María Evita que Luz y Begoña Descubran que Tiene Sensibilidad en las Piernas – Sueños de Libertad
La protagonista di “Sueños de Libertad” mette in scena una straziante bugia per proteggere il suo segreto più profondo, scatenando tensione e dramma all’interno delle mura della clinica di riabilitazione.
Madrid, Spagna – Nel labirinto di segreti e sospetti che caratterizza “Sueños de Libertad”, un nuovo e intenso capitolo ha preso forma, tenendo gli spettatori con il fiato sospeso. María, la donna la cui vita è stata tragicamente sconvolta, si trova al centro di un gioco di illusioni pericoloso, orchestrato con maestria per nascondere una verità che potrebbe far crollare tutto. L’ultima puntata ha visto María mettere in atto una strategia audace, un atto di disperazione volto a evitare che Luz e Begoña, figure chiave nella sua vita e nella trama, scoprano la sorprendente e inaspettata sensibilità nelle sue gambe.
La scena si apre in un ambiente clinico, un luogo che dovrebbe rappresentare la speranza e la guarigione, ma che per María si trasforma in un palcoscenico di recita e inganno. La visita della dottoressa, apparentemente di routine, si rivela un banco di prova cruciale. Quest’ultima, evidentemente preoccupata per il benessere a lungo termine di María, decide di approfondire lo stato di recupero delle sue gambe, un argomento che la protagonista ha cercato disperatamente di tenere celato.
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“Adelante, María, ¿cómo te encuentras?” (Avanti, María, come ti senti?), chiede la dottoressa, un tono di preoccupazione palpabile nella voce. La risposta di María è un misto di rassegnazione e astuzia: “Pues más o menos igual que cuando viniste a verme hace menos de una semana” (Beh, più o meno come quando sei venuta a trovarmi meno di una settimana fa). Questa frase, apparentemente sincera, è il primo passo della sua elaborata messinscena. Il suo obiettivo è chiaro: convincere tutti, o almeno quelle che la osservano più da vicino, che la sua condizione è immutata, che la sedia a rotelle è la sua realtà ineluttabile.
La dottoressa, tuttavia, non si accontenta. La sua professionalità la spinge a voler verificare di persona, nonostante la riluttanza evidente di María. “Bueno, es que la doctora tenía que hacer una visita aquí al lado y ha aprovechado para venir a verte. Bras, quería saber cómo te va la clínica de rehabilitación. ¿Qué ejercicios estás haciendo?” (Beh, è che la dottoressa doveva fare una visita qui vicino e ne ha approfittato per venire a trovarti. Bras, volevo sapere come va la clinica di riabilitazione. Che esercizi stai facendo?).
María descrive la sua routine di riabilitazione, con dettagli che sembrano confermare la sua sofferenza fisica: “Los mismos que hacía con Olga, pero con aparatos. Ayuda mucho. Eso sí, tengo muchas agujetas en la espalda y en los brazos.” (Gli stessi che facevo con Olga, ma con apparecchi. Aiuta molto. Certo, ho molti dolori muscolari alla schiena e alle braccia). L’elenco dei dolori muscolari è una strategia mirata, volta a distogliere l’attenzione dalla vera questione: la sensibilità delle sue gambe.

Il momento critico arriva quando la dottoressa annuncia la sua intenzione di effettuare un esame più approfondito: “Me centros más en la dolencia de la espalda que en el estado de tus piernas. ¿Te importaría si te hago un reconocimiento?” (Mi sono concentrata più sul dolore alla schiena che sullo stato delle tue gambe. Ti dispiacerebbe se ti facessi un controllo?). La reazione di María è immediata, ma contenuta: un palpabile disagio che maschera un profondo terrore.
È a questo punto che María gioca la sua carta più audace. Quando la dottoressa insiste sulla necessità di verificare la sensibilità delle gambe, María pronuncia parole che suonano come una sentenza: “Puedo decirte yo misma cómo están muertas. Tan muertas que es muy difícil pensar en que pueda volver a tener la misma vida de antes, por mucha rehabilitación que haga.” (Posso dirtelo io stessa come sono morte. Così morte che è molto difficile pensare di poter tornare ad avere la stessa vita di prima, per quanta riabilitazione faccia). È un’affermazione che mira a chiudere ogni possibilità di ulteriore indagine, a cementare l’idea della sua immobilità totale.
La dottoressa, pur mostrando comprensione, non può fare a meno di ricordare le parole che ha sentito da altri pazienti: “Mujer, seguro que con el tiempo te acostumbras a la silla de ruedas.” (Donna, sicuramente con il tempo ti abituerai alla sedia a rotelle). Questa frase, detta con l’intento di consolare, risuona ironicamente con la disperazione di María, che sa benissimo di non potersi permettere di “abituarsi” a nulla di permanente.

