LA PROMESSA: L’ULTIMO RESPIRO DI CRUZ SVELA CIÒ CHE NESSUNO AVREBBE IMMAGINATO SU LEOCADIA — ANTEPRIMA
Preparatevi: nei prossimi episodi di La Promessa si scatenerà una raffica di colpi di scena che vi lasceranno letteralmente senza fiato. La verità che tutti aspettavamo emerge finalmente — e lo fa nel modo più devastante. Cruda, spietata, inarrestabile. E credetemi quando dico che nessuno, assolutamente nessuno, è pronto per quello che verrà.
Tutto ha inizio con Cruz Izquierdo Luján — fino a poco tempo fa marchesa di Luján, regina incontrastata dei corridoi di “La Promessa”. Ora la troviamo rinchiusa in una cella buia, fredda, claustrofobica: un materasso scomodo, una luce fioca che filtra da un’alta piccola apertura dietro inferriata, e lei che tamburella nervosamente le dita sulla parete umida. Il suo volto, un tempo perfetto, aristocratico, ordinato, ora è spettinato, stanco, sporco di umiliazione. E sul petto, la rabbia pulsa come lava. Perché la “grande” Cruz fatica a sopportare non solo l’ingiustizia di essere stata tradita, ma soprattutto l’idea che altre persone — peggiori di lei — camminino libere nei saloni della “Promessa”, mentre lei marcisce dietro sbarre.
Tra queste figure malevole emerge con prepotenza Leocadia de Figueroa, la contessa di Grasalema, che – dietro sorrisi e veli di bon ton – architetta la sua vendetta. Da un lato esterna una compostezza glaciale; dall’altro, conserta e trama nell’ombra come una vipera. («Da quando Cruz è caduta, qualcuno doveva raccogliere lo scettro del male… e quel qualcuno è Leocadia»).
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Ma Cruz ha un’arma segreta: conosce i segreti. Segreti così oscuri da poter abbattere interi castelli, distruggere reputazioni e schiacciare gli avversari nella più profonda miseria. Con la determinazione che ancora le resta, fa una scelta che innescherà la miccia di una guerra. Prende carta e penna — una penna consumata, un inchiostro ottenuto con fatica — e inizia a scrivere. Non è una semplice lettera: è una condanna. I nomi, le date, le alleanze segrete, i tradimenti, tutto. Firma con eleganza inesaurita: «Cruz Izquierdo Luján». Poi chiede al guardiano — intimidito dal suo sguardo ferale — che la lettera arrivi direttamente nelle mani di Leocadia. E la lotta nascosta, silenziosa, ma destinata a esplodere, ha inizio.
Nel frattempo, il palazzo della Promessa — simbolo sfolgorante dell’aristocrazia andalusa — brilla nella sua opulenza, ignaro del terremoto interno. Leocadia, svegliatasi nella sua stanza riccamente adornata, si muove con la lentezza sicura di chi ha vinto. Si veste con cura meticolosa, sceglie ogni dettaglio sapendo che le apparenze sono potere. Eppure, un contraccolpo la mette in allerta: un messaggero le consegna un plico sigillato con cera. Sul sigillo, un nome: Cruz Izquierdo Luján. Immediato, fulmineo, come se il pavimento affondasse sotto i suoi piedi. Leocadia trema. Trema perché comprende che la marchesa, sebbene prigioniera, non è affatto disarmata.
La contessa corre lungo i corridoi di marmo, tacchi che rimbombano nell’aria pregna di tensione. Entra di forza nello studio di Lorenzo de la Mata — il cinico pezzo grosso della trama, complice silenzioso di molti intrighi — e gli porge la lettera con voce tagliente: «Abbiamo un problema». Lorenzo, prima altero, inizia a leggere. E mentre scorre le righe, il suo colore svanisce, la faccia gli si accartoccia, l’arroganza si dissolve. Perché la verità che Cruz ha scritto fa l’effetto di un proiettile. «Lei sa tutto», mormora Lorenzo. «Tutto».

