LA PROMESA – L’INGANNO SFUMA NEL GIORNO DEL MATRIMONIO: ANGELA SVELA LA VERITÀ SU LEOCADIA E ANNIENTA IL PIANO DI LORENZO
Un colpo di scena mozzafiato scuote il Palazzo de La Promesa: la sposa pronuncia verità, non voti nuziali, e smaschera un complotto ordito nell’ombra.
Il lussureggiante e apparentemente idilliaco Palazzo de La Promesa è stato scosso da un evento di tale portata da riscrivere le sorti di ogni suo abitante. Nel giorno del suo tanto atteso matrimonio con il perfido Lorenzo de la Mata, Angela Luján, nel pieno della cerimonia, ha scelto di fare della sua unione un palcoscenico per la verità, interrompendo i voti nuziali con un’accusa devastante che ha fatto tremare le fondamenta della nobile famiglia. Non un semplice sì, ma un fragoroso “no” accompagnato dalla rivelazione che ha gettato un’ombra indelebile su Leocadia, sua madre, e su Lorenzo, il futuro sposo.
Il dramma si è consumato sotto gli occhi attoniti degli invitati, tra cui il Marchese Alonso, la cui dignità è stata nuovamente messa a dura prova. Leocadia, fino a quel momento impeccabile e soddisfatta del suo piano, si è vista strappare la maschera di rispettabilità in un turbinio di accuse che hanno rivelato la sua vera natura criminale. Angela, armata non di fiori ma di verità, ha pronunciato parole che nessuno avrebbe osato immaginare: è stata Leocadia, sua madre, a togliere la vita ad Hann. Le accuse non si sono fermate qui; la giovane ha proseguito, dichiarando che sua madre non solo ha sparato contro Hann, ma ha anche sabotato il suo trattamento medico, sigillando il suo destino.
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La disperazione negli occhi di Manuel, che ha chiesto con le lacrime agli occhi se le parole di Angela fossero vere, ha trovato risposta nella prova schiacciante che il giovane attendeva con ansia. Angela ha presentato le prove che confermano Leocadia come una delle peggiori criminali che la serie abbia mai visto, una figura la cui ambizione e crudeltà non conoscono limiti. La reazione di Manuel, descritta come “scioccante”, promette ulteriori, sconvolgenti sviluppi per la trama, suggerendo un castigo severo per Leocadia che potrebbe radicalmente cambiare il corso della narrazione.
Tutto è iniziato con l’eco di una nuova unione che ha attraversato i corridoi del palazzo. Le ancelle mormoravano con diffidenza, mentre le dame si scambiavano sguardi carichi di sospetto. Lo stesso Marchese Alonso, ignaro della gravità di ciò che stava per accadere, osservava il movimento nel salone principale dall’alto della scalinata, ignaro che la sua famiglia stava per essere travolta da uno scandalo senza precedenti. Leocadia, con la sua solita eleganza calcolata, appariva compiaciuta, sicura del trionfo imminente.
“È l’unica via, figlia mia,” aveva detto Leocadia ad Angela, trovata pallida e con gli occhi arrossati dalle lacrime, seduta di fronte al suo specchio. La madre aveva dipinto un quadro desolante: Lorenzo aveva umiliato Angela di fronte a tutta la nobiltà, trattandola come un giocattolo e prendendosi gioco dei Luján. “Ma glielo restituiremo con la stessa moneta,” aveva promesso, proponendo il matrimonio con Beltrán de Azcárate, un uomo giovane, nobile, bello, educato e con un nome di peso. Leocadia aveva visto in questo matrimonio non solo la salvezza di Angela, ma anche la rovina di Lorenzo.

Angela, divisa tra l’obbedienza e la paura, aveva espresso le sue perplessità: “Madre, lo conosco appena. Beltrán è un uomo buono, ma sento che tutto va troppo in fretta.” La risposta di Leocadia era stata tagliente e determinata: “Veloce è il tempo che abbiamo prima che Lorenzo ti rovini. Non accetterò che ci lasciamo mettere in ridicolo. Se vuoi sopravvivere, Angela, devi agire per prima. Accetta la proposta di Beltrán e dimostra a tutti che lui non è altro che un capitolo chiuso della tua vita.” La resa di Angela, dopo lunghi minuti di silenzio, era stata un sospiro: “Va bene, madre. Farò quello che vuoi. Mi sposerò con Beltrán.”
Nei giorni seguenti, il palazzo ha vibrato dei preparativi. Beltrán, felice dell’accettazione di Angela, si era occupato dei dettagli del matrimonio, con Manuel e Curro che offrivano il loro aiuto, inconsapevoli della verità che si celava dietro questa decisione affrettata. Un’atmosfera di apparente felicità aleggiava nell’aria, ma un’oscurità incombeva. Lorenzo, isolato e sempre più irritato, osservava tutto da lontano, tramando nell’ombra.
