TRADIMENTO ANTICIPAZIONI: Oylum minaccia Mualla, Sezai e Karaman: tutta la verità viene a galla in un turbine di segreti e rivelazioni!

Preparatevi a un vortice di emozioni senza precedenti! L’appuntamento di venerdì 26 settembre con “Tradimento” promette di scuotere le fondamenta di ogni certezza, svelando verità nascoste e mettendo a nudo anime tormentate. Tra accuse di omicidio, intrighi familiari e scoperte sconvolgenti, questa puntata si preannuncia come un vero e proprio snodo narrativo che terrà incollati allo schermo anche gli spettatori più stoici.

La puntata si apre su un quadro di dolore straziante: Seline, reclusa nel suo alloggio carcerario, è completamente annientata dalla notizia terribile del decesso della sorella Serra. La sofferenza la travolge come un’onda anomala, strappandole ogni appiglio alla realtà. Le sue grida disperate echeggiano tra le inferriate, un lamento primordiale di chi ha perso tutto. Le guardie, spaventate da questa esplosione emotiva, sono costrette a un intervento d’urgenza, trasferendola in un centro psichiatrico.

Ma anche nel delirio del dolore, la mente di Seline è acuta, lucida nella sua disperazione. Nel reparto sanitario, con lo sguardo arrossato e la voce rotta dal pianto, Seline respinge con veemenza la spiegazione ufficiale della morte di Serra. Un incidente? Impossibile. È assalita da una convinzione ferrea: sua sorella non è morta in modo tragico e casuale. Con una determinazione che intimorisce persino il personale medico più navigato, Seline giura che scoprirà la verità, ignorando gli scettici.


E poi, la rivelazione che ribalta ogni prospettiva: Serra aspettava un bambino da Tolga. Come può una donna incinta precipitare dalle scale e morire? La domanda, intrisa di dubbio e incredulità, risuona nella stanza. Il medico tenta di placarla, ma Seline è un muro invalicabile. La sua furia si riversa contro Holtan, accusato di aver orchestrato l’assassinio attraverso i suoi fedeli scagnozzi. Il rimpianto di non essere creduta si mescola a un giuramento solenne: troverà le prove per smascherare la verità. Nonostante i possibili errori di Serra, Seline sottolinea con forza che era sua sorella, e non meritava un destino così orribile e brutale.

Nel frattempo, il dramma si sposta altrove, nella biblioteca, dove Tolga insegue disperatamente Oylum, con l’anima in frantumi. Oylum, stupita e turbata dalla sua presenza, gli chiede il motivo del suo arrivo. Con voce tremante, Tolga confessa di esserle debitore e le implora di ascoltarlo, anche solo per un istante. Ma Oylum è ferma: “Sparisci subito!”. Tolga non si arrende, parlando di un terribile fraintendimento e dichiarando di non ricordare nulla di quella giornata con Serra. Oylum lo contesta duramente: come si può dimenticare un episodio simile? E come ha potuto tradire Seline con sua sorella? Tolga, infuriato, le chiede se pensi davvero che l’abbia fatto deliberatamente.

Oylum gli ricorda l’esistenza di un test del DNA che conferma tutto, una prova inconfutabile. Tolga si giustifica, negando di essere un individuo così ignobile. Ammette di aver bevuto troppo quella sera, di non essere stato lucido, e sospetta che Serra abbia messo qualcosa nella sua bevanda per stordirlo. Ma Oylum non gli crede e decide di allontanarsi. A quel punto, Tolga mette in scena una scenata drammatica davanti a tutti i presenti, proclamando il suo amore per lei con una disperazione commovente. Dichiarando che Oylum è l’unica donna che abbia mai adorato, che non c’è mai stata e non ci sarà nessun’altra. Sa di non poter essere perdonato e che non potranno più stare insieme, ma continuerà ad adorarla fino alla morte. Oylum, senza una parola, se ne va piangendo, lasciandolo solo con il suo tormento.