Nel momento cruciale, Leocadia pronuncia: «Quando quella carta entrerà nelle mani del duca, o di don Alonso, non salveremo solo la nostra posizione: ci distruggerà». Perché la posta in gioco è altissima — non solo per loro, ma per l’intera struttura di potere che hanno costruito. E Lorenzo sorride, quel sorriso di predatore che sa di avere ancora una mossa da giocare: «So cosa faremo». Il patto oscuro è sigillato. Insieme.
Ma la lotta non è solo politica. All’interno della prigione, Cruz subisce l’ultimo tradimento: lentamente avvelenata tramite il pasto quotidiano — un pane duro, un brodo annacquato, una tazza d’acqua limacciosa. Il sapore di quel brodo è amaro, inquietante. E poco dopo, i primi segni: dolori gutturali, nausea, vertigini, mani che tremano. Lei sussurra: «Mi stanno uccidendo». E con enorme sforzo, torna al tavolo e scrive. Non una richiesta d’aiuto, non un lamento: una confessione implacabile. Con nomi, fatti, dettagli. Senza scuse. Senza giustificazioni. Mostrando che anche lei ha peccato — ma che i veri carnefici sono altrove.
Quando la penna le cade lentamente dalla mano tremante e appendice un ultimo sorriso, debole ma carico di vittoria, Cruz lascia questa vita. La sua lettera, fragile su quel petto che finalmente si placa, diventa un ordigno destinato a esplodere. Il giorno della cerimonia di nozze di Ángela de Figueroa e Beltrán — un matrimonio che avrebbe dovuto suggellare l’ordine — si trasforma nel caos totale: fiori pallidi, nastri d’oro, saloni imponenti… e un improvviso ingresso del sergente Sargento Burdina che annuncia la morte della marchesa. Tutti zitti. Lo sguardo fisso su di lui. Poi la bomba: la lettera è stata consegnata, registrata. Leocadia viene accusata, arrestata, trascinata via, assieme a Lorenzo, tra l’indignazione degli invitati e le lacrime di chi pensava fosse al sicuro.

Ma in mezzo a this cataclisma, risorge l’amore puro: Ángela fugge tra i banchi, calpesta il velo che non ha più senso, corre verso il suo unico vero amore, Curro. E lo bacia davanti a tutti. Davanti all’aristocrazia scandalizzata, davanti al padre distrutto, davanti allo sposo abbandonato, lei sceglie la libertà. Lui risponde: «Ti ho sempre amata». E tra lacrime e abbracci stretti, dichiarano guerra a tutto e a tutti. A convenzioni, titoli, maschere. È un nuovo inizio.
In sintesi: un colpo dopo l’altro. Cruz smaschera i veri burattinai. Leocadia e Lorenzo sono debellati — almeno per ora. Un matrimonio nobiliare diventa tribunale di giustizia. E l’amore vero trionfa.
E ora vi chiedo: cari spettatori, cosa pensate voi? Leocadia e Lorenzo torneranno? Troveranno una via d’uscita dalla giustizia? E don Alonso — come supererà la perdita di Cruz, la donna che amò nonostante tutto? E Manuel e Hann? Con la marchesa morta, riusciranno a vivere il loro amore senza ostacoli? E ancora: la figlia gemella di Catalina tornerà dall’esilio? Gli intrighi saranno davvero finiti?
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Lasciate nei commenti le vostre impressioni. Quale scena vi ha colpito di più? Sorpresi dalla morte di Cruz? E il bacio tra Ángela e Curro, come vi ha fatto sentire? Da 1 a 10: quanto vale questo episodio? E se vi è piaciuto questo racconto drammatico — non dimenticatevi di restare sintonizzati, perché vi assicuro… questo è solo l’inizio. Ancora molti segreti dovranno venire alla luce, ancora tanta emozione ci attende. Ci vediamo al prossimo capitolo… e state pronti: quello che verrà vi farà saltare dalla sedia.