Sogni di Libertà – Capitolo 442: Begoña Rischia Tutto: Amore, Segreto e la Tempesta nella Cappella 🔥🔥
L’aria è carica di tensione, i cuori battono all’impazzata e le anime sono sull’orlo di un precipizio. Il capitolo 442 di “Sogni di Libertà” non è solo un episodio, è una sinfonia drammatica di passioni travolgenti, segreti incandescenti e decisioni che cambieranno il corso delle vite per sempre. Preparatevi, perché stiamo per immergerci nel vortice emotivo che ha travolto i nostri amati personaggi, svelandone le motivazioni più profonde e annunciando una tempesta che è ormai inarrestabile.
Atto Primo: Nuovi Inizi e Ferite Antiche
La tela si apre in un luogo che profuma di speranza, ma anche di aspre difficoltà. Luis varca la soglia del modesto, quasi spartano, ufficio del fratello Joaquín. E chi può negarlo, l’ambiente è umile, persino commiserevole. Eppure, è proprio in questo scenario che assistiamo a una trasformazione radicale in Luis. L’ombra del giudizio scompare, lasciando spazio a un cuore aperto e sincero. È venuto a chiedere perdono per la sua reazione quando Joaquín decise di abbandonare le “Profumerie della Regina”. Luis ora comprende: Joaquín non cercava ricchezza o potere, ma la libertà di forgiare il proprio destino, di respirare un’aria pura, lontana dall’opprimente dominio dei nuovi padroni francesi.
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Joaquín, pur cercando di nascondere la sua preoccupazione dietro una facciata di ironia – affermando quasi di dover ringraziare i francesi per averlo licenziato – tradisce con lo sguardo l’incertezza che lo attanaglia. È in questo momento di fragilità che il legame di sangue si rivela più indissolubile che mai. Luis, commosso, definisce il fratello un valoroso e gli offre la sua parte del ricavato dalla vendita di alcune terre. Un gesto che testimonia come, nonostante la frattura nel nucleo familiare, l’affetto tra i fratelli rimanga intatto. Ma l’orgoglio di Joaquín, pari solo alla grandezza del suo cuore, lo porta a rifiutare, consigliando a Luis di tenere i soldi per sé, poiché il futuro è incerto. Un’eccezione, però: ha accettato il denaro della madre, la degna Digna. Ed ecco, come invocata, Digna appare, portando con sé un pranzo al sacco. Un gesto materno che ci ricorda quanto sia arduo ricominciare da zero. Luis si congeda, tornando alla fabbrica, lasciando il fratello a inaugurare la sua nuova avventura, mentre lui ritorna a una realtà sempre più surreale.
Dall’umile ufficio, ci spostiamo alla fabbrica, teatro di una vera e propria battaglia culturale. Gaspar, il cameriere, intrattiene una conversazione con Don Agustín, il parroco del villaggio. Con curiosità, Gaspar indaga sulla reazione del sacerdote ai nuovi proprietari francesi. Don Agustín non trattiene il suo disappunto: licenziamenti, certo, ma ciò che lo turba profondamente è la moralità dei nuovi arrivati. Li etichetta come “libertini”, temendo l’introduzione di costumi ritenuti peccaminosi. Gaspar, più mondano, cerca di minimizzare, suggerendo che Parigi non sia la fine del mondo. Ma il sacerdote ha già individuato il suo bersaglio. Inizia a criticare aspramente l’abbigliamento di una delle nuove dirigenti, che cerca di identificare come “Clotil de Bua”. Le sue parole sono taglienti e infamanti: “indecoroso” per descrivere i suoi vestiti, insinuando che distragga gli uomini dal loro lavoro. Gaspar, intuendo il pericolo, tenta di metterlo in guardia sul potere della donna, ma Don Agustín, sordo ai consigli, prosegue nel suo discorso misogino, concludendo che la donna non sembri affatto una dirigente. E proprio in quel momento, come in un film, lei appare. Clotilde de Dub Boys si presenta con una sicurezza disarmante. Ha sentito tutto. Con una calma glaciale, chiede a Don Agustín di terminare la sua “interessante” frase. Il sacerdote, lungi dall’arretrare, si fa audace, definisce il suo commento una “critica costruttiva” e dichiara senza mezzi termini che il suo abbigliamento non è appropriato per una fabbrica spagnola. Cerca il sostegno di Gaspar, ma quest’ultimo, con astuzia, si defila, definendosi un semplice cameriere che “vede, sente e tace”. Clotilde lancia una frecciata a Don Agustín, suggerendogli di imparare dal cameriere e ricordandogli che in Francia i preti esprimono la loro opinione solo su richiesta. Non è più una questione di abiti, ma uno scontro frontale tra la Spagna conservatrice e la Francia moderna.
