AVVISO DI “SUEÑOS DE LIBERTAD”: GIOVEDÌ 28 AGOSTO SU ANTENA 3, CAPITOLO 384 – IL TORMENTO DI MARÍA DI FRONTE AL GABRIEL IMPLACABILE

La fragilità di un impero industriale scossa da scandali e tradimenti, mentre le dinamiche familiari si tingono di sospetto e ricatto.

Il giovedì 28 agosto, Antena 3 alza il sipario sul capitolo 384 di “Sueños de Libertad”, un episodio che promette di scuotere dalle fondamenta la famiglia Reina e le sue precarie alleanze. L’aria nella lussuosa residenza dei Reina è carica di tensione fin dalle prime ore del mattino. Mentre Andrés, con l’intento di celebrare il compleanno di Begoña, pianifica una cena che dovrebbe portare un po’ di serenità nella famiglia, un presagio funesto irrompe nella routine. Damián, immerso nella lettura del quotidiano, balbetta incredulo: “Non è possibile, non è possibile.” L’allarme di Andrés, “Cosa succede?”, trova risposta in una notizia agghiacciante: un’intossicazione di massa tra i lavoratori di una fabbrica di Toledo, le rinomate profumerie della Regina. L’eco di questo disastro non è un semplice incidente, ma un potenziale cataclisma che costringe Andrés e Damián a un immediato e disperato intervento per trovare una soluzione.

La riunione convocata è un vero e proprio campo di battaglia. Gabriel, con la sua solita compostezza strategica, prende la parola per discutere l’offerta fatta ai lavoratori. Ma la situazione si è inasprita. L’avvocato dei lavoratori, informato della risonanza mediatica della notizia, pretende ora cifre ancor più esorbitanti. È qui che Joaquín, con la sua tipica impulsività, ma con una crescente determinazione, interviene: “Madre di Dio. A questo punto, insisto nella mia idea iniziale. Ora ha molto più senso di prima. Credo che ci convenga andare in giudizio.” Il suo ragionamento è chiaro: ormai la notizia è fuori e il discredito dell’azienda è inevitabile. Un processo, seppur rischioso, potrebbe permettere di evitare pagamenti indennitari esorbitanti e, forse, di ripulire l’immagine ormai offuscata della famiglia.


Ma Andrés, nella sua etica a volte ingenua, si oppone fermamente: “Joaquín, non faremo questo. Le indennizzazioni non sono in discussione.” Damián, sorprendentemente, si allinea con il figlio, affermando che “È il minimo che possiamo fare per i dipendenti.” Joaquín, tuttavia, non demorde, sottolineando la cruda realtà: “Sì, zio. Anch’io voglio affrontarle. Ma non dimentichiamoci che stiamo parlando della nostra sopravvivenza.”

Il colpo di scena arriva con l’avvertimento di Gabriel: “Se ora ci tiriamo indietro, potrebbero accusarci di agire in malafede. Ciò farebbe crescere ulteriormente lo scandalo e, se andassimo in giudizio, perderemmo di sicuro.” Tasio, con il suo pragmatismo spesso tagliente, irrompe nella discussione, puntando il dito contro Andrés: “Come ti è venuto in mente di metterti in questo guaio di aumentare le indennizzazioni?” Gabriel cerca di difendere Andrés, attribuendo le sue azioni a un semplice desiderio di aiutare, ma Tasio è implacabile: “Immagino. Ma lo hai consultato con qualcuno?”

Le risposte rivelano un caos decisionale interno. Damiana Clara dichiara di averne parlato con lei, mentre Andrés cerca di giustificarsi: “Volevo creare un ponte per tranquillizzarli. Far sapere che eravamo dalla loro parte. Non contavo che ci avrebbero giocato in questo modo.” Gabriel, con una punta di amarezza che tradisce una strategia più fredda, ammette: “È stato ingenuo non tenere conto di ciò che un lavoratore malato e indignato può arrivare a fare.” Andrés si difende, sostenendo che nessuno gli avesse prospettato una simile eventualità, ma Gabriel ribatte: “Ciò non significa che non ci stessero pensando. È difficile che un gruppo agisca senza crepe, ecco perché ci troviamo in questa situazione.”


Damián, con la sua autorità paterna, cerca di riportare la calma: “Sì, uno qualsiasi di loro potrebbe aver parlato con la stampa.” Tasio, però, si mostra risentito: “Se le cose fossero state fatte bene fin dall’inizio, non saremmo in questa conversazione. Sempre lo stesso, la famiglia Reina che agisce per conto proprio senza contare su nessuno e alle spalle dell’azienda. E alla fine paghiamo tutti per non aver assunto un vero tecnico della sicurezza.”

