TRADIMENTO ANTICIPAZIONI: Öykü scompare nel nulla, Yeşim impazzisce – Tarik l’ha portata via

Un vortice di drammi, segreti e tradimenti scuote le fondamenta delle vite dei nostri protagonisti. Nel cuore di una puntata carica di tensione, Öykü svanisce nel nulla, gettando Yeşim in un baratro di angoscia, mentre Tarik sembra essere l’unica chiave per risolvere questo mistero inquietante. Ma non è tutto: un video sconvolgente, rivelazioni sul passato e decisioni irrevocabili promettono di riscrivere il destino di tutti.

La giornata inizia con un’ombra di terrore per Yeşim. Arrivata a scuola con il cuore in gola, pronta a ritrovare la sua piccola Öykü, si scontra con una realtà agghiacciante. L’insegnante, con voce mesta, le comunica una notizia che la catapulta nell’incubo: Öykü non è più iscritta. Il nome di Tarik risuona come una condanna, l’uomo che l’ha portata via senza una spiegazione, lasciandola sola di fronte a un vuoto assordante. Il panico si impossessa di Yeşim, un terrore viscerale di non rivedere mai più la bambina, di vederla inghiottita da chissà quale oscurità. Il suo volto pallido, lo sguardo perso nel panico, sono il riflesso di un cuore a pezzi.

Nel frattempo, mentre Yeşim è travolta dalla disperazione, Tarik si trova di fronte a una rivelazione che potrebbe cambiare tutto. Un video, consegnatogli come un anatema, svela le confessioni di Necati e Rılgın. Le loro voci, un tempo familiari, ora echeggiano con il peso di inganni, truffe e manipolazioni, confessando ogni misfatto commesso per il vile denaro. Tarik è pietrificato, l’amarezza lo avvolge, incapace di concepire la profondità della malvagità umana quando si tratta di profitto.


Intanto, il mistero sulla paternità si infittisce. Caraman, con la sua perspicacia, porta alla luce un dettaglio cruciale: l’esistenza di un quarto bambino, nato a Esmeli lo stesso giorno di Öykü. Una coincidenza che non lo convince affatto. Caraman sospetta che questo bambino possa essere il vero figlio di Güzide, un’intuizione che la donna sembra aver già sviluppato. Güzide, infatti, ha già scoperto l’identità del ragazzo e ha persino tentato di contattarlo via email, ma senza successo da una settimana. Convinta che il giovane si trovi in America, Güzide è determinata a raggiungerlo.

Tarik coglie al volo questa opportunità, proponendo a Güzide di partire insieme, di intraprendere una ricerca personale. Si offre di organizzare ogni dettaglio, promettendo una visita alla Statua della Libertà per alleggerire la tensione. Ma Güzide, con un tagliente sarcasmo, gli fa gelare il sangue, suggerendo che quella possa essere l’occasione giusta per scaraventarlo giù dalla celebre statua. Un sorriso accennato da Öylum non riesce a dissipare l’aria carica di ostilità. Tarik, nel tentativo di ottenere un briciolo di comprensione, le ricorda il recente tradimento della moglie, ma Güzide è ferma: non vuole giustificazioni né appelli. Lo intima ad andarsene, a vivere il suo dolore altrove.

Sconfitto, Tarik abbassa lo sguardo, chiede scusa, ma Güzide non cede. Il silenzio cala, gelido. Öylum, percependo l’ostilità della madre, si offre di accompagnare Tarik alla porta. Fuori, Tarik si apre con la figlia, confidandole il desiderio di ricomporre la famiglia, di cancellare rancori e ferite. Crede che il viaggio in America possa essere un’opportunità per ritrovare un equilibrio. Ma Öylum, con lucida fermezza, lo blocca: non è il momento, le ferite sono ancora troppo aperte, i rapporti troppo tesi. Tarik trattiene a stento la rabbia, soffocato dalla sensazione di essere sempre giudicato, definito unicamente dai suoi errori.


Dall’altra parte della città, Ipek è in preda al panico. Cammina avanti e indietro, il respiro corto, certa che suo padre, Sezai, abbia scoperto della sua gravidanza e che si trovi da Oltan. Neve cerca di calmarla, ma Ipek è fuori controllo, grida, minaccia, sentendosi minacciata. Il telefono resta muto, esasperandola. Neve le propone di chiamare lei, ma Ipek, con un’astuzia disperata, prende il cellulare dell’amica per contattare Oltan. Neve le ricorda che è bloccata, ma Ipek, determinata, digita il numero. Dall’altra parte, Oltan vede il nome di Ipek apparire sullo schermo. Le sue parole sono dure, spezzate. Caos, rabbia, dolore e senso di colpa lo paralizzano.

Alla villa di Güzide, arriva Yeşim, stanca, con lo sguardo basso. Chiede di entrare e viene accolta da Zainep. Güzide, con un sorriso gentile, la invita a sedersi. Yeşim, con voce esitante, ammette di aver visto la chiamata, ma di aver scelto di affrontare la situazione di persona. Improvvisamente, il campanello suona. Yeşim si irrigidisce, temendo di aver scelto il momento sbagliato. Güzide la rassicura. Entra Dundar, la cui presenza sorprende Yeşim. Güzide accoglie entrambi con un sorriso, mostrando la sua approvazione per la loro relazione. Ma l’equilibrio si spezza quando Dundar si rivolge a Güzide chiamandola “mamma”. Il sorriso di Güzide scompare. Con fermezza risponde: “Non è sua madre.”