Nel frattempo, nella sua nuova officina, Joaquín affronta il suo primo grande ostacolo: la burocrazia. Si lamenta con Digna dell’incredibile quantità di carte e permessi necessari per avviare la sua attività. Digna, senza esitazione, si offre di aiutarlo, ricordandogli il suo precedente supporto al padre e a Damián nella fondazione della profumeria. Questo dettaglio è cruciale: Digna non è solo una casalinga, possiede esperienza e competenza. Ma l’orgoglio di Joaquín ancora una volta prevale. Le dice che non può pagarle uno stipendio, che dovrà cavarsela da solo, anche lavorando giorno e notte. Il cuore di Digna si spezza. Il denaro non le importa; ciò di cui ha bisogno è sentirsi utile, avere uno scopo. Joaquín insiste, affermando di aver già fatto abbastanza per lei con il denaro. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso per Digna. Con gli occhi pieni di lacrime, chiede a Joaquín se anche lui la respingerà, se la metterà da parte come tutti gli altri. Vuole solo aiutare suo figlio. L’emozione della madre infrange le barriere di Joaquín. Cede e la assume, ma con una condizione scherzosa: dovrà lavorare con calma, altrimenti la licenzierà. L’accordo viene siglato con un abbraccio, e l’atmosfera si riempie di calore mentre condividono il pranzo preparato da Digna.

Ma in fabbrica, la guerra non è finita. Don Agustín ritorna all’attacco contro Clotilde. Le rinfaccia che la Spagna è un paese cattolico, come se ciò gli conferisse il diritto di intromettersi. Lei risponde con una fermezza incrollabile: i nuovi proprietari credono che chiesa e affari debbano essere separati. E poi arriva il colpo di grazia: la direzione di Parigi si sta chiedendo perché sia necessaria una cappella e un prete stipendiato in fabbrica. Don Agustín, vedendo il suo ruolo minacciato, tenta un’ultima disperata mossa, affermando che tutte le anime necessitano di una guida, persino la sua. Ma Clotilde chiude la conversazione con un secco “Non dirò amen”. Ha vinto la battaglia, per ora.
Atto Secondo: Un Matrimonio Contro il Tempo e Segreti sul Punto di Esplodere
La trama subisce un’accelerazione drammatica, focalizzandosi sul dramma più grande del capitolo. Vediamo Gabriel parlare con Don Agustín, probabilmente architettando qualcosa in vista del suo imminente matrimonio. Ma la vera tempesta si sta preparando nel dispensario. Lì troviamo Luz, furiosa. Racconta a Begoña come alcuni investitori le abbiano trattate con assoluto disprezzo, prima in quanto donne e poi, vista la potenzialità della loro crema, abbiano tentato di rubare la formula per pochi spiccioli. Luz, sempre pragmatica, propone una soluzione audace: che Luis le accompagni alla prossima riunione. Crede che la presenza di un uomo le farà prendere più sul serio dagli investitori. Ma Begoña rifiuta categoricamente. Afferma che sarebbe come dar ragione a quegli idioti maschilisti. Luis, presente e avendo udito tutto, interviene prontamente per chiarire che non agirebbe da “gallo protettore”, ma come ciò che è: un profumiere. Propone un’idea sorprendente: aggiungere una fragranza alla crema per renderla ancora più speciale. Una soluzione professionale, non una questione di genere.

