Avance “Sueños de Libertad”: Il Matrimonio Precipitoso di Begoña e Gabriel Sconvolge la Colonia

Un turbine di segreti, scandali e passioni represse sta per travolgere la tranquilla vita dei De la Reina. La decisione impulsiva di Begoña e Gabriel di sposarsi in segreto accende una miccia che minaccia di far esplodere l’intera famiglia.

La tranquilla facciata dei De la Reina è sul punto di sgretolarsi. L’ultima notizia, giunta come un fulmine a ciel sereno, non solo ha scosso le fondamenta della nobile famiglia, ma ha innescato una reazione a catena di incredulità, disapprovazione e, soprattutto, di disperato tentativo di impedire un destino che molti considerano un errore fatale. Begoña Montes e Gabriel de la Reina hanno deciso di unirsi in matrimonio, con una rapidità che ha lasciato tutti a bocca aperta e con una segretezza che solleva ancor più interrogativi inquietanti.

La notizia, diffusa con la velocità del vento, ha raggiunto prima di tutti le orecchie attente di Don Agustín, il patriarca anziano e custode delle tradizioni. La sua disapprovazione è palpabile, un fardello di rimproveri e sguardi severi che pesaranno sulle spalle dei futuri sposi. Ma la vera tempesta emotiva si scatena con Andrés de la Reina. Non appena appresa l’inaspettata novità, Andrés, il cui legame con Begoña trascende i confini del dolore per la perdita del fratello, si getta in una disperata corsa contro il tempo per fermare quello che lui percepisce come un disastro imminente. Ogni suo movimento, ogni sua parola, è animato da un’urgenza figlia della frustrazione e dalla profonda convinzione che questo matrimonio sia una trappola, una decisione dettata dalla disperazione piuttosto che dal sentimento. Riuscirà Andrés a spezzare questa catena di eventi prima che sia troppo tardi?


Il dramma si intensifica all’interno del dispensario, un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di speranza e guarigione, ora teatro di una rivelazione sconvolgente. Begoña Montes stringe tra le mani un piccolo flacone di vetro, il cui peso sembra eguagliare quello di una condanna. La sua pulsazione risuona nelle sue orecchie come un tamburo di guerra, un presagio inequivocabile. Non ha bisogno della prova scientifica; il suo corpo, la sua intuizione, le urlano la verità: è incinta. Le parole “Non sono preparata ad avere un bambino” escono dalle sue labbra come un sussurro spezzato, ma il terrore che le accompagna è adulto, crudo, amplificato dal contesto sociale di una Spagna a cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, un’epoca in cui la vergogna e la condanna sociale per una gravidanza fuori dal matrimonio erano spietate.

Solitaria, ospite quasi per grazia della famiglia De la Reina, il suo futuro appare improvvisamente una prigione di quattro mura, un incubo che ha soffocato i suoi sogni di libertà e indipendenza. Il pensiero corre a Gabriel de la Reina, il nipote enigmatico di Damián, l’uomo che aveva promesso un futuro di felicità. Begoña rivive con struggente chiarezza la notte in cui aveva abbassato le sue difese, sedotta dalle parole suadenti e dallo sguardo intenso di Gabriel. Ricorda il bacio, la promessa sussurrata: “Ti prometto che questo sarà il motore della mia vita”. Ora, quelle parole suonano beffarde, una crudele presa in giro di un amore che si rivela fragile e incerto, una trappola tesa da un uomo di cui sapeva così poco.

L’irruzione di Luz Borrey, sua amica e dottoressa, nel dispensario trasmette un barlume di speranza, ma anche la conferma di un legame di fiducia reciproca. Lo sguardo di Luz, dal volto terrorizzato di Begoña al flacone sul lavandino, non necessita di spiegazioni. Le parole di Begoña, cariche di disperazione, rivelano la sua paura più profonda: “Non potrei mai fare questo. Non potrei.” L’idea di un’interruzione, pur sfiorata dalla disperazione, viene subito respinta con orrore. Un gesto istintivo porta le mani di Begoña a proteggere il suo ventre, un gesto che la terrorizza ancora di più. “Ho paura, Luz. Ho tanta paura.” Luz cerca di offrirle conforto e saggezza: “Questo è qualcosa che riguarda entrambi. Forse dovresti parlarne con il padre.” Ma Begoña rifiuta, ha bisogno di tempo, di un piano, e la sua mente è un caos vorticoso. La sua situazione non è un dono, ma una “seme piantata da un uomo che conosce appena, in una terra sociale che non perdona”.


