ANTEPRIMA ESPLOSIVA DI “SUEÑOS DE LIBERTAD”: LUNEDÌ 20 OTTOBRE SU ANTENA 3, CAPITOLO 421, BEGOÑA AFFRONTA MARÍA IN UN CONFRONTO ACCESO!

Madrid. L’aria a Villa Libertad si fa densa di tensione come mai prima d’ora. Nel capitolo 421 di “Sueños de Libertad”, che andrà in onda lunedì 20 ottobre su Antena 3, si apre uno scenario di drammatiche rivelazioni e conflitti interiori che promettono di scuotere le fondamenta delle relazioni dei nostri amati personaggi. Preparatevi a un episodio carico di emozioni, dove la fiducia verrà messa a dura prova e le verità nascoste potrebbero emergere con una forza inaudita.

L’epicentro di questo turbine emotivo è il Dispensario, teatro del primo, agghiacciante confronto tra Begoña e María. Begoña, con il volto segnato da una rabbia trattenuta e la delusione palpabile, fa il suo ingresso dopo aver appreso da Damián una notizia che l’ha sconvolta: María, la cui condizione era stata fino a poco tempo fa considerata irreversibile, ha recuperato la sensibilità nelle gambe. Un dettaglio cruciale che la sua amica e alleata, Luz, aveva inspiegabilmente omesso di rivelarle.

Il saluto di Luz, inizialmente naturale e apparentemente ignaro del tumulto interiore di Begoña, suona quasi beffardo: “Buongiorno. Mi faresti un favore, Begoña? Passa per il vivaio e chiedi che mi portino un po’ di aloe vera. Con tutti gli operai che abbiamo, lo abbiamo finito.” La risposta di Begoña, carica di un’ironia tagliente, è la prima avvisaglia di un temporale imminente: “Guarda che bello.” L’atteggiamento freddo e teso di Begoña non sfugge a Luz, che con un sospiro e avvicinandosi a lei chiede: “Cosa succede?”


La reazione di Begoña è come un vulcano che erutta: “Non lo so. Dimmelo tu.” La sua voce è carica di risentimento. La domanda che esplode nella stanza è un’accusa diretta, un grido di dolore e tradimento: “Cosa dovevano raccontarmi? Che María ha avuto il miracolo di Cafarnao? Alzati e cammina.” Luz, con la calma di chi è abituato a gestire crisi mediche, la corregge con dolcezza: “Begoña, ha ricominciato a sentire, non a camminare.” Ma Begoña è ferita, e le sue parole sono lame affilate: “Tu lo sapevi già ieri. Mi sarebbe piaciuto che tu mi dicessi che mia cognata ha recuperato la sensibilità nelle gambe.”

Luz cerca di spiegare, la sua voce tradisce la sua stessa incredulità: “Begoña, io stessa non ci potevo credere. L’ho esaminata una settimana fa e non è successo niente. Ti giuro che non capisco niente.” Ma Begoña è implacabile, tormentata dal sospetto e dalla sensazione di essere stata esclusa, tradita: “E quando hai avuto la certezza, non hai potuto dedicare un momento a dirmelo?”

La risposta di Luz, seppur sincera, non placa la tempesta di Begoña: “Quando ho avuto i risultati era già troppo tardi. Mi dispiace, ma ho preferito non dirtelo. Andrés sta lottando tra la vita e la morte e non volevo farti più male.” Ma per Begoña, il dolore per Andrés è inestricabilmente legato al sospetto nei confronti di María. Il suo torrente di parole diventa un’accusa feroce: “Sono convinta che María ci abbia ingannati fin dal primo momento, che abbia giocato con i nostri sentimenti, che si sia approfittata di noi e ci abbia manipolati.”