La narrazione si sposta poi su Cadriè, che si prepara a uscire di casa, ancora scossa dalla conversazione inquietante con Nasan. Nasan le aveva chiesto chi fosse il ragazzo nelle foto, e Cadriè aveva rivelato che si trattava di suo figlio Karaman, che non vedeva da tempo immemorabile. La curiosità di Nasan aveva portato Cadriè a diventare diffidente, chiedendole se fosse lì per investigare su di lei e se fosse veramente un magistrato.

Nasan incalza, smentendo la parentela che Cadri crede. Afferma che Karaman è suo cugino, figlio di sua zia, e che Tahir di Kal è suo cognato. Cadriè ribatte, sostenendo che una donna di nome Mualla ha causato gravi difficoltà le cui conseguenze si protraggono da anni. Dichiarando che ora basta, che tutti conosceranno finalmente la realtà. Nasan, incredula, obietta che una cosa del genere non sia possibile, ma Cadriè insiste per essere ascoltata. Racconta che suo figlio le è stato strappato con la forza quando era ancora piccolo. Nasan ammette di non aver mai dubitato che Karaman fosse figlio di sua zia, riconoscendo che sua zia lo ha cresciuto con immenso affetto, facendogli da madre. Cadriè risponde di esserne grata, ma sottolinea di non avere alcun obbligo nei confronti di quella famiglia.

Poco dopo, Cadri incontra Karaman in un albergo e lo saluta con il cuore che batte all’impazzata. Lui, confuso e disorientato, si scusa educatamente e le dice di non riconoscerla, precisando che di solito non dimentica i volti e chiedendo se si fossero già incontrati. A quel punto, lei si presenta come sua madre biologica. Karaman cambia completamente espressione e le chiede perché sia lì. Lei confessa che avrebbe voluto venire molto prima, ma non ha avuto il coraggio. Lui reagisce con rabbia esplosiva, ordinandole di sparire immediatamente. Cadriè implora disperatamente di essere ascoltata, anche solo per un breve momento, chiamandolo figlio con voce spezzata. Karaman, furioso oltre ogni limite, le intima di non chiamarlo mai più così, urlando che non ha una madre come lei in questa esistenza e che per lui non esiste. Cadriè cerca di calmarlo con parole dolci, ma lui continua a chiederle di andarsene con crescente aggressività. Karaman intensifica la sua minaccia dicendole che se la vede ancora davanti a sé, la farà pentire di essere nata. Cadri insiste disperatamente, affermando di essere davvero sua madre e di averlo partorito, ma le guardie dell’albergo la allontanano con la forza, mentre lei continua a gridare la sua realtà.


Nel frattempo, Umit e Yesim entrano nell’ufficio di un nuovo cliente per discutere di lavoro. Quando arriva l’individuo, Umit gli fa alcune domande riguardo alle persone che parteciperanno all’evento. L’individuo risponde in modo bizzarro che ci sarà solamente lui. Umit prosegue chiedendogli che tipo di serata vorrebbe organizzare. Lui risponde che, a prima vista, Yesim non delude le sue aspettative, quindi per lui va bene qualsiasi cosa. Convinto erroneamente che la donna sia una prostituta, questo soggetto cerca di accordarsi per passare la notte con lei. Umit, furioso per l’equivoco degradante, lo affronta con violenza fisica. Durante lo scontro violento, l’individuo estrae una pistola e spara a Umit, colpendolo gravemente all’addome. Yesim, vedendo la scena terrificante, cade nel panico totale, mentre il sangue si espande sui vestiti di Umit.