I giorni successivi sono un susseguirsi di ansia dissimulata. Begoña si muove per la lussuosa dimora come un fantasma, le sorrisi forzate, le mani perennemente fredde, il segreto che cresce dentro di lei come un tumore insidioso. Le fughe di Gabriel a Madrid diventano un temporaneo scudo, ma il tempo scorre inesorabile e la nausea mattutina diventa sempre più difficile da nascondere. L’unica via d’uscita, l’unica opzione socialmente accettabile in quell’epoca implacabile, è il matrimonio. Un matrimonio precipitoso, basato non sull’amore consolidato, ma sulla disperazione sociale, un’idea che la soffoca.

È in questo stato di crescente angoscia che incontra Andrés nel giardino. Lui, che aveva condiviso il dolore della perdita di suo fratello Jesús, la guarda con una comprensione che nessun altro possiede. Tra loro esiste un amore puro, inespresso, un legame umano profondo. Andrés percepisce la sua inquietudine, la sua pallidezza. “È per Gabriel? È successo qualcosa?” Begoña, cedendo alla genuina preoccupazione del suo interlocutore, si lascia sfuggire la verità che stava disperatamente cercando di reprimere: “Non so cosa fare, Andrés.”

I sussurri di Andrés, che ha sentito voci su un imminente matrimonio, si trasformano in un appello accorato: “Begoña, ti prego. Non affrettarti. Non farlo per la pressione, per sentirti sola qui. Meriti qualcosa di più di un matrimonio affrettato.” Le sue parole, destinate a consolare, accendono una miccia. “Pressione?”, ripete lei con una risata amara. “Non hai idea.” Andrés, con un gesto rassicurante, le prende le spalle: “Allora spiegamelo. Fidati di me.” E Begoña si rompe. Le lacrime, trattenute per giorni, sgorgano. “Non posso, Andrés. Non posso non affrettarmi.” La sua risposta, un sussurro carico di disperazione, gela l’aria: “Sono incinta, Andrés.”


Il mondo si ferma. Il canto dei grilli cessa, il vento si placa. Andrés arretra, il suo volto una maschera di incredulità e un dolore così profondo da straziare l’anima. “Cosa?” la sua voce è un flebile sussurro. “Sono incinta di lui,” ripete Begoña, la voce morta. Di Gabriel. Andrés si porta una mano alla bocca, lottando per mantenere la compostezza. La notizia è una bomba che ha detonato nel santuario dei suoi sentimenti inespressi, il figlio che nei suoi sogni segreti aveva immaginato con lei, ora è una realtà, ma con un altro uomo, un uomo di cui Andrés non si fida. “Come?” la sua voce si incrina, il dolore lascia il posto all’angoscia. “Come hai potuto tenerlo nascosto?” L’accusa, per quanto lieve, la colpisce. “Non avevo scelta!”, urla lei, le lacrime che affogano le parole. “Non potevo affrontare tutto questo da sola, Andrés, non capisci? Non avevo scelta.”

Lui la guarda, e nei suoi occhi Begoña vede il riflesso della sua stessa tragedia, la morte di un futuro che non sarebbe mai stato, l’uomo che la amava davvero che la vede incatenarsi a un altro per dovere. “Dio mio, Begoña,” mormora Andrés, la voce spezzata da un’emozione indefinibile, lasciandola completamente sconfitta. Entrambi piangono, non solo per la gravidanza, ma per il “loro” che è appena morto in quel giardino.

Nel frattempo, Gabriel de la Reina, interpretato magistralmente da Oriol Tarrasón, si rivela un uomo con un piano, non un sentimentale. La sua figura è quella di un villain consumato, mosso non dall’amore, ma da ferite profonde e da un oscuro obiettivo: la vendetta. La sua arrivo nella colonia, il suo corteggiamento a Begoña, sono solo una facciata per distruggere Damián e annientare l’intero clan De la Reina. La gravidanza di Begoña non era nei suoi piani, ma un buon stratega sa adattare le proprie armi. Il panico di Begoña diventa la sua opportunità d’oro. Il matrimonio, che avrebbe potuto essere un ostacolo, si trasforma nel suo principale veicolo di infiltrazione.