In una notte tempestosa, Lorenzo aveva incontrato un complice nell’antico fienile, un luogo desolato e dimenticato. “Crede che mi umilierà sposandosi con quel ragazzo?” aveva detto Lorenzo con sguardo cupo. “No, non lo farà. Prima che ciò accada, Beltrán de Azcárate scomparirà, e lei tornerà da me, anche se piangendo.” Alla domanda del complice su cosa intendesse fare con Beltrán, Lorenzo aveva risposto con un sorriso sinistro: “Niente che la polizia possa trovare, solo un contrattempo, una scomparsa conveniente.”

Una settimana prima della cerimonia, il piano aveva preso il via. Beltrán era partito per Villaseca per recuperare un regalo per Angela, una collana di famiglia che simboleggiava i legami degli Azcárate. Ma non sarebbe mai arrivato a destinazione. Il suo cavallo era tornato da solo, coperto di fango, e il servo che lo accompagnava era stato ritrovato privo di sensi sulle rive del fiume. La notizia si era diffusa rapidamente. Alonso aveva allertato il sergente Burdina, che aveva ordinato ricerche in tutta la regione. Leocadia, fingendo disperazione, aveva cercato di confortare Angela: “Figlia mia, dobbiamo essere forti. Beltrán deve aver subito un incidente. Sono sicura che lo troveranno.” Ma con il passare dei giorni, la speranza iniziava a svanire.
“Non torna, madre, non torna,” aveva pianto Angela, disperata. “E ora, cosa sarà di me? Tutti sanno che il matrimonio era fissato. Diranno che ho perso un altro promesso, che porto sfortuna.” Leocadia, con freddezza, aveva replicato: “Dobbiamo pensare con la testa. Ciò che è in gioco ora è il nome dei Luján. Non possiamo permettere che dicano che ti hanno abbandonata. Lorenzo vuole ancora sposarsi e se non accettiamo, lui userà questo contro di noi.” Angela era rimasta inorridita: “Vuoi che mi sposi con quell’uomo dopo tutto quello che mi ha fatto?” La risposta della madre era stata glaciale: “Cara, a volte l’orgoglio deve cedere il passo al dovere. È il prezzo di essere una Luján. Non devi amarlo. Basta salvare la tua reputazione.”
In quel momento, Curro, che aveva origliato parte della conversazione, non aveva potuto contenere la sua indignazione. “Questa è una follia. Signora, sta vendendo sua figlia a un canaglia!” Leocadia si era girata verso di lui con uno sguardo gelido: “Non immischiarti, Curro. Affari di famiglia.” Ma Curro non si era arreso: “Io faccio parte di questa famiglia e non permetterò che sacrifichino di nuovo Angela.”
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Leocadia aveva replicato che Curro non aveva il potere di impedirlo, ma il giovane, determinato, aveva iniziato a indagare per conto suo. Aveva passato giorni a perlustrare le rive del fiume dove era stato trovato il cavallo di Beltrán e aveva scoperto qualcosa di inquietante: un uomo incappucciato era stato visto cavalcare dietro Beltrán quella stessa mattina. Le pedine avevano iniziato a collocarsi nella mente di Curro, puntando il dito verso Lorenzo. Tuttavia, un ricordo antico, una conversazione sentita mesi prima tra Leocadia e Lorenzo, quando Hann era ancora vivo, lo aveva lasciato con un residuo di dubbio.
In un pomeriggio piovoso, Curro si era intrufolato nella vecchia stanza di Leocadia. Tra vecchi carteggi e lettere, aveva trovato una scatola di legno chiusa. Forzando la serratura, aveva scoperto qualcosa che lo aveva pietrificato: un’arma di piccolo calibro avvolta in un fazzoletto macchiato. Un’arma che ricordava perfettamente, identica a quella descritta dal sergente Burdina durante l’indagine sull’aggressione ad Hann. Curro aveva nascosto l’arma, non sapendo come procedere.
Il giorno seguente, aveva confidato a Pía: “Credo di aver trovato qualcosa che cambia tutto. L’arma che ha tolto la vita ad Hann era tra le cose di Leocadia.” Pía, sconvolta, aveva chiesto conferma. Curro aveva spiegato che l’arma era nascosta in una scatola e che ora capiva il motivo per cui Leocadia avesse sempre voluto incolpare Cruz. “Lei sapeva troppo e Lorenzo è anche coinvolto. Hanno agito insieme.” Pía lo aveva esortato a consegnarla a Burdina, ma Curro aveva rifiutato, volendo più prove per incastrarli definitivamente.