Cadri parla con Sezai dell’incontro devastante avuto con Karaman. Lui la invita a pensare positivamente, spiegando che il rapporto con suo figlio potrà solo migliorare da quel momento in poi. Nel frattempo, Umit viene dimesso dall’ospedale dopo le cure necessarie. Sta bene e arriva a casa accompagnato da Yesim e Dundar. Arrivano anche Güside e Ozan, che gli chiedono informazioni dettagliate riguardo alla ferita causata dall’aggressione. Güside chiede a Umit se la sofferenza sia svanita e lui risponde di stare bene e di non provare più dolore al momento. Güside interviene chiedendo come sia successo e perché quell’individuo abbia estratto le armi e sparato. Umit fa un cenno discreto a Yesim per evitare che parli, ma lei insiste dicendo che è necessario raccontare tutto, precisando che questo è il secondo episodio di molestie. Ozan chiede di cosa stia parlando esattamente. Yesim rivela che la questione non riguardava il menù del catering, ma si trattava di molestie sessuali. Il cliente l’aveva molestata e non era la prima volta che accadeva una cosa simile. Il primo episodio era avvenuto quando lei era completamente sola, mentre questa volta era presente anche Umit, il quale non ha sopportato la situazione degradante. Gli è andato il sangue al cervello e ha reagito violentemente per difenderla. Dundar e Ozan condannano fermamente il comportamento di quel mascalzone e sperano che Umit gli abbia rotto il naso e la bocca. Umit conferma di averlo fatto senza pietà. Güside chiede al fratello perché non abbia raccontato alla polizia l’intera verità sull’accaduto. Umit spiega di non volere che il nome di Yesim fosse associato a una cosa del genere, ma si rende conto che è necessario raccontare i fatti per come sono realmente accaduti. Güside insiste fermamente sul fatto che si debbano svelare le identità di questi individui pericolosi, altrimenti non sapranno come affrontarli in futuro. Ozan interviene dicendo che devono scoprire i motivi e capire come siano spuntati questi individui all’improvviso. Güside suggerisce che probabilmente c’è una ragione più concreta e che c’è dell’altro sotto questa situazione. Decide di occuparsi personalmente del caso legale. Il fascicolo dovrebbe essere già stato inviato alla procura per le indagini.

Poco dopo, in cucina, Ozan dice a sua madre se non sia il caso che Dundar resti a vivere stabilmente lì. Güside risponde che il fratello vive attualmente con la matrigna, ma forse vorrebbe stare da loro, anche se potrebbe non dirlo perché è un ragazzo molto orgoglioso. Ozan aggiunge di aver passato del tempo con Dundar. Hanno passeggiato e preso aria insieme e gli ha chiesto se avesse soldi o risorse economiche, ma Dundar ha cambiato argomento, lasciando intendere che probabilmente è a corto di denaro. In quel momento arriva Dundar e chiede se può essere d’aiuto con qualcosa. Güside gli dice di portare il tè a tavola mentre si gira e sta per versarne addosso a Yesim. Entrambi si guardano con occhi che tradiscono un’attrazione reciproca, ma Yesim si sente a disagio. Tra loro sembra nascere un’intesa particolare e misteriosa.


Nel frattempo, Tolga giunge da Oltan, che lo affronta con grande fermezza riguardo alle gravi accuse di assassinio che sono state mosse contro di lui in relazione al decesso di Serra. Con un tono di profonda amarezza, Oltan sottolinea che non avrebbe mai la capacità di uccidere una persona, esprimendo il suo profondo dispiacere per l’accusa infamante. Tolga, riconoscendo la sincerità nelle parole di Oltan, si scusa profondamente. I due individui, dopo un istante di tensione palpabile, trovano la forza per riconciliarsi, riaccendendo il legame di rispetto che li unisce.

Poco dopo, Yesim si prepara per partire e dice a Zeynep di chiamare un taxi, notando che si stava comportando come se la sua auto fosse parcheggiata lì, ma in realtà non c’è. Le spiega che hanno portato Umit in ospedale con urgenza e che l’auto piena di sangue è stata mandata a lavare. Zeynep le suggerisce di aspettare Ozan per farsi accompagnare, ma Yesim rifiuta dicendo che anche Oylum è arrivata e che staranno seduti insieme come una famiglia riunita. Dundar la interrompe dicendo che non serve chiamare nessuno perché uscirà e l’accompagnerà lui stesso, dato che deve andare ad Aşil ed è di strada. Yesim si scusa per il disturbo, ma Dundar risponde che non è affatto un disturbo, al contrario è un piacere accompagnarla.