La tensione sale quando la dottoressa inizia le procedure di misurazione della pressione. Ogni tocco, ogni rumore, sembra amplificare il pericolo che il suo segreto venga svelato. Quando viene chiesto di sentirsi le cervicali, María risponde con un’ambiguità studiata: “Depende. Cuando estoy mucho rato sentada, sí, tumbada, no.” (Dipende. Quando sto molto tempo seduta, sì, sdraiata, no). Anche in questo caso, le risposte sono calibrate per evitare di dare informazioni che potrebbero tradirla.
Il momento clou è l’esame di sensibilità alle gambe. La dottoressa, armata di un piccolo strumento, si avvicina con cautela. La reazione di María è un misto di orrore e determinazione: “Pero si sabes perfectamente que no siento absolutamente nada.” (Ma se sai perfettamente che non sento assolutamente nulla). È un’affermazione che, se detta con troppa veemenza, potrebbe apparire sospetta.
La spiegazione della dottoressa è plausibile ma carica di pericolo: “Bueno, María, sé que ahora están inanes y no quiero darte falsas esperanzas, pero tenemos que comprobar de vez en cuando se ha recuperado algún tipo de sensibilidad.” (Bene, María, so che ora sono inerti e non voglio darti false speranze, ma dobbiamo controllare ogni tanto se si è recuperato un qualche tipo di sensibilità). La domanda successiva di María, “Y ¿por qué no me has hecho esas pruebas antes?” (E perché non mi hai fatto queste prove prima?), è una tattica per guadagnare tempo e per sembrare genuinamente sorpresa, nascondendo la paura che l’aveva attanagliata.
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La risposta della dottoressa, seppur pragmatica, svela una sottile tensione: “Pues porque el otro día estaba más pendiente de convencerte de lo importante que era para ti ir a esa clínica que de otra cosa. Así que, ¿me permites, son unas pruebas muy sencillas, por favor, súbete la falda.” (Beh, perché l’altro giorno ero più preoccupata di convincerti di quanto fosse importante per te andare in quella clinica che di altro. Quindi, mi permetti, sono delle prove molto semplici, per favore, alzati la gonna). Il “per favore” è un tentativo di mantenere un tono professionale, ma il peso della situazione è tangibile.
Mentre la dottoressa procede con le prove, la tensione raggiunge il suo apice. Ogni tocco, ogni stimolo, è un potenziale tradimento per María. La sua espressione è un quadro di sofferenza simulata, un tributo alla sua capacità di recitazione.
E poi, il colpo di scena. Nonostante la sua recita, c’è chi nella stanza percepisce la verità. La scena finale, con la dottoressa che esegue gli ultimi test sui riflessi nervosi, culmina in un momento di rivelazione non verbale. Le parole “Nada.” (Niente.) pronunciate dalla dottoressa, sembrano confermare la narrazione di María. Ma il vero dramma si consuma nello sguardo di María, nel suo respiro trattenuto, nel timore che la sua messa in scena sia stata troppo convincente, o, peggio, troppo poco.

La reazione di María, “Vosotros os parece normal hacerme pasar por una tortura como esta?” (Vi sembra normale farmi passare per una tortura del genere?), è un grido di disperazione che nasconde la sua vera paura: quella di essere scoperta. La dottoressa, con un’espressione che vacilla tra la compassione e il dubbio, cerca di placarla: “María, no era mi intención molestarte.” (María, non era mia intenzione disturbarti).
Ma il momento di svolta arriva con l’apparizione di Luz e Begoña, che hanno ascoltato la conversazione, o almeno parte di essa. Il loro ingresso aggiunge un ulteriore strato di complessità alla già tesa atmosfera. Le loro espressioni indicano un misto di preoccupazione e sospetto.
María, vedendo la loro presenza, intensifica la sua recita, implorando: “Fuera, por favor. Fuera las dos.” (Via, per favore. Via voi due). La sua richiesta di isolamento è un tentativo disperato di impedire che vedano la verità, che percepiscano la finzione che ha costruito con tanta fatica.

Di fronte al loro insistere, María rivela una soluzione drastica: “De verdad es necesario. Es un anestésico. Es la única manera de que no sientas nada en las piernas y no podemos evitar que me examinen. Eso las haría sospechar más.” (È veramente necessario. È un anestetico. È l’unico modo per cui non senti nulla nelle gambe e non possiamo evitare che mi esaminino. Ciò le farebbe sospettare di più). Queste parole rivelano una complicità inaspettata, suggerendo che c’è qualcuno, oltre a María, che è a conoscenza del suo segreto. Ma chi è questa persona e quale è il suo ruolo?
La frase finale, “Deja que te hagan la prueba, así se quedarán tranquilas. ¿Estás preparada?” (Lascia che ti facciano la prova, così rimarranno tranquille. Sei preparata?), pronunciata da una voce non identificata nell’audio, chiude la scena con un alone di mistero e un presagio di futuri colpi di scena. La preparazione di María non è per il dolore fisico, ma per la continua sfida di mantenere in piedi una menzogna che potrebbe costarle tutto.
Il pubblico di “Sueños de Libertad” rimane con l’amaro in bocca, chiedendosi fino a quando María potrà sostenere questo peso e quali saranno le conseguenze della sua audace evasione. Il suo viaggio è lontano dall’essere concluso, e ogni passo avanti la porta sempre più vicino al precipizio. Il destino di María, e di coloro che la circondano, pende ancora una volta in un delicato equilibrio, pronto a spezzarsi al minimo soffio di verità.
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