Nel frattempo, al piano nobile, Leocadia aveva ripreso l’organizzazione del nuovo matrimonio. Lorenzo, soddisfatto, aveva ripreso il suo atteggiamento di promesso sposo trionfante. Angela, rassegnata, osservava. “Sarà un evento semplice,” aveva detto Leocadia, “ma sufficiente per dimostrare alla società che i Luján sanno riprendersi.” Lorenzo aveva sorriso con arroganza: “La signorina Angela recupererà il posto che merita, e io, finalmente, ciò che mi appartiene.”
Ma la pace apparente era destinata a frantumarsi. La vigilia della cerimonia, Curro era tornato nella stanza di Leocadia e aveva trovato una lettera nascosta sotto il tappeto. Una lettera indirizzata a Lorenzo, scritta da Leocadia, con una calligrafia inconfondibile: “Lo sparo è partito e nessuno sospetterà mai. Cruz pagherà per tutti noi. Occupati di nascondere l’arma, ma se c’è pericolo, restituiscila. Non possiamo fallire ora.” Curro sentì il terreno tremare sotto i suoi piedi. La verità era chiara: Leocadia non era solo complice, ma la vera autrice dello sparo contro Hann.
All’alba del giorno del matrimonio, Curro, con la mente ossessionata da un’unica idea, si era diretto verso la stanza di Angela. “Angela, dobbiamo parlare, è urgente.” La giovane, con il volto segnato dal pianto, aveva aperto la porta. “Ieri ho trovato una lettera nascosta nella stanza di Leocadia, una lettera scritta di suo pugno indirizzata a Lorenzo. E lì confessa tutto: che è stata lei a sparare contro Hann, che Cruz è stata ingiustamente accusata, che Lorenzo ha aiutato a nascondere il crimine.” Angela era impallidita, gli occhi sgranati. “No, non può essere vero.” “Sì, lo è,” aveva replicato Curro, avvicinandosi. “E c’è di più. Ho trovato l’arma. La stessa usata quella notte era nascosta tra le sue cose.”

Angela, portandosi le mani alla bocca, era inorridita: “Mio Dio, sapevo che mia madre era crudele, ma fino a questo punto, togliere la vita a una donna e poi lasciare che Cruz paghi per questo.” Curro aveva annuito: “Ora capisci perché Lorenzo ha fatto scomparire Beltrán. Hanno agito insieme. È stata Leocadia a ordinarlo. Voleva liberarsi di tutti gli ostacoli. Hann, Beltrán, chiunque minacciasse i suoi piani. E ora distruggerà anche te, obbligandoti a sposare l’uomo che ha partecipato a tutto.”
Le lacrime avevano rigato il volto di Angela: “Ho vissuto ingannata, difendendo una donna senza anima.” Curro aveva preso le sue mani: “C’è ancora tempo per impedirlo. Dobbiamo rivelare tutto, ma devi essere forte. Negheranno. Cercheranno di farsi passare per vittime. Per questo voglio che tu venga con me dal sergente Burdina. Ha bisogno di sentirtelo dire.” Angela si era asciugata le lacrime, respirando profondamente: “No, Curro. Mi occuperò io di questo. Se mia madre vuole uno spettacolo, glielo darò, ma sarà l’ultimo. Lascia che il matrimonio abbia inizio. Quando crederà di aver vinto, dirò la verità davanti a tutti.” Curro l’aveva guardata sorpreso: “Sei sicura? Potrebbe distruggerti socialmente.” “Peggio che vivere manipolata è vivere mentendo. È deciso.”
Ore dopo, le campane hanno iniziato a suonare. Il cortile de La Promesa era decorato con fiori bianchi e nastri dorati. Nobili invitati, dame e servi si sono accalcati per assistere all’unione tra Angela e Lorenzo de la Mata. Leocadia, impeccabile, osservava con un sorriso di trionfo. Lorenzo, accanto al sacerdote, sistemava la cravatta e lanciava uno sguardo freddo alla sposa che entrava accompagnata da Alonso. Angela camminava lentamente lungo la navata, il volto sereno ma gli occhi fermi. Curro osservava da lontano, inquieto, con il cuore accelerato. Leocadia, senza sospettare nulla, sorrise alla figlia quando si avvicinò all’altare: “Sei splendida, cara. Oggi la nostra famiglia rinasce.”
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Angela aveva solo annuito, senza dire una parola. Il sacerdote ha aperto il libro e ha iniziato la cerimonia. “Siamo qui riuniti per unire Angela Luján e Lorenzo de la Mata sotto i sacri vincoli del matrimonio.” Mentre le parole echeggiavano, la sala era immersa in un silenzio reverente. Poi è arrivato il momento. “Angela, accetti come tuo legittimo sposo Lorenzo de la Mata?”