In macchina, Yesim e Dundar iniziano a parlare delle difficoltà che le donne affrontano quotidianamente. Yesim afferma che è complicato essere una donna e che stanno davvero lottando contro tutti in questo mondo dominato dagli individui maschi. Dundar è d’accordo, facendo notare che si incontrano molte creature in giro che si comportano in modo sgradevole solo perché sono maschi. Durante il viaggio, Yesim nota che Dundar ha iniziato a usare un tono più confidenziale. Prima le dava del lei, ma ora non più. Lui le chiede direttamente come va il matrimonio con Tarık. Yesim risponde che la loro relazione è più come una società commerciale. Non sono davvero sposati nel senso pieno del termine. Non c’è affetto vero. Ammette che l’affetto c’era una volta, ma è rimasto sepolto nel passato. Appena arrivata a destinazione, Yesim ringrazia Dundar per il passaggio. Viene accolta dalla figlia Oylum, che le corre incontro e abbraccia calorosamente la madre chiamandola “mammina”. Oylum chiede incuriosita chi sia quell’individuo che l’ha accompagnata. Dundar la saluta educatamente e dice che ha sentito parlare molto di lei. Yesim spiega che Dundar la conosce perché è suo fratello maggiore, proprio come Ozan è fratello di lei. Oylum chiede se Dundar è il figlio della zia giudice. Yesim spiega che la situazione familiare è un po’ complicata, ma Dundar è il figlio di suo padre e della zia Güside. Oylum osserva che Dundar è bello come il fratello Ozan e implora la madre di invitarlo a casa. Dundar accetta l’invito gentilmente, conosce anche Asra ed entra in abitazione.


Tarık arriva a casa di Güside per la cena. Durante il pasto, Tarık chiede perché Dundar non si sia fermato per mangiare con loro. Ozan spiega che Dundar doveva tornare ad Aşil per non fare tardi, il che solleva la questione del perché continui a fare avanti e indietro da Aşil invece di trasferirsi definitivamente a Istanbul. Umit dice sottovoce alla sorella che Sezai se n’è andato via, ma Tarık sembra avere intenzione di tornare a vivere lì stabilmente. Tarık inizia a parlare delle riparazioni necessarie alla casa, ricordando che il maestro Kerim aveva già eseguito dei lavori di falegnameria e potrebbe essere d’aiuto per altri interventi. Güside lo incalza sospettosa, chiedendogli perché stia mostrando tutto questo interesse e attenzione per la sua abitazione. Tarık risponde affettuosamente che anche la sua famiglia vive lì e che questo interesse è del tutto naturale. Tarık rassicura Güside dicendole di non preoccuparsi delle spese economiche, ma Güside sostiene con orgoglio di avere i suoi soldi, di aver sempre guadagnato onestamente e di potersene occupare personalmente. Rivolgendosi ai figli, Tarık ribadisce che non c’è niente di più bello della propria famiglia e rivela di provare un forte senso di benessere quando è con loro. Proprio in quel momento, Sezai arriva inaspettatamente e saluta tutti i presenti. Güside si alza immediatamente e lo interroga, chiedendogli cosa ci faccia lì. Tarık interviene in modo aggressivo, chiedendogli cosa ci faccia in quella abitazione e definendolo un mascalzone senza scrupoli. Sezai replica fermamente che quella è la dimora di sua consorte legittima. Tarık sottolinea che presto divorzieranno ufficialmente e lo invita provocatoriamente ad andarsene immediatamente. Sezai accusa Tarık di non essersi occupato di quella donna per trent’anni interi. Tarık lo definisce maleducato e infuriato, gli ordina di stare zitto e gli chiede di andarsene dalla sua vista. Sezai rifiuta, sostenendo che quella è dimora sua per diritto, e Tarık insiste che l’abitazione è sua e che ha un diritto legale su ogni singola pietra, ribadendo che si sono lasciati definitivamente. Sezai nega categoricamente la separazione fino a quando non riceverà il documento ufficiale di divorzio, riaffermando che quella è dimora sua per legge e dichiarando direttamente a Güside di adorarla profondamente. Aggiunge che non sarà così facile liberarsi di lui. Sezai promette a Güside di raccontarle ogni cosa e di farsi perdonare completamente, ribadendo che non andrà da nessuna parte e affermando di averla adorata più di chiunque altro e di qualsiasi altra cosa. Annuncia di essere molto stanco e che salirà nella sua camera per riposarsi. Prima che Sezai si allontani, Tarık lo insulta chiamandolo farabutto. Güside lo zittisce dicendo di guardare lei e di tacere.

