LA PROMESA..SI SVELA IL GRANDE SEGRETO: BALLESTEROS E PETRA PIANIFICANO LA CADUTA DI LEOCADIA!

La Verità Viene a Galla in un Conflitto di Intrighi e Vendette a La Promesa

Il Palazzo de La Promesa è scosso dalle fondamenta. Un piano machiavellico, tessuto con astuzia e sangue freddo, sta per scoperchiare un abisso di malvagità che si cela dietro una facciata di rispettabilità. Un diario, una confessione sigillata con un segno indelebile e una trappola mortale sono gli ingredienti di uno scontro epico in cui la giustizia potrebbe reclamare un prezzo altissimo.

Fonti interne al prestigioso palazzo rivelano un complotto orchestrato ai più alti livelli, un’alleanza inaspettata tra Ballesteros, il fedele servitore, e Petra, la determinata domestica, con un unico obiettivo: la definitiva rovina di Leocadia. Le sussurrate istruzioni di Petra a Ballesteros sono cariche di una tensione palpabile. La strategia è di una perversione diabolica: convincere Leocadia che Pía nasconde un prezioso cofanetto, alimentando la sua paranoia e costringendola a esporsi. Ballesteros dovrà inventare una conversazione udita tra Pía e Don Manuel, un dialogo su un “ritrovamento sconvolgente” che attiverà la miccia.


Per un’ora intera, questi tre architetti della vendetta hanno affilato ogni dettaglio del loro piano diabolico, calibrando ogni mossa per la trappola che scatterà stasera, durante la cena. Mentre Petra si occuperà di Leocadia, manipolandola con maestria, Manuel e Don Alonso saranno pronti a intervenire nel momento cruciale. L’obiettivo è chiaro: quando Leocadia commetterà il suo errore fatale, quando si tradirà di fronte a tutti, non ci sarà più scampo per lei.

Nel pomeriggio, Ballesteros ha eseguito gli ordini con una freddezza disarmante. Ha atteso il momento opportuno, quando Leocadia si è trovata sola, e ha bussato alla sua porta con la scusa di questioni di servizio. Tra banali scambi, ha lasciato cadere la bomba: “Mia signora,” avrebbe detto con finta innocenza, “oggi è accaduto qualcosa di strano. Ho sentito Pía parlare con Don Manuel. Menzionavano degli oggetti molto interessanti scoperti durante le pulizie.”

Ballesteros ha così dato il via all’inesorabile fine di Leocadia. Ma la sua nemica è una vipera astuta, una creatura avvelenata dalla propria malvagità. La domanda che serpeggia è lancinante: la trappola funzionerà, o la sua innata malizia le permetterà di sfuggire ancora una volta? Chi trionferà in questa battaglia di nervi, astuzia e disperazione? I nostri lettori sono invitati a partecipare, a esprimere le proprie opinioni nei commenti e a iscriversi per non perdere un solo colpo di scena.


Il volto di Leocadia, inizialmente contratto da una sottile preoccupazione, si trasforma in una maschera di cera alla menzione degli “oggetti interessanti”. “Oggetti interessanti?” ripete con voce strozzata dalla paura. “In quale stanza?” Ballesteros, con un’aria studiata di distrazione, fa il colpo decisivo: “Non sono sicuro, mia signora, ma mi sembrava di aver sentito… beh, credo si riferissero alla vostra stanza, ma sicuramente è un errore.”

La reazione di Leocadia è immediata e sconvolgente. Balza in piedi con il respiro affannoso, corre verso la sua scrivania, apre il cassetto con foga. Un sospiro di sollievo le sfugge dalle labbra al ritrovamento del cofanetto. Ma la gioia si trasforma in puro terrore quando lo apre. È vuoto. “Dov’è?” mormora con gli occhi sbarrati. “Dov’è tutto?”

Ballesteros simula preoccupazione. “Mia signora…” lei si volta, e nei suoi occhi brilla una furia omicida. “Ballesteros, chi è entrato qui oggi?” “Nessuno che io sappia. A meno che…” una pausa calcolata. “…a meno che Pía non possieda una chiave passe-partout come la governante. Ha accesso a tutte le stanze.”