Lo sguardo della giovane si è alzato lentamente. Tutti attendevano di sentire l’atteso “sì”, ma ciò che è arrivato è stato l’opposto. “No,” ha pronunciato con voce ferma, rompendo il silenzio. Un mormorio si è diffuso tra gli invitati. Leocadia si è alzata, allarmata: “Angela, cosa stai facendo?” La giovane ha fatto un passo avanti, affrontando il pubblico: “Sto dicendo la verità, madre, perché oggi, davanti a Dio e a tutti i presenti, non mi tacerò più.” Lorenzo ha cercato di intervenire, nervoso. “Angela, per favore, stai zitta!” ha gridato lei con le lacrime agli occhi. “Tu e mia madre avete ingannato tutti in questo palazzo. Avete finto di essere vittime, ma siete i veri colpevoli di ciò che è successo ad Hann.”
Un silenzio tombale ha dominato la cerimonia. Alonso si è alzato, attonito: “Angela, cosa stai dicendo?” “Sto dicendo che mia madre, Leocadia de Figueroa, è stata quella che ha sparato contro Hann. Ho visto la lettera scritta da lei stessa. In essa confessa il crimine e dice che Cruz doveva pagare al suo posto. E Lorenzo ha aiutato a nascondere tutto, proteggendola come fa ora.” Leocadia è impallidita, barcollando. “Menzogne! Quella ragazza è impazzita!” Angela si è voltata verso di lei con rabbia contenuta: “Menzogne? Allora dimmi, madre, perché nascondevi l’arma nella tua stanza? Perché Lorenzo ti visitava di nascosto tutte le notti? Perché hai fatto scomparire Beltrán, l’unico uomo che poteva salvarmi da voi?”

La sala è esplosa in un sussurro di incredulità. Burdina, presente su richiesta del marchese, si è alzato. “L’arma? Di cosa sta parlando?” Curro si è avvicinato e ha mostrato la scatola che portava sotto il cappotto. “Qui, sergente, e insieme a essa la lettera firmata da Leocadia.” Burdina ha preso gli oggetti, leggendo rapidamente il contenuto. Il suo sguardo si è indurito. “Questo è sufficiente per un arresto immediato.”
Leocadia ha tentato di avvicinarsi. “Questa è una farsa! Quella lettera è stata falsificata! Curro vuole distruggermi!” “Voglio solo giustizia per Hann,” ha risposto Curro. Il sergente ha fatto un cenno alle guardie. “Leocadia de Figueroa, lei è in arresto per l’aggressione ad Hann Luján e per intralcio alla giustizia.” “No!” ha gridato lei, tentando di divincolarsi. “Non potete arrestarmi! Sono ospite del marchese.” “Non più,” ha detto Alonso con voce fredda e delusa. “D’ora in poi, non sei altro che una criminale che ha usato il nome della mia famiglia per nascondere la propria ambizione.” Lorenzo ha tentato la fuga, ma è stato intercettato da un’altra guardia. “E lei, Lorenzo de la Mata, sarà portato in arresto con l’accusa di complicità.”
Il panico ha invaso l’ambiente. Leocadia piangeva, urlando che era tutto falso, mentre Lorenzo veniva trascinato via, furioso, promettendo vendetta. Angela, con il vestito strappato e le lacrime che le rigavano il volto, si è lasciata cadere tra le braccia di Curro. “È finita, Curro. Non faranno più del male a nessuno.” Lui l’ha abbracciata con tenerezza. “Sei stata più coraggiosa di tutti noi.” Alonso si è avvicinato con espressione grave: “Cara, non c’è onore in una famiglia che vive di bugie. Oggi ci hai restituito la verità, e questo non sarà mai dimenticato.”

Il sacerdote, ancora scosso, ha chiuso il libro e ha mormorato una preghiera. Fuori, il cielo si è aperto lentamente, e il suono lontano della carrozza che portava i prigionieri ha risuonato nella valle. Pía osservava dalla finestra con un leggero sorriso. “Finalmente, Hann avrà pace.” E al centro della sala, mentre i fiori del matrimonio cominciavano ad appassire, Angela ha guardato Curro e ha detto con voce ferma: “Ora La Promesa potrà respirare di nuovo.”
Ma le sorprese non sono finite qui. L’audacia di Angela e la scoperta dell’arma e della lettera hanno aperto un vaso di Pandora, rivelando un complotto che coinvolgeva non solo Leocadia e Lorenzo, ma potenzialmente altre figure oscure all’interno della nobiltà. Cosa succederà ora che la verità è venuta a galla? Quali saranno le ripercussioni per la famiglia Luján e per il destino di Angela? E quale sarà il “castigo scioccante” che Manuel infliggerà a Leocadia? La tela del mistero si è ingarbugliata ulteriormente, promettendo episodi carichi di suspense e colpi di scena per i fedeli telespettatori de La Promesa. Non perdete il prossimo capitolo di questa avvincente saga.