Begoña sembra ponderare la proposta, ma prima che possa rispondere, sgancia la bomba del secolo: annuncia il suo matrimonio con Gabriel. Ma non il mese prossimo, come tutti credevano, bensì… oggi stesso! Sa che suona folle, ma per lei è vitale. Chiede a Luz, con occhi imploranti, di essere il suo testimone. Luz è incredula e cerca di farle cambiare idea, chiedendole di aspettare almeno qualche giorno. Ma Begoña è irremovibile, quasi con una determinazione che incute timore. Afferma di essere stanca di aspettare, stanca di preoccuparsi di ciò che diranno gli altri. Ha già organizzato tutto: ha fatto in modo che la piccola Julia fosse prelevata e portata direttamente a una cappella a Toledo. Dice anche che Gabriel è riuscito a convincere Don Agustín. Begoña supplica Luz, dicendole che l’ha scelta non per la fretta, ma perché la considera la sorella che non ha mai avuto. Di fronte a una confessione così profonda, Luz non può rifiutare e accetta. Ma Begoña ha un’ulteriore richiesta. Si gira verso Luis e gli chiede di essere il testimone di Gabriel. La richiesta è come una pugnalata per lui. Il silenzio si fa eterno. Il dolore si legge sul suo volto. Alla fine, dice di no. Non può farlo ad Andrés. Ammette che tra loro sono successe troppe cose. Il suo rifiuto parla da sé. Il ricordo di Andrés pesa come un macigno. Begoña sembra triste, ma in fondo, come se se lo aspettasse, dice di capirlo. Luis augura loro fortuna e se ne va, lasciando Begoña e Luz in un’atmosfera densa di tensione.
Nel frattempo, Manuela, la fedele impiegata, ha la sua missione: salvare Damián. Va a trovare Digna, che trova intenta a cucinare. Manuela, angosciata, le racconta che Don Damián è distrutto da quando i francesi hanno preso il controllo. Afferma che è insopportabile e che la nipote Julia è spaventata. La paura di Manuela non è che Damián faccia del male a qualcuno, ma che si lasci morire, che si abbandoni completamente. Confessa che la notte precedente l’ha visto in uno stato di profondo panico, non riconoscendo più l’uomo forte e combattivo che è sempre stato. Digna, legata a Damián da una storia lunga e complessa, si mostra inizialmente distante, ma Manuela insiste, convinta che Digna sia l’unica persona in grado di raggiungerlo. Manuela spiega che Damián è troppo orgoglioso per chiedere aiuto a nessuno. Supplica Digna: se rimane ancora qualcosa di ciò che un tempo c’era tra loro, che tenti di tirare fuori Damián da quel pozzo oscuro in cui si è gettato. La sincerità di Manuela è tale che Digna non può rifiutarsi. Accetta di provarci.
Gabriel, dopo il rifiuto di Luis, ha bisogno urgentemente di un altro testimone. Si rivolge al suo amico Tacio, chiedendogli un grande favore e gli svela la notizia: si sposa quel pomeriggio alle cinque. Tacio impallidisce. Gabriel spiega che l’idea era di sposarsi il mese prossimo, ma che la notte precedente Begoña ha avuto uno slancio e ha deciso che doveva essere subito. Ammette che è una pazzia, ma che non è stato capace di dirle di no. Racconta anche che non hanno avvisato la famiglia, desiderando un evento intimo per evitare spiegazioni, e chiede a Tacio di essere il suo testimone. Tacio esita, sapendo che non invitare Damián e gli altri fratelli lo metterà in una situazione imbarazzante. Gabriel, vedendo il suo vacillare, gioca la sua carta più importante. Afferma che lui e Tacio sono un po’ come degli estranei entrati in quella famiglia, e poi confessa la vera ragione di tanta fretta: Begoña aspetta un figlio suo. Ecco il tassello mancante del puzzle. Tacio comprende l’urgenza e si congratula con un abbraccio. Gabriel aggiunge che Damián e Marta sanno già della gravidanza e sono entusiasti. Un dettaglio che suona un po’ strano. Sono davvero entusiasti o semplicemente lo accettano? Continua dicendo che proprio per questo Begoña desidera un matrimonio discreto. Sottolinea che, oltre a Begoña, Tacio è la persona a lui più vicina in quel luogo. Convinto dalla verità e dall’affetto che nutre per lui, Tacio accetta.
