LA PROMESA – Jana REGRESA Transformata e IMPEDISCE il Matrimonio di Lorenzo e Ángela con il Suo Peccato Più Oscuro

Un colpo di scena mozzafiato scuote le fondamenta de La Promesa! Il matrimonio tra il sinistro Lorenzo e la disperata Ángela è sull’orlo di essere celebrato, ma un ritorno inaspettato e la rivelazione di un segreto devastante promettono di riscrivere il destino di tutti i personaggi. Preparatevi a un vortice di emozioni, dramma e verità nascoste.

Nei corridoi lussuosi ma carichi di tensione de La Promesa, una verità ineluttabile incombe: Ángela, privata di alternative, è costretta ad accettare il suo triste destino e unirsi in matrimonio a Lorenzo. Le settimane di attesa culminano nel giorno tanto temuto. Leocadia, nel suo consueto pragmatismo, impone una cerimonia sobria, confinata ai soli abitanti del palazzo. Una decisione che scatena l’ira incontrollabile di Lorenzo, desideroso di sfoggiare la sua unione come un trionfo pubblico, un palcoscenico per la sua effimera grandezza.

Il giovane Curro, il cui cuore batte ardentemente per Ángela, è il più colpito da questa prospettiva. Incapace di sopportare l’idea di vederla tra le braccia di un altro, la sua anima è lacerata dal dolore. E proprio mentre il rito religioso è agli albori, prima che il parroco possa pronunciare le sacre parole, accade l’impensabile. Un volto del passato, una figura che si credeva perduta per sempre, irrompe nella scena, interrompendo la cerimonia con una forza travolgente e innescando un cataclisma narrativo che nessuno avrebbe potuto prevedere. Il destino de La Promesa è ora appeso a un filo sottilissimo.


La Mattina della Discordia: Scontro tra Lorenzo e Leocadia

La giornata a La Promesa si apre sotto un cielo plumbeo di tensione. Lorenzo, con il volto contratto da una furia repressa e una busta in mano, fa irruzione nel salone principale. Il suono echeggiante dei suoi stivali sul marmo lucido tradisce il suo stato d’animo esplosivo. Di fronte a lui, Leocadia, seduta compostamente a tavola, sorseggia il suo tè, immune a qualsiasi perturbazione, come se nulla potesse scalfire la sua placida indifferenza.

“Leocadia,” tuona Lorenzo, la voce ferma, scaraventando la busta sul tavolo. “Cosa significa tutto questo?”


Leocadia solleva lentamente lo sguardo, senza fretta. “Buongiorno anche a te, Lorenzo. E quelle sono gli inviti per le tue nozze.”

Lorenzo spalanca la busta, disperdendo il contenuto sul tavolo con un gesto sprezzante. “Stampati. Ieri. Stampati. Questo… questo è uno scherzo, un pugno di inviti.”

Leocadia sorride impercettibilmente, mescolando il tè con un cucchiaino. “Non esattamente un pugno, sono 25. Un numero sufficiente per un evento discreto e, diciamo, appropriato.”


“Discreto?” Lorenzo ripete incredulo. “Credi che il mio matrimonio con Ángela debba essere discreto? Voglio che sia grandioso! Voglio La Promesa piena di gente e tu mi vieni con 25 inviti?”

Leocadia incrocia le gambe, appoggiando il mento alla mano, con un sorriso beffardo. “Lorenzo, siamo sinceri. Non sei precisamente l’uomo più amato della regione. La maggior parte delle famiglie importanti non vuole nemmeno sentire il tuo nome in pubblico. Molti ricordano ancora i tuoi debiti, i tuoi inganni e il tuo modo, diciamo, peculiare di risolvere le cose.”

Lorenzo la guarda, ferito. “Mi stai chiamando…?”


“Realista,” risponde lei senza alterare il tono. “Sono solo pratica. Tanto nessuno verrebbe comunque, quindi perché sprecare carta e denaro per una folla di fantasmi sociali? Il matrimonio sarà solo per coloro che vivono nel palazzo. Niente di più giusto, visto che sono gli unici che sopportano la tua presenza quotidiana.”