La frase colpisce Dundar, ma ancor di più Yeşim, poiché dietro quel rifiuto si cela una verità dolorosa. Dundar confessa di essere stato lui a insistere per la relazione con Yeşim, che lei ha cercato di reprimere i suoi sentimenti, ma che dopo aver scoperto di non essere figlio di Tarik, ha scelto di vivere quella storia, pur tra mille difficoltà. Güzide si irrigidisce, volendo sapere chi gli abbia rivelato questa verità. L’atteggiamento abbattuto di Yeşim non lascia spazio a dubbi: è stata lei. Güzide è sconvolta, nessuno l’ha informata. Dundar si assume la responsabilità, ma Güzide non ci sta. Ricorda a entrambi che la presenza di Yeşim nella loro famiglia era già complicata. Dundar parla di amore, ma Güzide è netta. Si rivolge a Yeşim, dicendole che ha sbagliato, perché è ancora sposata, perché ha messo in discussione la propria dignità e identità. Nonostante tutto, l’ha accolta, l’ha difesa, ma ora c’è Öykü, una bambina innocente al centro di un vortice che rischia di pagare il prezzo più alto. Il silenzio cala nel salotto, carico di dolore.


Nell’appartamento, Ipek dorme sul divano. La porta si apre, entra Oltan. Il suo sguardo è duro, il corpo teso. Al vederlo, Ipek si alza di scatto, cerca di abbracciarlo, ma lui si ritrae, gelido. Le chiede perché non gli abbia detto subito della gravidanza, poi, con amarezza, afferma di sapere il motivo: Ipek temeva che, come con Sara, lui le imponesse l’aborto. Ma ora è troppo tardi, sarebbe un omicidio. Le sue parole sono taglienti. Ipek, tremante, dice che non vuole nulla da lui. Ma Oltan non ascolta: si sposeranno. La decisione è presa. Non lo fa per Ipek, ma per Sezai, per rispetto verso l’uomo a cui ha mancato, per rimediare all’onore causato. Tira fuori un foglio, un contratto prematrimoniale. Oltan pretende la firma: vista la situazione, non ha scelta, ma ha bisogno di tutelarsi. Ipek esita, poi firma senza leggere, gli restituisce il foglio, senza fare domande. Oltan lo riprende, esce, chiudendo la porta. Ipek resta immobile, lo sguardo perso nel vuoto.

La mattina seguente, İlknur si apposta davanti alla villa di Mualla, fingendo un incidente. Haner scende per soccorrerla, preoccupato. Mualla osserva la scena con sguardo gelido, impassibile. İlknur, a terra, supplica di essere ripresa, ma Mualla, con tono duro, le intima di sparire. Poi ordina a Hanser di risalire, hanno altro da fare. Mualla lancia un ultimo sguardo di disprezzo a İlknur e si allontana.

Caraman, nell’appartamento di Kadriye, insiste affinché vada a vivere con lui, per riunire la famiglia. Ma Kadriye esita, teme Mualla e la convivenza. Caraman non vuole aspettare, dice che se Mualla dovesse opporsi, sarà lei ad andarsene. Cadriye, commossa, accetta, chiedendo solo un momento per raccogliere le sue cose. Caraman, guardando vecchie fotografie, evoca un tempo perduto che vuole ricostruire.


Nel frattempo, Yeşim è disperata. Ha cercato in ogni scuola, ma di Öykü nessuna traccia. Poi, finalmente, una conferma: una scuola l’ha iscritta. Yeşim trattiene il fiato, chiede di vederla, vuole rimediare, riabbracciarla. L’impiegata concede l’incontro. Yeşim ringrazia, commossa, e corre via, il volto provato ma pieno di urgenza.

Nella clinica, Celine partecipa alla sua prima seduta di gruppo. Silenziosa, lo sguardo spento, racconta una storia sconvolgente: matrimonio con un uomo ancora legato all’ex, un aborto che le ha tolto la possibilità di essere madre, una neonata adottata morta la prima sera, la depressione, il ricovero, e infine, il tradimento del marito con sua sorella, che rimane incinta. Celine confessa di aver tentato di uccidere il marito, ma a salvarlo è il rene della sua ex fidanzata, morta nel frattempo. Racconta il tutto con un sorriso inquietante, distaccata, quasi serena.

Dopo aver finito di parlare, si dirige verso la guardia, ma un’infermiera la ferma: ha una visita. Ad attenderla c’è Azra, che le comunica che, grazie all’intervento dello zio, ha ottenuto il permesso. Ha qualcosa di importante da dirle. Seline è disinteressata, ma Azra insiste: Ipek è incinta e il padre del bambino è Oltan. Seline impazzisce, reagisce con violenza, colpisce Azra, urlando. Azra, irritata, le svela la verità sconvolgente: è stata Ipek ad uccidere Sara. Seline è scioccata, la rabbia lascia spazio al terrore. Chiede conferma, ma Azra, offesa, se ne va. Seline resta sola, urlando, scalciando, perdendo il controllo. Azra esce, lasciandosi alle spalle un uragano di disperazione.


La rete di inganni e segreti si dipana, portando i nostri personaggi sull’orlo del precipizio. Cosa succederà ora? Chi riuscirà a sopravvivere a questo turbine di emozioni e rivelazioni?