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Atto Terzo: Alleanze Inaspettate e Fantasmi del Passato
Il capitolo continua a tessere alleanze sorprendenti. Clotilde incontra Maripaz, la nuova ragazza che lavora all’asilo della fabbrica. Maripaz è sul punto di arrendersi al suo secondo giorno, sentendosi sopraffatta, credendo di non essere all’altezza. Ma Clotilde, invece di rimproverarla, mostra un lato inedito. La rassicura, raccontandole che lei stessa tremava come una foglia quando ha iniziato a trattare con clienti importanti. Le assicura la sua fiducia, sapendo che è la persona ideale per quel ruolo. Tuttavia, appena Maripaz si allontana, appare Carmen e l’atteggiamento di Clotilde cambia radicalmente. Carmen critica Maripaz, definendola una debole per aver abbandonato così presto il suo posto. Clotilde difende la ragazza, affermando che il lavoro è più difficile di quanto sembri, ma a Carmen, donna concreta, le scuse non valgono. Sostiene che se Maripaz non è in grado, ne assumano un’altra. Si prende gioco di lei, dicendo che si “annega in un bicchiere d’acqua”. Ed è allora che Carmen rivela qualcosa di incredibile: chiede a Clotilde perché si preoccupi così tanto, se è lei stessa a pagare l’asilo di tasca sua. Si scopre che la fredda e rigida manager francese è, in segreto, una donna generosa che si prende cura dei suoi dipendenti.
Anche Joaquín riceve una visita che gli allieta la giornata. Gema, sua moglie, appare nel suo nuovo ufficio. Lui, con orgoglio, le presenta la sua prima impiegata: sua madre, Digna. Le racconta anche che Luis è venuto a chiedergli perdono e a offrirgli aiuto. Gema sorride felice nel vedere la sua famiglia riunita. Porta due regali: una foto di famiglia per non farlo sentire solo e un disegno del figlio Teo da usare come logo per la sua nuova impresa. Joaquín si commuove così tanto da abbracciare Gema, dicendole che è il giorno più felice della sua vita. Ma Gema lo corregge con un sorriso: è il giorno più felice della vita di tutti e tre. Un’altra alleanza inaspettata si forma.

Clotilde va a parlare con Marta e le chiede scusa per essere stata così dura il giorno precedente riguardo alla questione delle uniformi. Riconosce di essersi sbagliata e che Marta le ha fatto cambiare idea. Racconta del suo scontro con Don Agustín. Clotilde le narra come il prete abbia tentato di umiliarla per il suo abbigliamento. Marta, che sa bene come vanno le cose, sorride e pronuncia la celebre frase: “Con la chiesa abbiamo topato”. Le spiega che Don Agustín è fatto così, che cercherà sempre una scusa per criticare. Poi, aprendo gli occhi, le dice che per un momento si è messa nei panni delle commesse e ha capito che non vuole che debbano sopportare nessun Don Agustín di turno. Ha finalmente compreso ciò che Marta cercava di spiegarle, e quindi ha deciso che sì, cambieranno le uniformi. Marta, sollevata e contenta che finalmente qualcuno la capisca, concorda sul fatto che sarà un miglioramento. Queste due donne, così diverse, appartenenti a generazioni e paesi differenti, hanno trovato un obiettivo comune e si sono unite.
Torniamo da Damián. Digna ha mantenuto la promessa ed è andata a trovarlo. Lo trova accartocciato sul divano. All’inizio, Damián si mostra freddo, pensando che sia venuta a prendere Julia. Afferma con amarezza di non avere più alcun ruolo, né in fabbrica né in casa sua. Ma Digna non è venuta per blandirlo, è venuta per combattere. Tira fuori una scacchiera e la piazza sul tavolo. Damián dice di non essere dell’umore giusto per giocare. Digna, con la sua solita determinazione, gli dice che farebbe meglio a concentrarsi se non vuole che lei lo batta in cinque mosse, e poi inizia un discorso pieno di forza. Gli ricorda quanto le loro famiglie abbiano lottato per costruire la profumeria dal nulla, tutto il sudore e le lacrime investiti. Gli chiede se davvero intende arrendersi ora. Damián, disperato, dice che è troppo tardi, che ha letto il contratto e che i francesi hanno tutto ben legato, che vinceranno sempre. Afferma di essere venduto. Ma Digna non si arrende. Gli dice che anche lui è un combattente, un lupo astuto come il capo francese Antoan Brosar. Lo esige di lottare come ha sempre fatto nella sua vita. Damián, distrutto, dice di non avere più forze. Digna chiede dove sia l’uomo che conosceva, quello che non si dava mai per vinto. Lo supplica di farlo, se non per sé, per le centinaia di lavoratori che gli sono sempre stati accanto. Gli dice che deve rendere la vita impossibile ai francesi, dimostrare ai suoi dipendenti che non li ha abbandonati. Lo assicura che la forza della sua gente gli darà la forza di continuare e proteggere ciò che lui e il suo defunto marito, Gerbacio, hanno costruito. Damián continua a scuotere la testa. Dice che stanno cambiando tutto, il nome, l’immagine, persino la qualità dei profumi. Digna lancia il suo ultimo, potente argomento: potranno cambiare tutto, ma non potranno mai cambiare l’anima delle “Profumerie della Regina”. E quell’anima, dice, è lui, Damián. Ma Damián è ormai morto dentro. Afferma di aver perso tutto ciò che gli importava, non solo l’azienda. Si arrende. Le dice di lasciare che le cose seguano il loro corso. Digna guarda la scacchiera e pronuncia una frase che riassume tutto: “Non si può continuare a giocare questa partita se uno dei giocatori non vuole giocare.” Non la partita a scacchi, ma il suo tentativo di salvare l’uomo che un tempo amava.