La sua rabbia esplode: “Quella vipera, quella Leocadia, ha osato entrare qui e rubare le mie cose!” Si rivolge nuovamente a Ballesteros, la voce carica di un’urgenza disperata: “Hai detto che Pía mostrerà qualcosa a Don Alonso stasera?” “Sì, mia signora. Credo durante la cena.” Leocadia inizia a camminare avanti e indietro come una tigre in gabbia. “Se Pía ha il suo diario, se lo legge, se lo mostra a Don Alonso, è finita. Devo recuperarlo,” mormora tra sé, “devo recuperarlo prima che sia troppo tardi.” Fissa Ballesteros con uno sguardo penetrante: “Dov’è Pía adesso?” “In dispensa, credo, con i preparativi per la cena.” La decisione è presa. “Vado a parlarle ora, prima che commetta un errore fatale.” Le chiede se vuole accompagnarla, ma Leocadia risponde seccamente: “No. Questa è una faccenda che devo risolvere da sola.” Esce come una furia. Ballesteros attende un istante, poi corre nella direzione opposta. La trappola è scattata. Deve avvisare Petra.

Quando raggiunge la dispensa, trova Petra, Pía, María e Padre Samuel che lo attendono. “Sta arrivando,” ansima. “Ha scoperto che il cofanetto è vuoto. È fuori di sé. Sta venendo qui.” Petra annuisce con un lampo di trionfo negli occhi. “Perfetto. Tutti ai vostri posti.” Si rivolge a Pía: “Sei pronta?” Pía è pallida, ma i suoi occhi ardono di determinazione. “Pronta. Anche se ho una paura terribile.” “Non sarai sola,” la rassicura Padre Samuel. “Saremo qui nascosti.”

Petra posiziona il cofanetto su un tavolo ben visibile. Poi tutti si nascondono: Petra e María dietro alcuni barili, Ballesteros e Padre Samuel in un armadio. Pía rimane in piedi, stringendo il diario. I passi furiosi di Leocadia rimbombano nel corridoio. La porta si spalanca con una violenza inaudita. Leocadia è un uragano di rabbia. I suoi occhi si fissano sul cofanetto, poi sul diario nelle mani di Pía. “Tu,” sibila con puro veleno, “hai osato profanare la mia stanza, rubare le mie cose?”


Pía la guarda con una calma glaciale. “Non ho rubato nulla, Signora Leocadia. Ho trovato questo durante le mie ispezioni e devo dire che il contenuto è rivelatore.” “Dammi immediatamente,” ordina lei avanzando minacciosa. “Quel diario è privato.” “Privato?” replica Pía con una risata amara. “Chiami privato le confessioni di molteplici omicidi, i piani per distruggere vite innocenti?”

“Non sai di cosa parli,” urla Leocadia, ma il panico nei suoi occhi la tradisce. “È finzione, solo storie. Finzione.” Pía apre il diario su una pagina specifica. “Allora, questa è finzione? ‘Dolores sta iniziando a fare troppe domande. Ho deciso che deve sparire.’ E questo? ‘Hann è morto. Il veleno ha funzionato alla perfezione.’ Sono storie, Leocadia, o sono le tue confessioni?”

Il volto di Leocadia si deforma. La maschera di civiltà crolla, rivelando una furia primordiale. “Maledetto diario!” ringhia. Infila una mano nel suo vestito e estrae una piccola ma affilata daga. Una daga contro la verità. Leocadia è disposta a uccidere ancora per non essere scoperta. Se foste stati al posto di Pía, avreste avuto lo stesso coraggio? Fatecelo sapere qui sotto. Sono curioso di leggere le vostre reazioni. Gli occhi di Pía si spalancano. “Pensi di minacciarmi con un coltello?” “Farò tutto ciò che sarà necessario,” risponde Leocadia con voce gelida. “Ho già ucciso prima e non avrò problemi a farlo di nuovo. Ora dammi quel diario.” “Come hai ucciso Hann?” chiede Pía senza indietreggiare. “Come hai ucciso Dolores? Come ucciderò tutte quelle che si metteranno sulla mia strada?” grida Leocadia avanzando con la daga sollevata. “Tu sei la prossima.”


“Allora ammetti di averle uccise.” La voce profonda non è di Pía, emerge dalle ombre. Manuel de Luján esce dal suo nascondiglio, seguito da Don Alonso e vari servi. Nello stesso istante, Petra e María emergono da dietro i barili, mentre Ballesteros e Padre Samuel emergono dall’armadio. Leocadia rimane paralizzata, circondata, intrappolata. “Cosa? Cos’è questo?” balbetta. “Questo,” dice Petra con fredda soddisfazione, “è giustizia.” Lo sguardo di Leocadia cade su Ballesteros, e la comprensione la colpisce come un fulmine. “Tu,” sussurra, “tu mi hai tradito. Tu hai rubato il cofanetto. Tu hai orchestrato tutto questo.”