Damián, nel suo tentativo di evitare ulteriori conflitti, propone: “Continuare a darci la colpa non ci farà avanzare. Tasio, qualche proposta?” È Gabriel a intervenire con una strategia chiara: “Potremmo rilasciare un comunicato stampa spiegando le misure che l’azienda ha adottato? Coprire le spese mediche, pagare le indennizzazioni, chiudere la saponificazione fino a quando non verranno fatte le riforme. Ciò dimostrerebbe che abbiamo agito con rapidità e potrebbe aiutarci.” Damián approva con un cenno: “Sì, è una buona idea. L’ideale sarebbe che uscisse nell’edizione serale di oggi.” Gabriel conferma: “Così faremo.” Il prossimo passo, suggerisce, sarà parlare con l’avvocato dei querelanti, ma con cautela, aspettando almeno un giorno per valutare l’impatto del comunicato. Joaquín, tuttavia, esprime scetticismo: “Credete che un giorno sarà sufficiente? Per me questo postumi durerà molto di più.” Gabriel poi ritorna sulla questione delle indennizzazioni: “Andrés ha parlato di un aumento del 30% delle indennizzazioni. Potremmo permettercelo.” Andrés, con un filo di preoccupazione, aggiunge: “Speriamo che non chiedano di più.” Damián, più realista, avverte: “È probabile che vogliano tornare alla prima cifra che avevano proposto. Speriamo non la aumentino ancora.”

Gabriel, con una determinazione che tradisce un piano più ampio, dichiara con fermezza: “Io parlerò con l’avvocato e cercherò di raggiungere un accordo che vada a beneficio di entrambe le parti.” Joaquín, con un misto di speranza e ansia, chiede: “Credi che potrai chiudere l’accordo?” Gabriel risponde con sicurezza: “Mi lascerò la pelle. Potete fidarvi di me.” Damián, con un tacito assenso, afferma: “Certo, ci fidiamo di te.” La riunione si conclude con un accordo apparente, ma le crepe nella fiducia e nelle strategie sono evidenti.


Nel frattempo, un’altra tensione si manifesta a casa Reina. Irene raggiunge Digna e la implora: “Digna, per favore, aspetta. Volevo solo ringraziarti per non aver detto nulla a Joaquín su…” Digna, visibilmente irritata, la interrompe: “Su cosa?” Irene, con voce rotta dall’emozione, prosegue: “Sul tuo tradimento, sulla tua manipolazione, sul tuo presunto comportamento impeccabile.” Irene, con un tono dolente, ammette: “Capisco che tu non sia capace di perdonarmi.” Digna, con una freddezza glaciale, replica: “Non è che non sia capace, Irene, è che non voglio.”

Irene, disperata, continua a supplicare: “Non posso vivere senza il tuo perdono. Sul serio, continuerò a provarci fino a quando non lo otterrò. Quello che non capisco è come, dopo tutto quello che vi abbiamo fatto, tu continui a convivere con mio fratello. Perché sei ancora in quella casa? Continuerai a fare l’infermiera sapendo tutto quello che sai?”

Digna, con un distacco studiato, risponde: “Non è necessario che continuiamo questa conversazione.” Irene insiste, il bisogno di capire è quasi fisico: “È che ho bisogno di capirlo. Ho bisogno di sapere perché non puoi perdonare me e sì lui.” Digna, con una riluttanza evidente, spiega: “Mi ha supplicato di perdonarlo. Mi ha fatto capire cosa passava per la sua testa in quel momento. Aveva molta paura che perdessimo la fabbrica e mi ha giurato che non lo avrebbe fatto più, che non ci avrebbe traditi più.”


Irene, incredula, la incalza: “E questo è stato sufficiente? Non capisco come tu non esca da quella casa oggi stesso.” Digna la affronta, con una verità amara che gelerebbe il sangue: “È mio marito. Grazie al tuo silenzio mi sono sposata con lui. Non ho altra alternativa. Sai cosa significherebbe se io abbandonassi il domicilio coniugale? Devo ricordarti come sono le leggi.” Irene, con pura incredulità, chiede: “Quindi è per questo?” Digna annuisce con fermezza: “Certo che è per questo. Per quale altro motivo dovrebbe essere?”

Nel frattempo, a casa Reina, Pelayo riceve una visita inaspettata e minacciosa da Miguel Ángel Vaca. Al vederlo, Miguel Ángel lo rimbrotta: “Come ha potuto succedere qualcosa del genere? Ieri mi hai detto che tutto era sotto controllo. Mi stavi mentendo? È così che inizia la tua carriera politica?” Pelayo, visibilmente preoccupato, tenta una difesa: “È stata una fuga di notizie dell’ultima ora.” Miguel Ángel, però, lo interrompe con un tono lapidario: “Una domanda collettiva degli interessati. Pelayo, questo scandalo ormai nessuno lo fermerà.” Pelayo cerca di giustificarsi: “Capisco la tua indignazione, ma devi sapere che mio suocero e il resto della dirigenza hanno una strategia per ripulire l’immagine dell’azienda.”