La proposta non si fa attendere. Non è un momento intimo, ma un’imboscata emotiva, calcolata e pubblica, orchestrata nel salone principale dopo cena, con Damián e, soprattutto, la piccola Julia, la figlia di Jesús, presenti. Begoña, in uno stato di ansia febbrile, viene chiamata al centro della stanza. “Begoña, cara,” dice Gabriel, la sua voce risuona con una falsa calore, mentre fa cenno a Julia di avvicinarsi. “Voglio che tu sia la prima a sapere una cosa.” Julia, innocente, si aggrappa alla mano di Gabriel, mentre Begoña sente il terreno sparire sotto i suoi piedi. Sta usando la bambina. Gabriel sorride, ma i suoi occhi sono freddi e imploranti. “Begoña e io abbiamo deciso. Io ho deciso che non posso passare un giorno in più senza che tu sia mia moglie.” Si inginocchia, tirando fuori una scatola di velluto. “Begoña Montes,” la sua voce si proietta per Damián. “Vuoi sposarmi?”

È una trappola perfetta. Julia soffoca un grido di emozione. Damián osserva con trepidazione. Il silenzio si prolunga. Begoña guarda l’anello, poi Julia, poi Damián. È accerchiata. Il vergognoso rifiuto, l’inevitabile domanda del perché tanta fretta se dicesse di sì, lo scandalo di una gravidanza fuori dal matrimonio la schiacciano. Gabriel ha vinto. “Certo che sì,” dice Begoña, la voce sottile come un filo. Il suo “sì” suona più come una condanna che come una celebrazione. Julia applaude. Gabriel le mette l’anello, il metallo freddo come un ceppo al suo dito. Più tardi quella notte, Begoña si aggrappa a lui nel corridoio, cercando disperatamente di convincersi, di vendere la bugia al mondo e al suo cuore: “Ti amo e voglio sposarti!” Gabriel la abbraccia, il suo volto invisibile sulla sua spalla, sorridendo. La prima fase della sua vendetta è completa. Ha assicurato la sua posizione. Presto sarà un De la Reina, e dall’interno, il clan sarà molto più facile da distruggere.

Mentre Begoña viene trascinata dai frenetici preparativi di un matrimonio non desiderato, Andrés de la Reina si consuma nel sospetto. Il dolore della confessione di Begoña si è solidificato in una fredda determinazione. Non si fida di Gabriel. La gravidanza non cambia il fatto che Andrés crede Gabriel pericoloso. La sua mente torna incessantemente a Remedios, la madre di Enriqueta, e alla violenta lite che aveva testimoniato con Gabriel poco prima dell’incidente che le era costato la memoria. Ora che i suoi ricordi stanno tornando, è convinto che Gabriel sia coinvolto in qualcosa di oscuro.


Decide di agire. Andrés contatta Enriqueta, cercando disperatamente qualsiasi informazione che provi il coinvolgimento di Gabriel in certi eventi. La telefonata è tesa. Lei è spaventata, ma conferma i sospetti di Andrés: ha inviato una lettera. Una lettera che contiene tutto, una lettera che smaschererà Gabriel. “L’ho spedita giorni fa,” dice Enriqueta al telefono crepitante, la voce tremante da Parigi. “Alla villa, a tuo nome.” Andrés sente un brivido. Non l’ha mai ricevuta. Riattacca e si precipita in cucina. Manuela, la cuoca, sta pulendo. “Manuela,” dice Andrés cercando di mantenere la calma. “È arrivata una lettera per me da Parigi. È urgente.” Manuela si asciuga le mani sul grembiule. “Sì, signorino Andrés, è arrivata stamattina. Dato che lei non c’era, l’ho consegnata alla signora María.”

