Il sole del tardo pomeriggio del 31 ottobre si riversava sulla Valle Salvaje come una patina d’oro liquido, dipingendo i campi e i tetti della grande dimora con una bellezza ingannevole. Era una di quelle giornate in cui la natura sembrava ignorare deliberatamente le tempeste che si agitavano nei cuori di chi abitava quel luogo.
L’aria, carica dell’aroma della terra umida e degli ultimi fiori autunnali, prometteva una quiete che nessuno, nel profondo, sentiva come