Luz tenta di arginare la furia di Begoña, appellandosi alla razionalità: “No, Begoña, non andare per questa strada. Non si può mentire su questo.” Ma Begoña è accecata dalla sua convinzione, citando episodi passati che alimentano la sua sfiducia: “Ma se lo ha già fatto, Luz. Ha cacciato Olga dalla sera alla mattina e io ho sentito dei passi nella sua stanza. Mi ha fatto credere che fossero i topi del solaio. Persino Julia ha visto le sue scarpe macchiate. Per favore, Luz, è una bugiarda.”

La richiesta di Luz di tranquillizzarsi cade nel vuoto. La voce di Begoña si alza in un grido di disperazione e frustrazione: “No, non mi tranquillizzerò.” Mentre Luz, con la sua professionalità, cerca di offrirle una spiegazione medica, Begoña è intrappolata nella sua visione del mondo, dove María è la maestra assoluta dell’inganno. “La sua ripresa deve essere stata molto recente,” dice Luz con pazienza. “L’hanno vista tre neurologi e tutti concordano sulla stessa diagnosi. Non può camminare.” Ma Begoña, incrollabile nella sua incredulità, ribatte: “Beh, allora qualche piccolo dettaglio dev’essere sfuggito, non ti pare?”

Luz, visibilmente provata, ripercorre gli eventi: “Begoña, se io stessa le ho punto le cosce e tu hai visto che non c’era reazione, non può mentire su una cosa del genere.” La domanda sarcastica di Begoña è un’ulteriore sfida: “E allora cosa suggerisci? Che sia stato un miracolo?” La risposta di Luz è cauta: “Per carità, non sarò io a dirlo. Deve esserci una spiegazione. Questa mattina ci ho pensato e forse si tratta di una mielite trasversa. Questo spiegherebbe i sintomi. Sono molto simili e in questi casi la riabilitazione solitamente dà buoni risultati.”


Ma Begoña è ormai convinta della malafede di María: “Sono convinta che María ci abbia nascosto la sua guarigione. Non so come, ma lo ha fatto.” Il suo sguardo è fisso su Luz, alla ricerca di una conferma che non arriva. “A quale scopo, Begoña?” chiede Luz. La risposta di Begoña è spietata: “Per Andrés, ti sembra poco? María conosce perfettamente Andrés, sa che non l’avrebbe mai abbandonata se fosse rimasta invalida. E ti ricordo che la stava cacciando di casa quando è avvenuta la sua caduta.”

Luz la guarda con incredulità: “E perché farlo adesso che lui è in coma?” Begoña esita un istante, prima di rispondere con una congettura che rivela la profondità del suo sospetto: “Forse per attirare l’attenzione, per essere al centro dei nostri sguardi. Non lo so, Luz. Non so cosa passa per la testa di quella donna.” Luz tenta un ultimo appello alla ragione: “Tutto questo è molto contorto, persino per qualcuno come María. E anche se non ci credi, credo che stia soffrendo davvero per quello che sta succedendo ad Andrés.” Begoña sospira, l’incertezza tinge il suo sguardo, ma il sospetto persiste: “Non so perché abbia aspettato fino ad ora per dirlo, ma avrà un motivo.” Luz, nel suo ruolo di dottoressa, conclude: “Come dottoressa, posso solo essere contenta e tu dovresti fare lo stesso. Così almeno smetterà di fare la vittima.”

L’assenso di Begoña è a malapena percettibile, ma il suo animo rimane tormentato: “Sì, in questo hai ragione, ma troverà il modo di manipolare Andrés e trattenerlo. Luz, non puoi chiedermi di non soffrire per lui. Con tutto il male che María gli ha fatto, guarda dove si trova il poveretto.”


