Avance Sueños de Libertad, Capitolo 440: Chi è Maripaz? L’Ombra Inquietante che Minaccia la Colonia
Madrid, 19 Novembre. Il cielo sopra la Colonia si è tinto di un grigio plumbeo, quasi a presagire il turbine di emozioni e segreti che sta per travolgere i suoi abitanti. Nel capitolo 440 di “Sueños de Libertad”, il velo sulla vera identità e le oscure intenzioni di Maripaz inizia a squarciarsi, proiettando un’ombra minacciosa su coloro che, ignari, si avvicinano pericolosamente a lei. La sua presenza, finora un enigma discreto, si manifesta ora con una forza inarrestabile, minacciando di sconvolgere gli equilibri consolidati, specialmente quelli di Claudia, che si trova involontariamente sulla sua traiettoria.
La giornata è iniziata con il consueto rombo delle macchine nella fabbrica della Regina, ma l’aria è carica di una tensione palpabile. Andrés, con passo deciso ma il cuore pesante, attraversa il cortile. I suoi occhi, però, si fermano inevitabilmente su una figura che è diventata un punto focale del suo tormento interiore: Gabriel. Lo vede chinarsi verso Begoña all’ingresso, sussurrandole qualcosa all’orecchio che le strappa un sorriso così dolce e sincero da ferire Andrés come uno schiaffo. È un promesso sposo che si avvicina alla sua futura moglie con un’intimità che acuisce il dolore di Andrés. Ma non è qui per assistere a queste scene strazianti; è venuto a cercare la verità, quella verità che potrebbe salvare Begoña e l’intera famiglia. E per farlo, sa di dover iniziare da Chloe.
La trova nel suo ufficio improvvisato, un santuario di carte, schizzi e cataloghi che testimoniano il suo legame con la Francia. Chloe, sempre impeccabile e con un’aura di controllo ferreo, alza lo sguardo, il suo sorriso calcolato non riesce a nascondere l’acuta intelligenza. “Messieur Andrés,” esordisce, “che piacevole sorpresa. È venuto finalmente a firmare il suo benestare ai cambiamenti o solo a sorvegliare?”
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Andrés varca la soglia, chiudendo la porta alle sue spalle. La diplomazia non è nel suo vocabolario attuale. “Vengo a capire,” dichiara, misurando ogni parola. “Da quando lei ha messo piede in questa casa, tutto sembra essersi fatto più torbido.”
Chloe solleva un sopracciglio, divertita. “Torbido? Che vocabolario così drammatico. Direi piuttosto moderno, efficiente. Ma avanti, mi dica cosa la inquieta tanto.”
Andrés si avvicina alla scrivania, le mani che si appoggiano al bordo. “Voglio sapere perché ha raccomandato Gabriel come direttore della fabbrica. C’erano opzioni. Brosart avrebbe potuto portare qualcuno di sua fiducia dalla Francia. Invece, hanno scelto proprio mio cugino. Perché?”

Gli occhi di Chloe guizzano per un istante quasi impercettibile, un tic nervoso che Andrés, ormai allenato a scrutare oltre le apparenze, non si lascia sfuggire. “Gabriel è competente, lavoratore, ambizioso,” elenca lei con tono neutro. “Conosce l’azienda, la famiglia, il prodotto.”
“È un candidato logico, e basta questo per dargli la chiave di tutto?” insiste Andrés. “Perché è qui, in questa fabbrica, che quasi si è ucciso, sa? Prima che la caldaia esplodesse, mi ha confessato qualcosa, qualcosa di importante. E da allora ho la sensazione che tutto ciò che si muove intorno a lui non sia una casualità.”
Chloe intreccia le dita con calma, inclinando la testa. “Messieur, questa è un’azienda, non un romanzo poliziesco. Io non muovo nulla, semplicemente eseguo le decisioni necessarie affinché Profumerie della Regina sopravviva in un mondo che cambia. Lei lo sa, suo padre lo sa. Lei ancora non lo accetta.”

“Non ha risposto alla mia domanda,” replica lui, lo sguardo fisso su di lei. “Perché lui?”
La francese esita, un secondo di troppo. “Io credo nelle persone che si aggrappano alla vita,” afferma infine. “E suo cugino, dopo essere stato sull’orlo della morte, non ha fatto altro che dimostrare che è disposto a guadagnarsi il suo posto.”
“Lei, invece, sembra più interessato a distruggerlo.” Andrés sente la rabbia salire al volto.
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“Io non voglio distruggere nessuno. Voglio proteggere la mia famiglia.”
“Da chi?” Lo osserva con occhi penetranti. “Da un uomo che ama sua cugina e vuole dirigere questa fabbrica, o dall’idea che lei, forse, si sia sbagliata su di lui?”
Il silenzio si tende tra i due. Andrés stringe la mascella. Non può dirle che percepisce un’oscurità dietro il sorriso perfetto di Gabriel. Non senza prove. E proprio queste gli mancano. “Suppongo che non otterrò altro,” mormora, allontanandosi dalla scrivania.