Con un tonfo fragoroso, Lorenzo colpisce il tavolo, facendo vibrare il tè. “Sei impazzita, Leocadia! Questo matrimonio sarà commentato in tutta la provincia e non accetterò che sia una cerimonia mediocre. Farai stampare altri inviti, mi senti? Ne voglio 500. E se serve, invita persino i poveri del villaggio, gli operai della strada, i mendicanti del mercato, tutti! Voglio pubblico, voglio applausi!”

Leocadia si reclina lentamente sulla sedia, osservando il suo temperamento con quello sguardo freddo che le è consueto. “Vuoi applausi, Lorenzo, perché è tutto ciò che ti rimane. Hai bisogno di pubblico per fingere di avere ancora importanza, ma la verità è che questo matrimonio è una farsa. Ángela non ti ama e tu lo sai.”


Lorenzo stringe i pugni, visibilmente irritato. “Attenta a ciò che dici,” replica lei, ferma. “Stai per sposare una ragazza che non ti sopporta e vuoi trasformarlo in uno spettacolo per nutrire il tuo ego. Ma sai cosa succederà se lo farai? Diventerai il buffone. La gente riderà di te, Lorenzo. Un uomo senza amici, senza prestigio, senza onore, che cerca di dimostrare potere con una festa.”

Si china sul tavolo, guardandola da vicino. “Puoi ridere quanto vuoi, ma questo matrimonio sarà come dico io. E dimostrerò a tutti che sono ancora qualcuno di importante, che sono un uomo rispettato.”

Leocadia alza le sopracciglia. “Rispettato, Lorenzo? Nemmeno i servi ti rispettano, ti temono soltanto. E la paura non dura per sempre.”


“Taci!”, urla lui, perdendo ogni controllo. “Non mi umilierai nella mia stessa casa!”

Lei si alza, senza lasciarsi intimidire. “Tua casa. Che curiosità. Pensavo fosse la casa del Marchese. Ci vivi solo perché non ha ancora scoperto quanto sei inutile.”

Il silenzio cala per alcuni secondi. Lorenzo la fissa con furia, gli occhi che ardono di rabbia. “Credi di potermi insultare e farla franca? Non mi impedirai di fare il matrimonio del secolo. E se dovrò pagare perché ogni miserabile di questo villaggio venga, lo farò. Ma questa cerimonia sarà ricordata. Leocadia. Sarà l’evento più commentato di Córdoba.”


Leocadia incrocia le braccia, ferma e immutabile. “Fai come vuoi, ma quando metà di quegli invitati inizieranno a mormorare sull’uomo che compra la sua stessa audience, non dire che non ti avevo avvertito.”

“Non mi importa di ciò che diranno,” risponde lui, esaltato. “Mi importa dello spettacolo. Voglio il palazzo illuminato. Voglio musica. Voglio cibo per tutti. Che sappiano che Lorenzo de la Mata è ancora un nome di peso.”

Leocadia si avvicina lentamente, con uno sguardo di puro disprezzo. “Un nome di peso. Sì, un peso che affonda tutto ciò che tocca. Ángela avrebbe dovuto fuggire prima che questo matrimonio accadesse, e se potessi convincerla, lo farei adesso.”


Lorenzo la spinge leggermente, trattenendosi dal fare di peggio. “Non interferirai. Non impedirai nulla. E se aprirai bocca su ciò che ho in programma, te ne pentirai.”

Lei sistema lo scialle e lo guarda con freddezza. “Ti stai già distruggendo da solo, Lorenzo. Io sto solo guardando.”

Lui respira profondamente, pieno di rabbia, e le punta il dito contro. “Allora guarda bene. Sì, perché quando il matrimonio avverrà, voglio vedere la tua faccia mentre guardi la folla che mi acclama. E quel giorno, Leocadia, ti mangerai ogni parola.”


Leocadia sorride ironicamente. “Ah, Lorenzo, non hai ancora capito. Non sarà la folla a ridere di te. Sarà il destino.”

Senza aggiungere altro, esce dalla stanza, lasciando Lorenzo solo, furioso, determinato a trasformare il matrimonio in una esibizione di potere.