Nel frattempo, mentre Dundar sta mangiando, Oylum inizia a fargli domande personali, gli chiede se sia sposato o fidanzato. Yesim interviene dicendo a Oylum di smettere di importunare Dundar e di non fargli domande private. Dundar, tuttavia, le dice di non preoccuparsi e di lasciarla agire tranquillamente. Risponde sinceramente a Oylum che al momento non ha né una fidanzata né una ragazza, nessuno nella sua vita sentimentale. Proprio in quel momento arriva Tarık e Dundar lo chiama naturalmente “papà”. Tarık va direttamente in bagno e, furioso, dice che il fatto che Dundar lo abbia chiamato papà è il colmo della situazione. Successivamente, Güside entra nella sua camera e Sezai si scusa con lei, chiedendole se non pensi che dovrebbero parlare seriamente. Quando lei risponde che non c’è nulla da dire, prende il cuscino per andare a dormire nella camera degli ospiti, ma lui la esorta ad aspettare un momento. Insiste che anche se lei non deve rispondergli, deve almeno ascoltarlo, osservando che la situazione non può continuare in questo modo. Güside chiude la porta e Sezai la implora di aprire, scusandosi per essere venuto, per averla disturbata e per aver interrotto la sua pace. Promette che d’ora in poi non incrocerà più la sua strada, a meno che non sia lei a volerlo. Ammette che vivere sapendo che lei non si fida di lui e non crede alla sua parola è molto difficile da sopportare. Conclude esprimendo la sua sofferenza interiore e dichiarando di adorarla tanto e che la adorerà fino al suo ultimo respiro, prima di andarsene.

Alla villa di Clay, Celal consegna a Mualla i passaporti necessari per la fuga. Celal conferma di aver raggiunto un accordo segreto con una donna che ha preparato i documenti falsi. Mualla esprime preoccupazione che la complice possa parlare, raccontando in giro che Mualla ha rapito il nipote. Celal rassicura, affermando di aver spiegato chiaramente alla donna cosa succederà se parla e garantisce che non lo farà mai. In quel momento arriva Karaman e sente Ikinur e Osnur parlare della riunione segreta tra Celal e Mualla. Karaman è sorpreso e si interroga sul motivo dell’incontro misterioso. Mentre Mualla e gli altri sono in riunione, Karaman interviene chiedendo il motivo di un incontro così segreto e riservato. Mualla cerca di minimizzare, affermando che Celal è venuto semplicemente per discutere affari. Karaman nota un oggetto sospetto e chiede se quel passaporto riguardi gli affari di Diyarbakır, chiedendo di poterlo esaminare. Mualla si ritrova completamente smascherata quando Karaman esamina il documento e vede che si tratta del passaporto di Jan. Karaman confronta Mualla con la sua deduzione logica: “Prima rapiresti Jan, poi lo porteresti fuori dal paese con questo passaporto falso. Quindi il piano criminale è questo.” Mualla nega disperatamente le accuse. Tuttavia, Karaman rimprovera severamente la zia, ricordandole la sua precedente promessa di non separare il bambino dalla madre. Le ricorda di averle detto chiaramente di non farlo. Mualla implora Karaman di non agire contro di lei, giustificando il suo piano, dicendo che Güside le ha detto che vedrà suo nipote solo nei sogni. Karaman la rassicura che non sentirà nostalgia e che non lasceranno il bambino lì. Conclude la discussione rivelando la sua intenzione: riportare sua moglie e suo figlio in quella dimora, tuttavia lo farà in modo pacifico e non violento.


