Gabriel Visita Remedios in Prigione Dopo Aver Saputo che Andrés è Stato da Lei – Un Turbine di Sospetti e Minacce in “Sueños de Libertad”

La tranquilla facciata del carcere si incrina sotto il peso di segreti inconfessabili e visite inaspettate. Mentre Andrés, tormentato dalla verità, cerca risposte, suo cugino Gabriel irrompe sulla scena, portando con sé un’aura di pericolo e avvertimenti inquietanti. La rete di inganni che avvolge Remedios si stringe, rivelando quanto sia sottile il filo che lega la libertà alla custodia e quanto il legame familiare possa essere un campo di battaglia mortale.

Le austere mura del penitenziario, solitamente un baluardo di silenzio e rassegnazione, hanno risuonato di un’insolita attività. L’uditorio, abituato a un flusso più prevedibile di visitatori, ha assistito all’arrivo di un volto inaspettato: Gabriel. Il suo ingresso, segnato da un’apparente benevolenza, nascondeva un’intenzione ben più profonda, alimentata dalla notizia che suo cugino, Andrés, aveva recentemente fatto visita a Remedios. Un dettaglio che non era sfuggito all’attenta osservazione della direzione, e che aveva immediatamente messo in moto una catena di reazioni.

“A cosa è venuto?” La domanda, pronunciata con un misto di curiosità e sospetto, rompe il silenzio ovattato della stanza delle visite. La risposta, seppur apparentemente semplice, rivela subito la complessità della situazione. “A farle una visita,” dichiara Gabriel, con un tono che suggerisce una premura disinteressata. “Ho pensato che, dato che sua figlia vive lontano, non avrebbe potuto venire.” Un gesto di cortesia, o una mossa strategica per studiare le reazioni di Remedios e per raccogliere informazioni, mentre cerca di schermare la vera natura della sua visita.


Tuttavia, la sottile maschera di Gabriel inizia a incrinarsi non appena viene menzionato Andrés. “So che anche mio cugino l’ha visitata,” afferma, con un accenno di freddezza che non sfugge all’interlocutore. “Sì,” ammette Remedios, con una punta di esitazione, “ma non le ho detto nulla.” Questo scambio, apparentemente banale, svela la crescente tensione tra i due cugini e il peso dei loro segreti.

Gabriel, pungolato dalla presenza del cugino, incalza: “A cosa è venuto?” La domanda è carica di un significato implicito, quasi una sfida. Remedios, seppur visibilmente scossa, cerca di mantenere la calma. “Continua a credere che abbia mentito quando ho assunto tutta la colpa,” risponde, la voce che tradisce un’eco di frustrazione. “Ma gliel’ho ripetuto più e più volte e credo di averlo convinto.” Remedios sembra aggrapparsi alla speranza che la sua dichiarazione di colpevolezza sia stata finalmente accettata, ma le parole di Gabriel gettano un’ombra di dubbio su questa fragile convinzione.

“Non mi ha dato questa sensazione stamattina, quando l’ho visto,” replica Gabriel, con una sottile minaccia che percorre le sue parole. La sua presenza non è solo una visita, ma un’indagine, un tentativo di decifrare le vere intenzioni di Remedios e di Andrés. La dinamica tra i tre personaggi si trasforma rapidamente in un pericoloso gioco di scacchi, dove ogni mossa è calcolata e ogni parola può avere conseguenze devastanti.


“Beh, se avessi detto la verità, adesso starei dichiarando davanti a un giudice,” ribatte Remedios, con un pizzico di orgoglio ferito, ma anche con una chiara consapevolezza dei limiti imposti dalla sua situazione. “Questo è quello che mi ha proposto. Ma guardi, sono ancora qui per il bene di mia figlia. Giuro sulla cosa più sacra che mia figlia è al di sopra di tutto questo. Non farei mai nulla che potesse nuocerle.”

La dichiarazione di Remedios, fervida e appassionata, sembra smuovere qualcosa in Gabriel. Per un istante, l’espressione sul suo volto si addolcisce. “Va bene, la credo,” dice, con un tono che suggerisce un temporaneo cessate il fuoco. Ma la tregua è effimera, poiché la vera posta in gioco emerge con forza.