L’aria abbandona i polmoni di Andrés. María, sua moglie, la donna con cui è intrappolato in un matrimonio senza amore, la donna che, come inizia a sospettare, ha stretto un’alleanza empia con Gabriel. Sale le scale di due in due. Trova María nella sua stanza, mentre si spazzola i capelli davanti allo specchio. “Dov’è?”, chiede senza preamboli. María lo guarda attraverso lo specchio, la sua espressione controllata. “Dov’è cosa, caro?” “La lettera di Enriqueta. Manuela mi ha detto che te l’ha data.” Il pettine si ferma a metà corsa. Per un istante, Andrés vede il panico nei suoi occhi, ma scompare rapidamente, sostituito da un freddo indifferenza. “Non so di cosa parli,” dice, voltandosi a guardarlo. “Non ho ritirato nessuna lettera per te.” È una bugia palese, evidente. E in quel momento, Andrés sa due cose con assoluta certezza. Primo, che la lettera conteneva la verità di cui aveva bisogno per fermare Gabriel. Secondo, che María gliela stava nascondendo deliberatamente. “Menti,” dice, la sua voce bassa e pericolosa. “Non osare parlarmi così,” replica lei, alzandosi in piedi. “Sei ossessionato da Gabriel e da Begoña. Dovresti preoccuparti di più di tua moglie.” “E la tua alleanza con lui, María?” sibilò Andrés. “Cosa ti ha promesso?” Lei non risponde. La verità incombe tra loro, velenosa e innegabile. María, accecata dalla propria gelosia e ambizione, ha appena spezzato l’unico filo che avrebbe potuto salvare Andrés. Nascondendo quella lettera, è diventata complice di un attentato. Andrés esce dalla stanza, la sua frustrazione trasformata in un gelido terrore. È solo in questo. Gabriel e María controllano la narrazione, e il tempo stringe.

Nel frattempo, al piano di sotto, Begoña osserva María scendere le scale, pallida ma composta. Qualcosa nel modo in cui María guarda Gabriel quando pensa che nessuno la veda, una complicità, una tensione condivisa, le fa iniziare a sospettare. Inizia a chiedersi se María sappia qualcosa del piano di Gabriel, qualcosa che tutti gli altri ignorano.


La farsa prende il via a una velocità vertiginosa. L’annuncio ufficiale del fidanzamento avviene durante una cena di famiglia che trasuda tensione. “Bene, famiglia,” inizia Gabriel, alzando il suo bicchiere di vino. Begoña è al suo fianco, una bambola rigida con un sorriso dipinto. “Come alcuni già sanno, Begoña e io abbiamo una notizia da condividere.” Fa una pausa drammatica. “Gabriel mi ha chiesto di sposarlo, e io ho accettato.” Ci sono un secondo di stupore attonito. Julia è la prima ad applaudire. Damián, il patriarca, appare sinceramente sorpreso. “Bene, che sorpresa,” balbetta Damián, alzando il suo bicchiere con mano tremante. “Questo davvero non me l’aspettavo. Ehm, siamo felici, zio. Sì, certo, certo che sono felice.” Il suo entusiasmo suona vuoto, forzato.

“Congratulazioni, complimenti,” ma Gabriel non ha finito. Per solidificare la sua nuova posizione, per legare tutti i capi della sua facciata, dispiega la seconda parte del suo piano di infiltrazione: l’adozione di Julia. Il giorno dopo l’annuncio, Begoña e Gabriel si riuniscono con Damián nel suo ufficio. È Begoña che deve parlare, sentendo gli occhi di Gabriel fissi sulla sua nuca. “Damián,” inizia Gabriel, “ora che Begoña e io stiamo per formare una famiglia, e con il bambino in arrivo…” “Vorremmo. Vogliamo adottare Julia,” lo interrompe Gabriel senza mezzi termini. A Damián la notizia non va giù. Si oppone. Temeva che se fossero partiti da Toledo, avrebbero portato la bambina con loro. Aveva perso troppo e non voleva perdere Julia. La proposta scatena una tempesta. Dignana, la nonna di sangue di Julia, è furiosa. Si scontra con Damián per aver considerato di cedere senza consultarla. “Perché non hai tenuto conto della mia opinione? Sono sua nonna di sangue,” gli rinfaccia, rivelando le profonde crepe della famiglia. Ma Gabriel e Begoña hanno l’arma definitiva. La stessa Julia. Begoña porta la bambina a fare una passeggiata. È una manipolazione crudele, e Begoña lo sa, ma si sente intrappolata nel meccanismo di Gabriel.