Il Dolore di Curro e la Disperazione di Ángela


Nel frattempo, nel corridoio posteriore, Curro ode le voci delle serve con la notizia che gli toglie il fiato. Il matrimonio tra Ángela e Lorenzo è confermato. La cerimonia si terrà tra pochi giorni e gli inviti sono già stati distribuiti. Si ferma un istante, incredulo. Il suono delle voci delle serve svanisce, e tutto intorno a lui sembra lontano. Il suo cuore batte all’impazzata, pesante, come se una sentenza fosse stata emessa. Senza esitare, sale le scale a passi lunghi, deciso a trovare Ángela.

La trova nella sua stanza, seduta davanti al suo comò, lo sguardo perso nello specchio, cercando di nascondere la disperazione dietro un’apparenza serena. Curro entra senza bussare, la voce tremante di rabbia e dolore. “Ángela, dimmi che è una bugia. Dimmi che non sposerai quell’uomo.”

Lei lo guarda dallo specchio, sorpresa, ma senza reagire. “Curro, ti prego, non iniziare.”


“Non iniziare? Come vuoi che rimanga zitto? Diventerai la moglie di quel canaglia! È una follia!”

Ángela si alza lentamente, cercando di mantenere il controllo. “Non serve a nulla, Curro. Gli inviti sono già stati inviati. Il Marchese è informato, il padre avvisato. Tutto è deciso.”

“C’è ancora tempo!”, insiste lui disperato. “Possiamo fuggire oggi stesso! Preparo i cavalli, prendo qualche soldo da Lóp.”


“Non devi passare attraverso questo,” Ángela abbassa il capo, gli occhi pieni di lacrime. “Non capisci. Se fuggo, Lorenzo verrà per me e quando non mi troverà, si sfogherà su di te. So di cosa è capace. Non si riposerà finché non ti vedrà distrutto.”

“Non mi importa di ciò che mi farà!”, dice Curro avvicinandosi. “Voglio solo tirarti fuori dalle sue mani. Non puoi arrenderti così.”

Lei si allontana leggermente, con voce sommessa e rassegnata. “Non mi sto arrendendo, Curro. Sto cercando di evitare una tragedia. Se fuggo, si rivolgerà contro tutti. Contro il Marchese, contro le serve, contro di te, e non voglio portarmelo addosso.”


Curro stringe i pugni, lo sguardo pieno di indignazione. “Allora ti sacrificherai per lui? Vivrai accanto a un uomo che ti umilia solo per proteggere gli altri.”

“Non è per lui,” risponde lei con lacrime trattenute. “È per te. Non voglio perderti.”

Il silenzio che segue è pesante. Curro respira profondamente, cercando di controllarsi, ma rabbia e impotenza lo consumano dall’interno. “Allora è tutto. Dici questo. Lascerai che vinca?”


Ángela asciuga le lacrime, ferma. “Non vincerà, ma a volte bisogna cedere prima per poter combattere dopo.”

Lui la guarda per qualche secondo in silenzio. “Non posso accettarlo.”

“Non…”, risponde lei triste, “ma è quello che deve essere.”


Curro fa un passo indietro, lo sguardo fisso, ed esce dalla stanza senza dire altro. Quando la porta si chiude, Ángela si lascia cadere sulla sedia, piangendo in silenzio, con il cuore a pezzi.

La Preparazione della Farsa e l’Intento di Lorenzo

Ore più tardi, nel cortile principale, Curro osserva i preparativi del matrimonio. Arrivano carri con fiori, tessuti e casse di vino. I servi vanno e vengono con ordini nuovi ogni minuto. La musica delle prove risuona in lontananza, e Lorenzo, da lontano, supervisiona tutto con un’aria di falsa grandezza. Curro sente lo stomaco rivoltarsi nel vedere il giardino trasformato in palcoscenico per quella farsa. “Uno spettacolo di bugie,” mormora.


Nel frattempo, Cristóbal, il sorvegliante del team di lavoro, si avvicina con un foglio in mano. “Curro!”, grida, attirando l’attenzione di tutti. “Il signor Lorenzo ha mandato questo per te.”