Il giorno successivo, Sezai incontra Karaman e gli rivela tutta la realtà scioccante sulla sua vera origine biologica. Sezai gli mostra una lettera decisiva e importante. In quelle righe è confermato ufficialmente che la sua vera madre è Cadriè e non Nuran, sorella di Mualla. La rivelazione sconvolge profondamente Karaman, che non immaginava che la zia potesse mentirgli in modo così spudorato per anni. Sezai gli dice di ricordare il giorno in cui gli aveva parlato di una donna che era stata la sua amante. Quella donna è Cadriè ed è sua madre biologica. Karaman resta completamente sconvolto davanti a questa confessione devastante. Soprattutto non sopporta il fatto che Mualla gli abbia sempre nascosto la realtà fondamentale. La prima cosa che compie è andare a casa per affrontare direttamente la zia. Non si risparmia con le parole dure, anche perché non avrebbe mai pensato che Mualla potesse spingersi così lontano nell’inganno.

Quella mattina, Oylum esce di casa, ma sua madre le dice che è costretta a vivere con la scorta per paura che la suocera possa prendere il bambino con la forza. Oylum è stanca di questa situazione opprimente e non si sente libera di compiere neanche una semplice passeggiata. Per questo va direttamente da Mualla per ricattarla. Quando arriva alla villa, la ragazza le mostra un video che ha girato personalmente e che è pronta a pubblicare su internet se la suocera compie un passo falso. Mualla guarda il video in cui Oylum dice tutta la realtà senza filtri: Jan è il figlio biologico di Tolga, non di Beram. Nel video si vede Oylum mostrare chiaramente il test del DNA e affermare che Mualla sapeva tutto perfettamente, ma ha taciuto perché Jan doveva essere il suo erede legittimo. Mualla prova a intimidire Oylum minacciando di compiere del male alla sua famiglia, ma la ragazza si sente forte grazie al suo video compromettente e lascia la villa sapendo di aver messo la donna al suo posto.

Intanto, Karaman si presenta all’improvviso a casa della madre biologica, accantonando completamente gli anni trascorsi lontani da lei. Capisce finalmente che è stata Mualla ad allontanarlo deliberatamente da sua madre e accetta di incontrarla per chiarire tutto. In lacrime, madre e figlio parlano per la prima volta senza filtri in un momento incredibilmente emozionante. Karaman confessa di averla odiata, ma ammette che una parte di lui ha sempre aspettato che lei un giorno venisse ad abbracciarlo. A quel punto, Cadri stringe a sé suo figlio per la prima volta dopo anni infiniti di separazione forzata.


Poco dopo, Karaman arriva a casa di Güside per parlare seriamente con sua moglie Oylum. Lei, sorpresa di vederlo dopo tutto quello che è successo, accetta di sentire ciò che ha da dire. Karaman esprime un profondo rammarico, affermando di essere davvero dispiaciuto e che il suo animo sta soffrendo tremendamente. Confessa il suo pentimento sincero, anche se non è sicuro di cosa possano significare per lei queste parole dopo tutto il dolore causato. Oylum lo osserva in silenzio mentre lui descrive la sua esistenza attuale, completamente segnata dalla solitudine più nera. Le confessa che si sveglia la mattina e non ci sono lei e Jan. Torna a casa e il silenzio è assordante e insopportabile. Ammette che tutto sembra completamente vuoto senza di lei e il piccolo Jan. Le dice che la adora profondamente e riconosce che lei aveva un’esistenza da salvare e proteggere. Oylum gli chiede direttamente se gli è mancato realmente il loro matrimonio. Karaman ammette sinceramente che gli è mancato tutto di lei, ogni singolo momento. Poi rivela tutta la realtà completa sulle sue vere origini, inclusa la scoperta casuale di essere il fratellastro di Beram, un’informazione scioccante che aveva appreso quando era solo un ragazzino innocente. Karaman chiede sinceramente perdono a Oylum per tutto il suo comportamento passato e riesce a convincerla a riprendere il loro matrimonio dal punto esatto in cui si era drammaticamente interrotto.

La puntata di venerdì prossimo si conclude proprio così, con questa speranza di riconciliazione e un nuovo inizio.