Miguel Ángel, furioso, ribatte: “Sai bene quanto me che è troppo tardi.” Pelayo insiste: “No, non lo è ancora. L’avvocato dell’azienda ha proposto delle indennizzazioni che eviteranno il processo e lo scandalo.” Miguel Ángel, con un’ironia tagliente, lo affronta: “Siete su tutti i giornali. Lo scandalo si è già esteso in tutto il paese.” Pelayo si scusa: “Mi dispiace. Non sappiamo chi abbia filtrato l’informazione. L’unica cosa che so è che gli azionisti contrattaccheranno per risolverlo. Puoi fidarti di me?”


Miguel Ángel, con uno sguardo di puro scetticismo, sentenzia: “Questo mi chiedo io. Posso? Sei parte di questa famiglia e il tuo nome uscirà macchiato da tutta questa faccenda. Ci sono persone influenti molto allarmate. Oggi stesso ho ricevuto due telefonate da Madrid che mi chiedevano spiegazioni e sono rimasto come un idiota.” Pelayo, con nervosismo crescente, chiede: “Stai dicendo che la mia nomina è in pericolo?” Miguel Ángel risponde con durezza: “Ciò che ieri era sicuro, oggi ha smesso di esserlo. È quello che ti sto dicendo.” Pelayo, disperato, supplica: “E cosa faccio? Dimmi, cosa posso fare per rimanere l’unico rilevante?” Miguel Ángel, con una rabbia repressa, lo tronca: “Risolvi questo al più presto e prega che non ti coinvolga più di quanto dovuto.” Miguel Ángel si ritira, lasciando Pelayo nel suo tormento, a leggere con angoscia i titoli del giornale.

Ma il fulcro della puntata è il confronto finale, carico di sottotesti e di ambizioni malcelate, tra Gabriel e María. Gabriel, terminata una telefonata, si trova di fronte a María, che lo incara con un’accusa diretta: “Sei stato tu, vero?” Gabriel, fingendo una calma innaturale, chiede: “Di cosa parli?” María insiste: “Non mentirmi. Hai filtrato la notizia alla stampa per provocare lo scandalo?” Gabriel, con una freddezza disarmante, risponde: “Ti ho già detto che non avrei permesso che Andrés rovinasse i miei piani, ma grazie a lui tutto uscirà meglio del previsto. Ora potremo dare il colpo definitivo all’azienda.”

María, confusa e disorientata, replica: “Non lo capisco, Gabriel.” Lui spiega, con un ghigno sottile: “Oltre a farsi carico delle indennizzazioni, dovranno affrontare le conseguenze dello scandalo.” María, con una punta di apprensione genuina, lo interroga: “Hai ben calcolato quelle conseguenze?” Gabriel, con fastidio, domanda: “Ne dubiti?”


María insiste: “Te lo ripeto. Hai ben calcolato se gli interessi di Julia e i miei non vengano danneggiati.” Gabriel, visibilmente irritato, la interrompe: “María, stai iniziando a irritarmi con questa faccenda.” Lei lo affronta con determinazione: “Guarda, se l’azienda va in rovina, che interesse avrà Brosard a prendersela e noi due abbiamo fatto in modo che non rimanga nulla?” Gabriel sorride con sicurezza: “Proprio allora sarà quando più interesserà loro, quando non varrà nulla per ricapitalizzarla.”

Ma María solleva un’obiezione cruciale: “Ma con Andrés nella direzione.” Gabriel la guarda con una preoccupazione che cerca di nascondere e confessa: “A volte mi fai paura.” Gabriel le ricorda, con un tono che mescola minaccia e rassicurazione: “Hai un documento firmato da Brosart con quell’accordo, lo rispetteranno.” María esita: “Non ne sono così sicura.” Gabriel la rimprovera: “Perché sei così reticente ultimamente? Cosa ti succede? C’è qualcosa che devi dirmi? Non sono stupido, María, e non ho intenzione di abbassare la guardia.”

Lei lo avverte, con un’oscurità che traspare: “Anche le persone più intelligenti possono commettere delle disattenzioni.” Gabriel, con un tono che oscilla tra l’inganno e la reale convinzione, tenta di rassicurarla: “È tutto sotto controllo. L’azienda e anche Begoña. Ho tuo marito sotto controllo in tutti i sensi.” La promessa di Gabriel suona come una condanna, lasciando María in uno stato di profondo turbamento, con la consapevolezza che ogni passo di questa intricata trama è stato attentamente orchestrato, ma che le conseguenze potrebbero essere ben più devastanti di quanto chiunque possa immaginare.