Curro diventa serio. “Cos’è, Cristóbal?” Apre il foglio e legge ad alta voce con un certo compiacimento. “D’ora in poi, sarai responsabile di supervisionare il carico dei barili, la pulizia dei carri, la lucidatura dei candelabri e il trasporto dei fiori al salone. E vuole tutto pronto entro la fine del pomeriggio.”

Curro stringe gli occhi. “Ora vuole usarmi come servo di festa.”


“Non è questione di volerlo, ragazzo,” risponde Cristóbal, fermo. “È un ordine e se non vuoi rispettarlo, puoi fare le valigie e andartene.”

Curro respira profondamente, cercando di contenere la rabbia. “E tu, Cristóbal, credi che sia giusto trattarmi così?”

“Non credo niente,” replica l’uomo, freddo. “Solo eseguo ciò che mi viene ordinato, e ciò che mi è stato ordinato è di farti lavorare fino all’ultimo minuto.”


Altri servi che erano vicini si scambiano sguardi, ignari di come reagire. María, che osservava da lontano, stringe i pugni indignata, ma senza il coraggio di intervenire.

Curro, con lo sguardo fermo, fa un passo avanti. “Allora farò ciò che comanda, ma non perché ho paura, ma perché voglio guardarlo negli occhi quando tutto questo crollerà.”

Cristóbal scuote solo la testa. “Parli troppo, ragazzo. Mettiti al lavoro.” E così, sotto lo sguardo degli altri, Curro inizia ad eseguire gli ordini.


La Notte della Rivolta: La Visione di Hana

La notte cala su La Promesa, carica di tensione. Curro si ferma ai piedi della scala, gli occhi che ardono di rabbia. “Dobbiamo parlare.”

Lorenzo alza lo sguardo impaziente. “Che succede ora? È finito il vino? I fiori non sono del colore giusto?”


Curro fa un passo avanti. “Credi davvero di potermi umiliare così? Usarmi come un servo mentre ti prepari a sposare una donna che non ti ama?”

Lorenzo sorride con disprezzo. “Posso fare ciò che mi pare. Ángela sarà mia moglie e tu, Curro, rimarrai il bastardo che non avrebbe mai dovuto calpestare questo palazzo.”

“Sei un codardo!”, grida Curro.


Lorenzo si avvicina lentamente, con uno sguardo velenoso. “Attento alle tue parole, potrei cacciarti ora stesso. E sai che nessuno muoverebbe un dito per impedirlo.”

Curro stringe i pugni. Lorenzo ride freddamente. “Sei patetico, un servo innamorato di una donna che non sarà mai tua. Ángela sarà mia davanti a Dio e a tutti, e tu sarai lì a trasportare fiori, lucidare candelabri, guardando da lontano senza poter fare nulla.”

I giorni passano velocemente. Il palazzo si riempie di preparativi. Tessuti pregiati coprono le tavole, fiori profumati arrivano dalla capitale e le campane della chiesa locale annunciano il grande evento. Ángela, pallida e abbattuta, riesce a malapena a dormire. Lorenzo, invece, cammina radioso, orgoglioso, mostrando ogni dettaglio del matrimonio come un trofeo.


Alla vigilia della cerimonia, l’atmosfera è pesante. Curro passa la notte sveglio nella sua stanza, consumato dall’angoscia. Non sopporta l’idea di vederla accanto a Lorenzo. Il vento soffia forte dalla finestra aperta e la fiamma della lampada trema, proiettando ombre sulle pareti. Allora ode un suono leggero, quasi un sussurro. La tenda si muove e una figura appare nell’ombra. Curro resta paralizzato.

La giovane vestita di bianco sorge davanti a lui come se avesse attraversato il tempo. Capelli sciolti, sguardo sereno ma fermo. “Sì, Curro,” dice lei con voce calma. “Sono io.”

Lui fa un passo indietro, il cuore che galoppa. “Ma non può essere. Ho visto la bara. Ero lì.”


“Non sei pazzo,” risponde lei avvicinandosi. “Sono qui perché hai bisogno di ascoltarmi. Stai per permettere che l’amore della tua vita cada nelle mani dell’uomo più crudele di questo luogo. Permetterai che accada?”