“Julia, tesoro,” dice Begoña, inginocchiandosi davanti a lei. “Sai che Gabriel e io ti vogliamo molto bene e vogliamo che tu sia nostra figlia legalmente?” La bambina sembra confusa. “Ma lo sono già. Mi allontanerete dal nonno?” Il suo labbro inferiore trema. “No, no, certo che no,” si affretta a dire Begoña. “Sarai sempre vicina a lui, ma c’è dell’altro.” Begoña si fa coraggio. “Presto, presto avrò un bambino.” Gli occhi di Julia si spalancano. “E se ti adottiamo,” continua Begoña, sentendosi miserabile, “quel bambino sarà legalmente tuo fratello.” È la parola magica. “Fratello,” sussurra Julia. Il dubbio sul suo volto viene sostituito da uno splendore radioso, puro. Un fratello. “Ho desiderato tanto avere un fratello.” Abbraccia Begoña con tutte le sue forze. “Sì, sì, voglio.” Begoña ricambia l’abbraccio, le lacrime che le bruciano gli occhi. Sono lacrime di colpa. L’unica persona veramente felice in questa famiglia di bugie è una bambina innocente, la cui felicità si sta costruendo sulla bugia più profonda e pericolosa di tutte.


Con l’accettazione di Julia, Damián non ha altra scelta che cedere. Gabriel ha vinto di nuovo. Ora ha una moglie incinta, una figlia adottiva e il cognome De la Reina. Ha tutto ciò di cui ha bisogno per la sua mossa finale.

Il giorno del matrimonio sorge con un cielo plumbeo, come se la natura stessa stesse in lutto. Il capitolo 415 delle loro vite sta per essere scritto, e Begoña sente ogni parola come una condanna. La casa è un fervore di attività. Fiori, abiti, invitati. Begoña si guarda allo specchio, l’abito da sposa bianco, una beffa alla sua situazione. Si sente un’impostora, un’attrice in una macabra opera teatrale. Ogni gancio e ogni bottone la fanno sentire più intrappolata.

Mentre Begoña si veste per il suo sacrificio, la vera azione si svolge nella fabbrica di profumi De la Reina. La vendetta di Gabriel è un piano su due fronti. Il primo fronte è sociale, il matrimonio che gli conferisce legittimità e controllo. Il secondo fronte è economico e violento: il sabotaggio. Nella sala caldaie, il cuore industriale della fabbrica, una tragedia si sta tramando. Per settimane si è parlato della caldaia pericolosa. Non è un incidente. È un piano deliberato di Gabriel, un piano che María conosce. I manometri manipolati vibrano nella zona rossa. Un vapore denso si sfugge da una guarnizione mal serrata. Il responsabile della manutenzione, un uomo di nome Mateo, guarda la caldaia con terrore autentico. “Sta per esplodere,” grida verso l’ufficio. “Dobbiamo evacuare.” L’allarme suona proprio mentre Andrés entra nella fabbrica.


Aveva evitato la villa tutta la mattina, incapace di sopportare la vista di Begoña in abito da sposa. Il suono dell’allarme lo strappa alla sua miseria. Mateo corre verso di lui. “Signor Andrés, è la caldaia principale. Sta per scoppiare. Ho chiamato tutti, ma non riusciamo ad abbassare la pressione.” I lavoratori iniziano a fuggire nel panico. Andrés prende una decisione in una frazione di secondo. Non è l’erede codardo, è un soldato. “Evacua tutti. Tirali fuori di qui,” ordina Andrés. “E lei?” grida Mateo. “Io proverò a liberare manualmente la valvola di sfogo. Conosco questa macchina. Ora vai.” Andrés non lo sa. Non può saperlo. Non sta facendo l’eroe. È il bersaglio. L’esplosione non è solo per destabilizzare la fabbrica, è per eliminarlo. L’unico che sta mettendo insieme i pezzi, l’unico che ha contattato Enriqueta, sta camminando direttamente verso la trappola mortale che Gabriel gli ha teso.

