa situazione: “Per questo i crimini non si possono risolvere, perché tutto questo è un cerchio e stando morta la cattiva, la buona è qui.”

Le Antiche Celebrazioni: un Ponte tra Passato e Presente.

L’articolo si addentra poi nelle radici storiche del Giorno di Ognissanti, svelando come questa solennità veniva vissuta nel XVII secolo in Spagna. Lontano dai travestimenti moderni legati ad Halloween, il 31 ottobre era un giorno di digiuno e sobria preparazione, preludio a una grande festa religiosa. Le chiese si adornavano di fiori e drappi scuri, simbolo di lutto e penitenza. Le famiglie si riunivano per pregare, invocando protezione per le anime del purgatorio. Nelle campagne, candele e lampade venivano accese nelle finestre e nei cimiteri, quasi a guidare gli spiriti erranti.


Il 1° novembre, Giorno di Ognissanti, era un momento di profonda spiritualità. Messa solenne, visite ai cimiteri per onorare i defunti, e banchetti con dolci tradizionali come “huesos de santo” e “buñuelos de viento.” Alex immagina queste celebrazioni nel contesto di Valle Salvaje, ipotizzando un’unione tra la casa grande e la casa piccola, considerate vicine nonostante la distanza. La rappresentazione di autosacramentali, drammi religiosi sulla salvezza dell’anima, contribuiva a un’atmosfera di riflessione e comunità.

Il 2 novembre, Giorno dei Morti, approfondiva ulteriormente questo legame con l’aldilà, con messe speciali e collette per le anime dei defunti. Alex dipinge un quadro suggestivo di un paese che sembrava fermarsi, immerso in una malinconia pacifica e una serena rassegnazione.

Un Finale di Speranza e un Invito alla Riflessione.


Conclusasi la disamina storica, Alex torna all’attualità di ValleSalvaje, confessando un certo affanno nel racchiudere così tanti spunti. “Ho tirato un po’ di ironia, ma è quello che c’è.” Questo approccio genuino, questo condividere le proprie reazioni e riflessioni, è ciò che rende il suo lavoro così prezioso per gli spettatori.

E così, dopo aver esplorato le tradizioni del Giorno di Ognissanti e analizzato i misteri che avvolgono ValleSalvaje, Alex ci lascia con un invito caloroso: un incoraggiamento a lasciare un “mi piace,” a commentare, a iscriversi e, soprattutto, a trascorrere un felice Giorno di Ognissanti. Le sue parole finali, cariche di gratitudine per il supporto quotidiano, sono un promemoria del legame profondo che si è creato tra lui, la sua comunità di spettatori e il mondo avvincente e misterioso di ValleSalvaje. Un mondo dove il passato non è mai veramente passato, e ogni giorno porta con sé la promessa di nuove scoperte e, forse, di nuove perdite.