Atto Quarto: La Tempesta si Scatena

La storia ci riporta alla fabbrica, dove Begoña deve affrontare la piccola Julia. La bambina non capisce perché sia stata prelevata da scuola e portata lì. Begoña, con estrema delicatezza, le racconta che si sposerà tra poco. Julia, con la sua innocenza, ricorda che il piano era per il mese prossimo e chiede della famiglia. Begoña mente senza battere ciglio: dice che vogliono fare una sorpresa, che sarà una cerimonia molto intima, solo lei, Gabriel, i testimoni e, naturalmente, Julia. La bambina protesta: una cerimonia senza invitati, senza fiori. Begoña usa la sua arma segreta: le dice che per un matrimonio serve solo l’amore e che lei ha bisogno di sposarsi oggi. Le racconta di aver scelto una cappella chiamata “Santa Luz” in suo onore e le fornisce la motivazione definitiva: non appena si saranno sposati, il giorno successivo potranno iniziare le pratiche per adottarla legalmente. Finalmente saranno una famiglia di tre. Julia sorride e la corregge: “Vuoi dire di quattro?”, accettando con entusiasmo il bambino in arrivo. Begoña ha vinto. È riuscita a far vedere a Julia il matrimonio come qualcosa di positivo per lei.
Sulla porta della cappella, Don Agustín sta rimproverando Gabriel per aver saltato tutte le norme e i corsi prematrimoniali. Si calma solo quando Gabriel gli parla di fare una generosa donazione alla chiesa. Hanno raggiunto un accordo non detto: Don Agustín chiuderà un occhio in cambio di denaro e della promessa che Gabriel parli bene di lui ai suoi nuovi capi atei.
Nel frattempo, Luis, incapace di sopportare il peso del segreto, si reca a casa di Andrés. Appare distrutto, come sull’orlo di commettere un tradimento. Dice ad Andrés che c’è qualcosa che deve sapere e, senza giri di parole, glielo svela: Begoña e Gabriel si stanno sposando in questo preciso istante. Andrés non ci crede. Pensa che sia uno scherzo. Ma Luis conferma che la stessa Begoña glielo ha chiesto quella mattina.
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La scena cambia bruscamente e ci mostra Begoña e Julia che arrivano alla cappella. Sullo sfondo, il cielo si sta oscurando. Una tempesta si avvicina, presagio di ciò che sta per accadere. Gabriel le accoglie sulla porta. Entrambi sono visibilmente emozionati. Begoña lo ringrazia per averla seguita in questa follia. Julia, adorabile, gli dice che non vede l’ora che lui sia suo padre.
Torniamo da Andrés. È fuori di sé, infuriato con Luis per non averglielo detto prima. Urla che deve impedire a Begoña di commettere il più grande errore della sua vita. Luis cerca di fermarlo, dicendogli che non può presentarsi lì e creare uno scandalo. Andrés urla che Gabriel è una persona spregevole e che Begoña merita un matrimonio felice come quello che ha avuto con Jesús de la Reina. Ed è allora che Luis, nel tentativo di fermarlo, gli svela la verità definitiva: Begoña è innamorata di Gabriel e aspetta un figlio suo. Chiunque altro si sarebbe fermato sentendo ciò, ma Andrés reagisce solo con maggiore rabbia. Ignora completamente Luis e ripete come un folle che deve fermare quel matrimonio a tutti i costi.
