Sueños de Libertad: Capitolo 440 (Andrés scopre la verità dietro l’ascesa di Gabriel 🔥🔥)

L’intreccio si infittisce nel capitolo 440 di “Sueños de Libertad”, dove rivelazioni sorprendenti e confronti tesi scuotono le fondamenta dell’azienda e le relazioni personali dei protagonisti.

Il capitolo 440 di “Sueños de Libertad” si apre con un’aura di silenziosa ma palpabile tensione. Nell’ufficio di Chloé, il suono ovattato di una conversazione telefonica rompe la quiete, mentre lei, con lo sguardo fisso e le mani strette al cellulare, si confronta con un interlocutore che promette di alterare gli equilibri di potere. Il signor Brosard ascolta attentamente mentre Chloé comunica una notizia destinata a fare scalpore: la Dottoressa Borrela ha rifiutato categoricamente di vendere la formula.

“Ho cercato di essere molto chiara con lei, signor Brosard, ma non mi ha lasciato alternative,” dichiara Chloé con una fermezza che tradisce una profonda frustrazione. “Non si tratta di denaro. Per lei è una questione di principi, o come ha detto lei stessa, di onore. La signora Borrel è legata in matrimonio a un merino e quel legame ha per lei un valore inestimabile, molto più di qualsiasi cifra che potremmo mettere sul tavolo.”


La pausa che segue è carica di significati non detti. Chloé annuisce, accogliendo la risposta del suo interlocutore con un misto di rassegnazione e comprensione. “Comprendo perfettamente la sua posizione,” conclude, prima di terminare la chiamata con un sospiro prolungato. La montagna di documenti sulla sua scrivania sembra quasi schiacciarla, un monumento tangibile al peso delle decisioni e ai vicoli ciechi in cui si ritrova.

È in questo momento di vulnerabilità che la porta del suo ufficio viene scossa da colpi decisi e insistenti. Andrés irrompe sulla scena, il suo volto serio e lo sguardo determinato. Chloé, visibilmente sorpresa, cerca di ricomporsi rapidamente. “Oh, signor Andrés,” esclama, forzando un tono gentile che non riesce a raggiungere i suoi occhi. “Non mi aspettavo la sua visita. Prego, si accomodi. Desidera un croissant?”

Andrés, tuttavia, non è qui per formalità. “No, grazie,” dichiara in modo tagliente, tagliando corto ogni tentativo di cordialità. “Sono venuto per parlare di un affare importante e preferisco andare dritto al punto.” Chloé, percependo l’urgenza, lo invita a sedersi. “Allora, dica pure. Sono tutta orecchi.”


La conversazione prende una piega inaspettata quando Andrés rivela il vero motivo della sua visita: vuole chiarire alcuni dettagli riguardanti suo cugino, Gabriel. “Mi piacerebbe sapere se lei era già a conoscenza del fatto che Gabriel sarebbe stato nominato nuovo direttore dell’azienda prima che ci fosse comunicato ufficialmente a tutti,” domanda, l’ansia traspare nella sua voce.

La risposta di Chloé è immediata e inequivocabile. “No, non avevo la più remota idea che lui fosse il candidato prescelto. Anzi, io stessa stavo considerando altre possibilità, ma a quanto pare a Parigi si sono mossi più in fretta. È stato il signor Anton Brosard a prendere la decisione finale che dovesse essere Gabriel. E, a esserle sincera, inizio a comprenderne le motivazioni.”

Andrés la osserva attentamente, cercando di decifrare ogni sfumatura. “Quindi lei concorda con il criterio del suo capo?” Chloé, dopo una breve riflessione, risponde con una calma studiata: “Diciamo che il signor Gabriel possiede il profilo di dirigente che il signor Brosard tende a valutare molto positivamente.”


“E quale sarebbe esattamente questo profilo?” incalza Andrés, il cui interesse è ora più che evidente. Chloé lo fissa con una serenità quasi sfidante. “Suo cugino è un avvocato, ha una naturale abilità nelle negoziazioni, è una persona persuasiva, molto disciplinata e, cosa più importante, sa sempre come mantenere la calma e il controllo. E il dettaglio più cruciale di tutti,” aggiunge con una nota di ironia, “è che è un uomo.”

Andrés si incrocia le braccia, elaborando la rivelazione. “Ma lei occupa anche una posizione dirigenziale, non è così?” chiede. “Dipende direttamente da lui.” Chloé replica con freddezza professionale: “Sì, ma il mio ruolo è molto diverso. Sono un’auditor e la mia capacità decisionale è piuttosto limitata. Non sono io a definire la direzione che l’azienda deve prendere.”

Un sospiro di frustrazione sfugge dalle labbra di Andrés. Deluso dalla mancanza di risposte concrete, Chloé, non ignara del suo disagio, aggiunge con un tono più comprensivo: “Suppongo che a lei sarebbe piaciuto che sua sorella Marta fosse la nuova direttrice.”


“Senza alcun dubbio,” conferma Andrés. “Il suo lavoro alla guida della fabbrica parla da sé, possiede l’esperienza necessaria e si è guadagnata il rispetto di tutti. Questo le conferisce un grande vantaggio su Gabriel.” Un sorriso appena percettibile affiora sulle labbra di Chloé. “Se vuole che le sia sincera, per me era anche la candidata perfetta, ma il signor Brosard non la vedeva allo stesso modo. Ha ignorato le mie raccomandazioni e alla fine si è orientato su Gabriel. Qualcosa di molto impattante deve essere accaduto in quelle riunioni a Parigi per lasciarli così colpiti. In ogni caso, spero di aver risolto i suoi dubbi.”