Ballesteros esce completamente dalle ombre. “Sì, Leocadia, ti ho tradito. Esattamente come tu hai tradito me quando mi hai chiamato cane, quando pianificavi di eliminarmi.” “Hai sentito,” mormora lei inorridita. “Quella conversazione con Lorenzo, ogni singola parola,” conferma lui, “e in quel momento ho deciso che non sarei mai più stato il tuo pedone. Era ora che il cane mordesse la sua padrona.”

Don Alonso prende il diario dalle mani di Pía, legge e il suo volto impallidisce. “Mio Dio, Dolores. Hann, le hai uccise tu. È scritto nel tuo diario.” Interviene Petra con fermezza: “E abbiamo altre prove.” Mostra un flacone. “Questo è il veleno che ha usato.” Manuel afferra il flacone. “Tintura di Belladonna, veleno mortale.” Guarda Leocadia. “Perché?” Leocadia capisce di essere perduta, ma non si arrende. Un sorriso amaro le si disegna sulle labbra. “Perché erano ostacoli sul mio cammino. Dolores sapeva troppo. Hann faceva troppe domande. Dovevano sparire.”


“E non ti penti?” chiede Padre Samuel con la voce carica di tristezza. “Nemmeno adesso,” ride lei, “per aver fatto ciò che era necessario. Questo mondo appartiene ai forti. Loro erano deboli. Hanno avuto ciò che meritavano.”

Un silenzio carico di orrore cala sulla stanza. “Signora Leocadia de la Mata,” tuona Don Alonso. “Per i crimini di omicidio, cospirazione e minacce, ordino il vostro arresto immediato.” Due servi si avvicinano. Per un istante sembra che userà la daga, ma poi la lascia cadere a terra. “Questo non è finito,” dice con voce glaciale. “Ho influenze.” “Non credo,” replica Petra. “Non dopo che tutto il palazzo ti ha sentita confessare.” Viene portata via. Passando accanto a Ballesteros, si ferma. “Me la pagherai, si spera.” Lui la guarda dritto negli occhi. “Ho già pagato, Leocadia, ogni giorno che ho passato sotto il tuo controllo. Ora sono libero e sei tu che pagherai.” Le sue urla si perdono nel corridoio.

María scoppia in un pianto di sollievo. Hann sussurra: “Finalmente giustizia è fatta.” Don Alonso si rivolge a Petra e Ballesteros. “Ciò che avete fatto è stato incredibilmente coraggioso. Avete salvato delle vite.” “Volevo solo giustizia, Don Alonso.” “E l’avrete,” promette il Marchese. Ballesteros, che era rimasto in silenzio, confessa: “Io ho aiutato Leocadia. Ho mentito per lei. Sono anch’io colpevole.” Don Alonso gli mette una mano sulla spalla. “Sei stato manipolato, ma hai avuto il coraggio di fare la cosa giusta. Questa è la tua redenzione.”


Le lacrime rigano il volto di Ballesteros. Petra gli stringe la mano. “Hai fatto bene, Ballesteros. Senza di te non l’avremmo mai presa.” “Grazie, Petra, per aver creduto in me.” Nei giorni seguenti, il processo è rapido, il verdetto unanime: colpevole, ergastolo. Leocadia non mostra alcuna emozione, solo odio puro verso Ballesteros. Ma lui non ha più paura. La vita a La Promesa ricomincia. Don Alonso offre a Petra e Ballesteros incarichi di maggiore fiducia. Entrambi accettano, desiderosi di pace e redenzione.

Quella notte, nel palazzo, c’è festa. Il male è stato estirpato. Petra e Ballesteros si ritrovano a guardare le stelle. “Siamo sopravvissuti,” dice lei. “Siamo stati usati, manipolati, quasi distrutti, ma siamo sopravvissuti.” “E siamo persone migliori,” aggiunge lui. “Siamo liberi.” La giustizia ha trionfato, ma il perdono è un’altra storia. Merita Ballesteros una seconda possibilità dopo essere stato complice, seppur inconsapevole, di Leocadia? Votate nei commenti se merita il perdono o no. Deve pagare per i suoi errori. E se amate questi colpi di scena, iscrivetevi subito per non perdere un solo segreto de La Promesa.

Leocadia è dietro le sbarre, ma il suo odio è un veleno che potrebbe ancora scorrere per i muri del palazzo. La pace ritrovata a La Promesa è reale o è solo la calma prima di una nuova e terribile tempesta? Restate con noi, perché il prossimo capitolo svelerà segreti che nessuno si aspetta.