“Oh, al contrario,” ribatte Chloe con voce morbida. “Ha ottenuto qualcosa di molto importante. Una conferma. Lei non si fida di nessuno, né di me, né di Gabriel, né dei cambiamenti. E così, caro Andrés, è impossibile dirigere una fabbrica. Le consiglio di scegliere: o resta in questo gioco, o si fa da parte, ma smetta di lanciarci occhiate accusatorie. Fanno venire il caffè indigesto.”
Andrés esce dall’ufficio con la sensazione che i suoi dubbi, lungi dallo svanire, si siano fatti più densi. Chloe lo ha evitato con eleganza, ma nelle sue parole c’era una fredda certezza che gli ha gelato il sangue. Se lei è dalla parte di Gabriel, la battaglia sarà ancora più ardua.
Mentre la tensione tra Andrés e Chloe sale, un’altra crisi si sta preparando. In un altro angolo dell’edificio, Chloe incontra Marta. Con un sorriso quasi affilato, la invita nel suo piccolo ufficio dove, con la presentazione dei nuovi, audaci e controversi uniformi per le commesse, si scatena un vero e proprio dramma. Gonna più corta, vita più stretta, un taglio che mira a esaltare il corpo piuttosto che la prudenza. Marta è incredula. “Sta scherzando?” domanda.

“Immagine corporativa, marketing visivo,” spiega Chloe con un pizzico di condiscendenza. “La donna moderna deve attrarre, sedurre e convincere ancor prima di pronunciare parola.”
Marta respira a fondo, la sua indignazione cresce. “Profumerie della Regina ha sempre puntato sull’eleganza, non sull’esporre le nostre commesse come manichini da vetrina.”
“L’eleganza e la seduzione non sono in contrasto,” risponde Chloe, la sua voce che si fa più dura. “E non è un suggerimento, è una decisione. Il signor Brosart è stato molto chiaro.” Il monito finale di Chloe a Marta è glaciale: “Lei dovrà presentarla alle ragazze in negozio. […] Se vuole conservare il suo posto, obbedirà.” Marta, umiliata e furiosa, accetta controvoglia, ma il seme della ribellione è piantato.
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Nella mensa della colonia, un filo di speranza sembra emergere dalle crepe. Carmen, nella sua inconfondibile maniera, orchestra un incontro tra Claudia e David. Lui, ingegnere tecnico, e lei, indaffarata tra le fatture del negozio, scoprono un’affinità inaspettata. David, con la sua genuina sincerità, parla di famiglie perfette che non esistono e della necessità di avere qualcuno con cui poter dire “Non ce la faccio più.” Claudia, sorprendentemente, trova in lui un’anima affine, qualcuno che, come lei, sembra non incastrarsi del tutto. Un’intesa fragile ma promettente si accende tra loro, un piccolo barlume di luce in un mondo sempre più oscuro.
Nel frattempo, nella casa grande, l’atmosfera è diametralmente opposta. Manuela confessa a Claudia un amore struggente e impossibile per Damián. “Sono innamorata di lui,” sussurra, le lacrime che le rigano il volto. “È ridicolo… mi vedrà sempre solo come una tata.” Claudia, con la saggezza di chi ha visto troppo, la sprona a non vivere una vita di finzione. “Il coraggio,” le dice, “non è l’assenza di paura, ma la decisione di agire nonostante essa. E tu, anche se non ci credi, sei la donna più coraggiosa che conosco.”
Intanto, in casa Merino, una nuova crisi minaccia di inghiottire la famiglia. Digna, con il cuore a pezzi, rivela che le è stato negato il posto di lavoro per mancanza di “formazione specifica.” Joaquín, però, non si arrende. Presenta un piano audace: una cooperativa per fornire beni di prima necessità agli abitanti della colonia, un’impresa che, seppur rischiosa, potrebbe garantire loro un futuro più solido. Digna è terrorizzata all’idea di perdere l’ultimo briciolo di sicurezza, ma Gema, stanca di vedere sua madre sconfitta, è attratta dall’idea di essere artefici del proprio destino.

Ma il vero fulcro del dramma si svolge nel dispensario. Andrés, deciso a svelare la verità, è sul punto di rivelare a Begoña ciò che Gabriel gli ha confessato prima dell’incidente. La verità sul vero significato del suo impegno. Ma proprio nel momento cruciale, la porta si spalanca con violenza. Gabriel, con la sua impeccabile maschera di perfezione, irrompe nella stanza, interrompendo Andrés con un sorriso trionfante che non inganna nessuno. La guerra è appena iniziata, e Gabriel è un maestro nel giocare d’astuzia.
Mentre la colonia continua la sua vita, ignara della guerra sotterranea che si sta preparando, le vite dei nostri protagonisti si intrecciano in un complesso arazzo di speranze, paure e decisioni. Marta si prepara alla sua battaglia contro Chloe, Manuela naviga le acque torbide di un amore proibito, Digna e Gema pesano il rischio di un futuro incerto, e Claudia, inconsapevolmente, accoglie un nuovo alleato e forse un nemico.
E Andrés, con il cuore dilaniato, comprende finalmente che i sospetti non bastano più. È giunto il momento di agire, anche se il prezzo potrebbe essere devastante. Le ombre si allungano, ma la speranza, tenace, cerca ancora una via per brillare in questo capitolo di “Sueños de Libertad” che promette di riscrivere destini e rivelare verità sconvolgenti. Chi è davvero Maripaz? E fino a che punto le sue intenzioni innocenti nascondono un piano ben più oscuro? La risposta, e le sue conseguenze, arriveranno domani.