Curro si porta le mani alla testa, disperato. “Ci ho provato, Hana. Le ho chiesto di fuggire con me. L’ho supplicata. Ma Ángela ha paura. Paura di Lorenzo, paura di ciò che potrebbe fare a me, di ciò che potrebbe fare a tutti.”

“E lascerai che la paura decida ciò che è giusto?”, dice Hana accarezzandolo teneramente. “Sei più forte di questo. Se avessi ascoltato il mio cuore prima, forse non avrei sofferto così tanto. C’è ancora tempo, Curro. Fai ciò che io non ho potuto fare. Lutta per il vero amore.”


Lui cerca di trattenere le lacrime. “Ma se interferisco, può distruggere tutto. Ángela potrebbe odiarmi per aver rovinato il suo matrimonio.”

Hana gli tocca il viso con un gesto delicato. “Non ti odierà. Nel profondo ti ama. È solo prigioniera della paura e tu sei l’unico che può liberarla.”

Curro chiude gli occhi, cercando di comprendere ciò che sta accadendo. “Perché sei venuta da me?”


“Perché la verità torna sempre, Curro. L’amore non si seppellisce e io non voglio vederti pentito per il resto della tua vita.”

Lei inizia ad allontanarsi e la luce della lampada si attenua. “Hana, aspetta!”, grida lui, ma la sua immagine svanisce nell’aria, lasciando solo il suono lontano del vento e il tremore delle sue mani. Curro cade in ginocchio, ansimante, e si rende conto che stava sognando. La stanza era vuota, ma il suo cuore batteva come mai prima. “Ha ragione,” mormora. “Non posso permettere che questo accada.”

Il Giorno del Matrimonio: La Rivelazione di Jana


La mattina seguente, tutto il palazzo è in festa. Gli invitati si riuniscono in giardino, i fiori adornano l’altare e Lorenzo, vestito con pompa, attende con un sorriso trionfante. Ángela appare accompagnata da Leocadia, gli occhi pieni di lacrime e il volto pallido, mentre il padre si posiziona al suo posto.

In fondo alla sala, Curro osserva in silenzio. Le parole del sogno risuonano dentro di lui, palpitando come una chiamata. Quando il padre inizia il suo discorso, Curro non può più sopportarlo. Fa un passo avanti, poi un altro, finché tutti non ammutoliscono.

“Padre, si fermi!”, grida.


Il silenzio è immediato. Lorenzo si volta furioso. “Cosa significa questo, imbecille?”, urla.

Curro, ansimante, lo guarda con fermezza. “Non posso permettere che questo accada. Ángela, ti amo e non ti lascerò essere costretta a vivere una menzogna.”

Tutti restano paralizzati. Ángela porta una mano alla bocca. Scioccato, il padre retrocede e il mormorio degli invitati si diffonde.


“Sei impazzito!”, grida Lorenzo avanzando verso di lui.

“Chiamami come vuoi,” dice Curro, fermo, “ma questo matrimonio non accadrà. Preferisco morire prima che vederti distruggerla.”

Leocadia cerca di intervenire, ma il caos è già scatenato. Ángela, piangendo, fa un passo avanti. “Curro, cosa stai facendo?”


“Ciò che dovevo fare fin dall’inizio,” risponde lui, senza distogliere lo sguardo da lei. “Lottare per noi.”

Il pubblico resta in assoluto silenzio. Lorenzo trema di odio, pronto a reagire, ma per la prima volta non trova parole.

E così, proprio quando tutto sembrava perduto, ecco la svolta inaspettata. Il ritorno di un personaggio chiave, un volto che si credeva perduto per sempre, irrompe sulla scena come un fulmine a ciel sereno, interrompendo la cerimonia con una forza travolgente e rivelando un segreto così oscuro da poter cambiare per sempre le sorti de La Promesa.


Cosa ne pensate di queste scene tratte dai prossimi capitoli della serie La Promesa? Credete che Leocadia si vendicherà? Lasciate la vostra risposta nei commenti. Mi piacerebbe saperlo! Il video non è ancora finito e c’è ancora molto sulla vostra serie preferita. Dovete solo cliccare sul video che appare sullo schermo. A presto e ci vediamo nel prossimo video!