Andrés si alza con un gesto educato. “Sì, è stata di grande aiuto. La ringrazio per il suo tempo.” Proprio prima che se ne vada, Chloé aggiunge qualcosa, questa volta con una sfumatura più personale. “E se può esserle d’aiuto, sono convinta che il signor Brosard avrebbe avuto un’opinione molto diversa e positiva di Marta se avesse avuto l’opportunità di conoscerla di persona. Ha un talento innato, una grande intuizione per il mondo degli affari e un’autorità che le è naturale. Anzi, sto valutando la possibilità di iniziare a collaborare più strettamente con lei. Lei cosa ne pensa, Andrés?”

Un po’ spiazzato dal cambio di direzione della conversazione, Andrés sorride leggermente. “Sarebbe una decisione molto intelligente da parte sua. Cosa posso dirle io? Dopotutto è mia sorella.” Fa una breve pausa prima di congedarsi e aggiunge: “A proposito, un’ultima domanda. Il signor Brosard prende decisioni così importanti in modo così precipitoso? Mi sembra davvero strano che dopo appena un paio di giorni di incontri a Parigi con mio cugino Gabriel, abbia deciso di mettere l’intera azienda nelle sue mani.”


Chloé, mantenendo la sua incrollabile compostezza, risponde: “Il signor Brosard è un uomo che confida pienamente nelle sue prime impressioni. Possiede un’intuizione molto speciale e di solito non si sbaglia.” Andrés annuisce, sebbene il suo sguardo tradisca il fatto che il dubbio rimane radicato nella sua mente. “Capisco. Beh, ci vediamo,” dice infine prima di uscire e chiudere la porta.

Rimasta sola, Chloé si perde nei pensieri, la conversazione che risuona nella sua testa. Nel frattempo, altrove, Marta rientra a casa, il volto un ritratto vivente di indignazione dopo una lunga giornata in fabbrica. Le nuove direttive sull’abbigliamento delle dipendenti, promosse da Chloé, la fanno infuriare. Sente che è un tentativo di imporre un’immagine che contrasta frontalmente con l’identità e la storia dell’azienda.

“Avresti dovuto sentirla, Pelayo,” esclama Marta, sfogando la sua frustrazione. “Parlava di freschezza, di modernità, mi ha fatto lezioni su cosa significhi essere una donna liberata e tutto, ovviamente, con quel sorriso perfetto e quel tono condiscendente che mi fa uscire dai gangheri. Anche se in fondo tutti sappiamo che è una marionetta che segue ciecamente la tirannia di Brosard, ma ti assicuro che non le permetterò di manipolarmi. Né lei, né lui, né nessuno.”


Pelayo ascolta con infinita pazienza e un pizzico di tenerezza nello sguardo. “Che carattere forte hai!” dice, ridendo dolcemente. Marta, ancora più arrabbiata, replica: “E a te fa ridere? Credi forse che non sia capace di tenere testa a quella francese, o mezzo francese, o qualunque cosa sia? Non permetterò a una appena arrivata di dirci come dobbiamo vestirci o come dobbiamo gestire la nostra fabbrica.”

Pelayo, assumendo un tono più serio, le risponde: “No, Marta, non mi sembra affatto divertente. Quello che sta succedendo non ha nulla di divertente. È molto deplorevole che Brosard e i suoi cerchino di eliminare la vostra essenza, quell’identità che con tanta fatica avete forgiato. Ma lascia che ti dica una cosa: tu e Chloé vi assomigliate molto più di quanto pensi.”

Marta lo guarda, un misto di stupore e irritazione negli occhi. “Scusa, in cosa saremmo censite? Nella nostra arroganza, nella nostra totale mancanza di empatia,” spiega Pelayo con calma. “Nella vostra forza, in quella capacità che entrambe avete di farvi valere in un mondo che non sempre è disposto ad ascoltarvi. Anche Chloé ha dovuto aprirsi la strada e lottare molto per arrivare dove è. Ha dovuto guadagnarsi il rispetto in un ambiente tradizionalmente dominato dagli uomini.”


Marta, abbassando un po’ la voce, risponde: “Io ho sempre saputo impormi, sì, ma l’ho fatto per difendere l’eredità della mia famiglia.” Pelayo la guarda con affetto e le chiede: “E non hai mai dovuto accettare decisioni di tuo padre con cui non eri per nulla d’accordo?” Lei tace per qualche secondo prima di rispondere: “Non abbiamo idea se Chloé sia d’accordo o meno con le decisioni che prende Brosard.”

“Esattamente,” annuisce Pelayo. “È a questo che mi riferisco. Ma se invece di affrontarla a mano di ferro, provassi a usare un guanto di seta, forse potresti farle capire la tua prospettiva. Non si tratta di arrendersi, Marta. Si tratta di essere intelligenti e sapere quando è il momento di negoziare.”

Marta, incredula, mormora: “Ne dubito moltissimo, Pelayo. È praticamente impossibile che io veda il mondo con i suoi occhi.” Lui sospira con un tono conciliatore. “Una cosa è chiara, Marta: siete condannate a capirvi. Se ti scontrerai direttamente con lei, tutto diventerà molto più difficile. A volte bisogna saper cedere sulle piccole cose per non perdere ciò che è veramente importante.”


Marta rimane in silenzio. Il suo volto, sebbene indurito dalla tensione, non può nascondere il misto di orgoglio, stanchezza e frustrazione che la consuma interiormente. E, sebbene non lo ammetterebbe mai ad alta voce, le parole di Pelayo sono riuscite a seminare un germe di dubbio nel suo animo. La relazione tra Chloé e Marta sembra destinata a una resa dei conti ormai inevitabile. Una silenziosa guerra di potere tra due donne dal carattere forte che, senza esserne consapevoli, condividono molte più similitudini di quanto potrebbero mai immaginare.