“Cosa le ha chiesto Andrés?” L’interrogativo è incalzante, e la risposta di Remedios è un mosaico di verità parziali. “Sospetta di me.” Una confessione che apre una voragine di interrogativi. “Beh, se sospetta o no, io non posso saperlo,” afferma Gabriel, con un distacco studiato. “Non ha mai menzionato il suo nome in nessun momento.” Questa evasività rafforza l’idea che Gabriel sia ben informato e che stia manipolando la conversazione.


La frustrazione di Remedios monta. “Le chiedo di nuovo. Perché è venuto mio cugino Andrés? È successo qualcosa?” La sua voce trema, l’ansia di non sapere la sta divorando. La risposta di Gabriel è sibillina: “Non lo so. A me non ha raccontato nulla.” Questa apparente ignoranza è una tattica, un modo per deviare ogni responsabilità e per mantenere il controllo.

È in questo momento che l’aspetto fisico di Remedios riflette la tormenta interiore. “Sta tremando, Remedios,” osserva Gabriel, con un’ironia crudele. La sua risposta è un grido di dolore soffocato: “Come vuole che stia? Vivo terrorizzata da quando mi hanno rinchiusa qui. Beh, non riesco più a dormire tranquilla. E poi, lei che appare qui.” La sua disperazione è palpabile, un cocktail di paura, incertezza e solitudine.

E poi, l’ulteriore, devastante rivelazione: “Inoltre, il mio avvocato mi ha detto che il processo è stato nuovamente rinviato. Brosar non vuole che si celebri.” Questa notizia è la goccia che fa traboccare il vaso. Il rinvio del processo, la manovra di Brosar, tutto contribuisce a creare un clima di costante minaccia. Remedios si trova imprigionata non solo dalle mura del carcere, ma anche da un sistema che sembra volerla tenere nascosta.


Gabriel, percependo la sua crescente disperazione, decide di affondare il colpo. “Quanti anni possono caderle se si comporta bene e mantiene la bocca chiusa?” La domanda è disarmante nella sua brutalità. “Meno di un anno. È persino possibile che quando si celebrerà il processo lei sia già libera.” Una prospettiva allettante, ma subito smorzata dalla crudele realtà che segue. “Ma tutto questo può cambiare da un momento all’altro, e che rimanga qui rinchiusa per tutta la sua maledetta vita.”

Le parole di Gabriel sono un mix letale di speranza e terrore. Sta giocando con la vita di Remedios, utilizzandola come pedina in un gioco più grande e oscuro. La risposta di Remedios è un misto di incredulità e rabbia: “Come può essere così? Le importa solo rovinare la vita di una persona innocente e tutto per finire con la propria famiglia. Che tipo di persona è lei?”

La domanda di Remedios viene accolta da una risata gelida e da una risposta che gela il sangue: “Il tipo di persona che non le conviene avere contro. Se mantiene la bocca chiusa, è meglio per lei e per sua figlia, se non vuole che le succeda nulla. Ci sono cose molto peggiori che passare la vita qui rinchiusa.”


Questa è la minaccia esplicita, il colpo finale che sigilla la consapevolezza di Remedios. La sua libertà, e soprattutto la sicurezza di sua figlia, dipendono dal suo silenzio. Gabriel non è lì per offrirle conforto, ma per imporre la sua volontà, per assicurarsi che la rete di inganni rimanga intatta. La visita, iniziata con una finta premura, si è trasformata in un brutale avvertimento.

La musica che accompagna queste scene, ora incalzante e drammatica, sottolinea la gravità della situazione. La visita di Gabriel non è stata un incontro casuale, ma un chiaro segnale che Andrés sta iniziando a indagare, e che Gabriel è pronto a tutto pur di impedire che la verità venga a galla. Remedios, intrappolata in questa morsa, si ritrova più sola e spaventata che mai, con la consapevolezza che ogni sua azione, ogni sua parola, è ora sotto un microscopio implacabile. La battaglia per la libertà in “Sueños de Libertad” si è appena fatta più aspra e pericolosa.