Nella cappella, la cerimonia sta per iniziare. Don Agustín dice a Begoña che è raggiante, chiede degli anelli e qui arriva un dettaglio quasi comico in mezzo a tanto dramma. Con la fretta, Begoña e Gabriel si sono dimenticati di comprare gli anelli. Luz, molto risoluta, si toglie il suo e lo dà a Begoña. Gabriel guarda Tio e Tacio coglie subito l’allusione, dandogli il suo anello. Don Agustín, ignaro di tutto, commenta che hanno trovato dei testimoni stupendi. La cerimonia prosegue.

Andrés, nel frattempo, corre come un forsennato verso la villa. Si imbatte in sua moglie María e le urla la notizia del matrimonio, aspettandosi una sua reazione. Ma María, con una calma agghiacciante, dice semplicemente: “Che romantico. Sono molto felice per loro.” Andrés resta paralizzato. Non riesce a credere che sua moglie, la persona di cui più si fidava, reagisca con tale indifferenza. Balbetta delle scuse e fugge via, mentre María gli urla disperata di aspettare.
Don Agustín inizia a leggere i voti matrimoniali. Gabriel de la Reina riceve Begoña Montes come legittima sposa e promette di esserle fedele. E mentre Andrés corre disperatamente verso la cappella, la sua mente si riempie di immagini e voci del passato. Sentiamo Marta dirgli che sta obbligando Begoña a non sposare il padre di suo figlio. Scopriamo che la stessa Marta ha annullato il suo matrimonio e sentiamo la voce di Luz accusare Marta di aver causato tutto, mostrando a Begoña una misteriosa lettera.
Il capitolo si conclude con questa immagine: Andrés che corre sotto la tempesta per fermare un matrimonio. Un matrimonio nato dalla disperazione, protetto da un gruppo di donne coraggiose e minacciato da un uomo che si rifiuta di lasciar andare il passato.

Cosa Ci Aspetta?
Con tutto ciò che abbiamo visto, siamo quasi certi che Andrés arriverà in tempo alla cappella e non resterà in silenzio. Questo è certo. Probabilmente irromperà proprio nel momento in cui Don Agustín chiederà se qualcuno si oppone a questa unione. Sarà un gran casino per Begoña. Non avrà altra scelta che affrontarlo davanti a tutti, ma sinceramente non crediamo che riuscirà a fermare il matrimonio. Perché? Perché ci sono Luz, Tacio, che conoscono la verità sulla gravidanza. E sicuramente anche Marta e Damián, sebbene depresso, lo sanno. Tutti si schiereranno dalla parte di Begoña. Quello che Andrés riuscirà a fare, però, è seminare il dubbio e la sfiducia nel cuore di Gabriel. E la domanda da un milione di dollari: cos’ha in quella lettera? Scommettiamo che quella lettera nasconde un terribile segreto su Andrés. Forse qualcosa che ha fatto in passato, un crimine o una prova della sua crudeltà. Sicuramente María l’ha usata come un’arma per far sì che Begoña si sentisse finalmente libera dall’influenza di Andrés. E quando Andrés scoprirà che Marta lo ha tradito usando questo stesso segreto, la loro relazione si romperà per sempre.
Damián, dal canto suo, sebbene distrutto, si vedrà coinvolto appieno in questa nuova guerra familiare. Forse le urla e lo scandalo nella cappella saranno proprio ciò di cui ha bisogno per risvegliarsi dal suo torpore. La spinta che Digna non è riuscita a dargli. E Clotilde, quando scoprirà il pasticcio, si fiderà ancora di più di Marta, rendendosi conto che quella famiglia ha molti più segreti e problemi di quanto sembrasse.
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Questo capitolo di “Sogni di Libertà” ci insegna che il passato torna sempre per saldare i conti. Ci ha mostrato un gruppo di donne forti come Clotilde, Marta, Luz e Digna, che si uniscono per lottare contro un mondo di uomini e norme obsolete. E ci ha anche mostrato quanto fragili possano essere gli uomini come Damián o Joaquín, quando vedono che tutto ciò per cui hanno lottato crolla. E soprattutto, ci ha mostrato quanto pericoloso possa essere un uomo come Andrés, incapace di accettare di aver perso.
Il grande dubbio che ci rimane è: quale segreto nasconde quella lettera? E troverà Begoña la libertà che tanto cerca in questo nuovo matrimonio? O sta semplicemente scambiando una gabbia dorata per un’altra? Ci piacerebbe sapere cosa ne pensate voi. Credete che Andrés arriverà in tempo? Cosa pensate che farà? Lasciateci le vostre teorie nei commenti.
M.