MARTINA SCOPERTA: LA “POSTIZA” MUOVE I SUOI FILI || CRONACHE DA LaPromesa serie

I segreti del Palazzo Luján sono destinati a venire a galla, e questa volta le reti che stringono sono pronte a soffocare l’insospettabile Martina De Luján. La stessa nobildonna che solo poche settimane fa accusava il mondo intero di tradimento, persino sua cugina Catalina, si trova ora sull’orlo di un baratro, intrappolata in un’indagine orchestrata con la diabolica maestria di Doña Leocadia de Figueroa – la “postiza” – che ha abilmente manipolato Jacobo Montecaro per svolgere il lavoro sporco.

Preparatevi, perché stiamo per svelare le verità nascoste dietro le misteriose lettere di Catalina. Sebbene questa penna vi abbia già informato sulla reale autrice delle missive – la signorina Martina – fin dal lontano 20 ottobre, il piano che la “postiza” ha meticolosamente ordito è ora pronto a svelare un nuovo, drammatico capitolo. Con la mia solita dedizione al contenuto di qualità e alla cronaca puntuale, il vostro Gustav è qui per svelarvi questa bomba narrativá.

Da giorni, Leocadia tesse la sua tela con precisione millimetrica, consapevole che la questione delle lettere rappresentasse l’esca perfetta per seminare il caos all’interno del maestoso palazzo. E lo ha fatto a modo suo. Il suo primo passo è stato sedurre Jacobo, instillandogli la convinzione che un complotto minacciasse l’intera famiglia. Successivamente, ha nutrito il suo ego, convincendolo della sua intelligenza superiore e della sua capacità innata di scoprire la verità. Una mossa da maestro: trasformare Jacobo nel suo personale segugio, mentre lei, con studiata innocenza, resta nell’ombra.


Da quel momento, Jacobo Montecaro, il nostro “San Jacobo”, vive per un solo scopo: setacciare carte, analizzare firme, interrogare il personale. È completamente ossessionato dal desiderio di compiacere Doña Leocadia e di svelare l’origine delle lettere che, secondo quanto riferito, giungono da Catalina. L’amara ironia? Crede di agire per la giustizia, ignaro di essere solo un’altra pedina nel gioco della “postiza”.

E qui si gioca il colpo di scena più subdolo. Leocadia, con un’apparente generosità, si appresta a consegnare a Jacobo le lettere originali – quelle che, si presume, avrebbe già consegnato a un detective. Ma noi sappiamo che tutto ciò è una farsa ben orchestrata. Le lettere, accuratamente conservate, le vengono ora “recuperate” per lui, un gesto che alimenta l’illusione di Jacobo. “Che meraviglia, la ‘postiza’ mi aiuta a risolvere il mistero!”, esclamerà lui, inconsapevole che quel detective non è mai esistito e che questa è solo un’altra tessera nel mosaico di menzogne della “postiza”.

Nel bel mezzo di questo groviglio, la telecamera cattura una scena apparentemente innocua: Martina De Luján, nel capitolo precedente, scrive una lettera a sua madre, Margarita Jopis. Un gesto intimo e familiare, ma che potrebbe trasformarsi nel suo peggiore errore. Perché? Perché questa lettera potrebbe fornire a Jacobo la prova definitiva per confrontare la grafia di Martina con quelle attribuite a Catalina. In questo genere di narrazioni, i guionisti raramente lasciano al caso i dettagli apparentemente trascurabili.


Questa lettera di Martina non è casuale. Nel momento in cui la vediamo scriverla, il Marchese le chiede di sua madre, e Martina risponde: “Non vede l’ora di tornare in Spagna.” Ecco la prova che incombe. Molti di voi mi hanno chiesto insistentemente quando arriverà Margarita. Sappiamo che è in fase di registrazione, e solitamente passa del tempo prima che i capitoli vengano trasmessi. Ma le parole di Martina confermano che il suo ritorno è imminente.

Tornando all’ossessione di Jacobo, il giovane non tarderà a trovare questa lettera, trovandola stranamente familiare. Crederà di aver trovato finalmente l’autrice delle lettere di Catalina. E il peggio non è l’accusa, ma la sua corsa a raccontarlo a Doña Leocadia.

Povero Jacobo, così ingenuo! Non si rende conto che sta firmando una condanna emotiva. Mentre lui si sente un eroe, Leocadia si frega le mani. Ogni passo di “San Jacobo”, ogni sospetto condiviso, è una tessera in più nel suo puzzle. Lei non deve sporcarsi le mani; deve solo alimentare il suo orgoglio. “Sei così perspicace, Jacobo,” dirà, “sapevo che solo tu potevi scoprirlo.” E lui, incantato, non si accorgerà di essere stato usato. Con un sorriso affilato come una lama, Leocadia ottiene esattamente ciò che desidera: che Jacobo affronti Martina.


Immaginate ora la scena: Jacobo appare nella stanza di Martina, una lettera in mano, lo sguardo accusatorio di chi si trova di fronte a una traditrice. Martina, sorpresa, tenterà di spiegare che si trattava solo di una lettera a sua madre, senza segreti. Ma lui, ormai accecato dalla “verità”, non ascolterà ragioni. Il suo verdetto è già scritto: colpevole.

Martina, sempre orgogliosa e passionale, si sentirà umiliata. Dietro la sua maschera di altezzosità, inizierà a serpeggiare la paura. Se Leocadia scoprirà la verità, non ci sarà perdono.

La grande domanda rimane: perché Martina avrebbe scritto quelle lettere? L’intuizione comune, e la mia, è che lo abbia fatto per consolare il povero Adriano, vedendolo soffrire così profondamente. Sebbene la conferma ufficiale manchi ancora, tutto porta a credere che questa sia la motivazione.


Quindi, abbiamo Doña Leocadia con una nuova arma tra le mani, Jacobo che agisce come suo complice inconsapevole, e Martina nel mirino. Sarà capace Leocadia di sfruttare questa informazione per affondarla? O vedremo Jacobo pentirsi quando capirà di essere stato manipolato dalla “postiza”?

Perché se “La Promesa” ci ha insegnato qualcosa, è che i segreti non vengono distrutti, si trasformano. Come l’energia, quando si liberano, nessuno, nemmeno una Luján, può sfuggire alla loro forza.

Io sono il vostro Gustav, e vi saluto, come sempre, con un grande, affettuoso bacio.