“Andrés e il responsabile della manutenzione rimangono per cercare di ripararla,” diranno più tardi i rapporti. La narrazione delle loro vite si è tragicamente divisa. Nella villa dei De la Reina, la musica nuziale inizia a suonare. Begoña, pallida come il suo vestito, prende il braccio di Damián per camminare verso l’altare improvvisato nel salone. In fabbrica, Andrés corre verso la sala caldaie, l’aria così calda da bruciargli i polmoni. Il sibilo è assordante. Nel salone, Begoña vede Gabriel che la aspetta all’altare, il suo futuro carceriere, sorridendo. Nella sala caldaie, Andrés afferra la grande ruota di ferro della valvola di sfogo. È rovente. Usando la giacca per proteggersi le mani, tira con tutte le sue forze. La ruota non si muove, è bloccata, sabotata. Andrés la colpisce disperato. Il sibilo si ferma, e in quel silenzio terrificante capisce che è troppo tardi.

“E io, Gabriel, prendo te, Begoña, come mia legittima sposa.” Le parole del sacerdote sono un ronzio lontano nelle orecchie di Begoña. È in piedi all’altare, un automa di pizzo. Vede i volti degli invitati, il sorriso soddisfatto di María, la felicità innocente di Julia in prima fila. Vede Gabriel pronunciare i suoi voti con una chiarezza impeccabile. Tutto è una bugia. “Per amarti e rispettarti, nella ricchezza e nella povertà, nella salute e nella malattia.” Salute, pensa Begoña con ironia, una mano che fluttua istintivamente verso il suo ventre. Malattia, “tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi.” Ora tocca a lei. Il sacerdote la guarda, Gabriel la guarda, tutti la guardano. Apre la bocca per recitare la bugia che sigillerà il suo destino. “Io, Begoña,” un rombo basso e gutturale scuote la villa. Non è un suono acuto, ma un’onda d’urto che vibra dal pavimento verso l’alto, facendo tintinnare i bicchieri di champagne e tremare i vetri delle finestre. Silenzio, e poi il caos. Un secondo dopo arriva il suono, l’esplosione, un ruggito sordo e potente che fa urlare gli invitati. “Mio Dio, cos’è stato? È venuto dalla fabbrica.” Begoña barcolla, aggrappandosi al braccio di Gabriel. Il suo primo istinto, un riflesso di pura sopravvivenza pragmatica, è per l’uomo al suo fianco. Il padre di suo figlio, la sua copertura. “Gabriel, stai bene?” Lui la tiene stretta, ma i suoi occhi sono fissi in direzione della fabbrica. Un’espressione indecifrabile sul suo volto. “Sto bene,” dice. Begoña respira sollevata. Per un secondo, il terrore egoista che il suo piano di salvezza si fosse dissolto l’ha paralizzata. Gabriel è salvo. Il suo futuro, per quanto misero, è intatto.


Poi qualcuno urla il nome che cambia tutto. “Andrés. Andrés era in fabbrica. L’ho visto entrare.” Il sollievo di Begoña evapora, sostituito da un terrore così freddo e viscerale da toglierle il fiato. Guarda Gabriel, che è ancora in piedi accanto a lei, illeso, e poi guarda verso la porta, verso la colonna di fumo nero, ora visibile attraverso la finestra. Gabriel è lì, Andrés è lì, il sospetto che stava crescendo in lei, la bugia di María, la pericolosa caldaia, la fretta del matrimonio. Tutto torna al suo posto con una terribile e brillante chiarezza. Questo non è stato un incidente. È stato un piano. “Il tuo piano, vero?” sussurra Begoña. Guarda Gabriel, che ora finge preoccupazione. “Tu lo sapevi.” Non è una domanda. Prima che lui possa rispondere, prima che il sacerdote possa parlare, prima che nessuno possa fermarla, Begoña agisce. La verità, l’unica verità che conta, la pervade. Si raccoglie l’abito da sposa con entrambe le mani. Non dice nulla, non grida, semplicemente corre. “Begoña, la cerimonia,” urla Damián. Ma lei non si ferma, lascia Gabriel piantato sull’altare, lascia la sua farsa nuziale, la sua gabbia di rispettabilità e la sua famiglia di bugie in rovina prima ancora che possano iniziare. Corre lungo il corridoio, esce dalle porte principali e attraversa il prato, una macchia bianca di panico contro il verde del giardino, correndo verso il fumo, verso la fabbrica, verso l’uomo che ama veramente.

Il matrimonio precipitoso è finito. L’unica domanda che conta ora, l’unica decisione che ha senso è quella che il suo cuore urla mentre corre. Begoña vuole fermare il suo matrimonio finché Andrés non si risveglia.