Nel frattempo, in un’altra ala dell’ospedale, la scena si sposta su Andrés, in coma. Casio, con la voce tremante, gli parla, gli prende la mano, implorando: “Andrés, devi uscire da questo, ti prego. Abbiamo bisogno di te più che mai. Abbiamo bisogno della tua sicurezza, della tua esperienza, di tutto ciò che mi faceva non voler arrendermi. Ti prego, Andrés, ho paura di non essere all’altezza.” L’arrivo di Damián, che ascolta in silenzio le parole del figlio, rende la scena ancora più struggente. La sua stanchezza, il suo volto devastato, sono la testimonianza della difficile situazione che la famiglia sta affrontando. Damián, visibilmente esausto, confessa di essersi fermato in caffetteria, mentre Tasio lo guarda preoccupato.

La conversazione tra padre e figlio si sposta sulla fabbrica, un altro fronte aperto di preoccupazioni. Tasio informa il padre che diversi operai stanno aiutando gli altri, ma che sono esausti e li ha mandati a casa. Ha interrotto le opere di saponificazione per concentrare le forze sulla sala delle caldaie. Damián, con sincerità, chiede a Tasio di ringraziare tutti da parte sua.

Ma Tasio è ancora tormentato. Nonostante i pompieri affermino che non ci sia rischio, la paura di un’altra tragedia lo attanaglia: “Padre, anche se i pompieri dicono che non c’è rischio, non voglio altre disgrazie. Non potrei sopportare un altro colpo.” Damián, con affetto, ammira il coraggio del figlio nell’assumere le redini della fabbrica in un momento così delicato, riconoscendo la difficoltà del compito.


Tasio, sull’orlo delle lacrime, confessa il peso che porta: “Non lo è affatto. Ho tante cose in testa e devo mantenere la mente fredda, ma c’è qualcosa a cui non posso smettere di pensare ancora e ancora. Forse le sembrerà assurdo.” Damián lo interrompe, rassicurandolo: “Come farà ad essere assurdo se ti preoccupa?” Il giovane, con un nodo in gola, esprime la sua convinzione: “Credo che avrei potuto evitare la morte di Benítez e anche che mio fratello finisse così.”

Damián, con fermezza, pone una mano sulla spalla di Tasio: “Tasio, non cadere di nuovo nell’errore che hai commesso quando è morta tua madre.” Ma Tasio insiste sulla sua responsabilità: “Ma questa volta sì che ho una responsabilità, padre.” La domanda di Damián è diretta: “Che responsabilità avrai tu?” Tasio, con la voce rotta, risponde: “Forse avrei dovuto obbligarli a uscire di lì immediatamente, sia lui che Benítez.”

“E guardi come sono le cose,” conclude Tasio con la voce spezzata. Damián, conoscendo la natura di Andrés, gli dice con sicurezza: “Conosco Andrés e so che non se ne sarebbe mai andato sapendo che c’era gente in pericolo.” Tasio, singhiozzando, ammette: “Dovevo rendere più chiaro il rischio che c’era.” Damián lo interrompe con dolcezza: “Lui era cosciente del rischio.” E con decisione: “La tua responsabilità finisce lì. Hai un fratello molto coraggioso e questo gli diremo quando si sveglierà. Gli diremo anche che siamo molto orgogliosi di lui, così come io lo sono di te.” Tasio, commosso, ringrazia il padre.


Nel frattempo, la tensione si sposta di nuovo nella casa della famiglia Reina. María, seduta in salotto, viene raggiunta da Begoña. “Ti credevo al dispensario,” dice María con una calma che sembra quasi studiata. Begoña, senza indugiare, dichiara il suo intento: “Sono tornata solo per parlarti.”

María, senza guardarla, risponde con un velo di sarcasmo: “Meno male che non sono andata in ospedale, altrimenti avresti fatto un viaggio a vuoto.” Begoña, con ironia tagliente, annuncia: “Mi hanno già dato la buona novella.” María sorride, un sorriso che non raggiunge gli occhi: “Sì, è un miracolo, non è strano?”

“Certamente,” risponde Begoña, il suo tono carico di incredulità. María continua con voce pacata, quasi rassegnata: “Mi davano per spacciata e ho pregato così tanto Dio che avesse pietà di me, che alla fine ha ascoltato le mie suppliche.”


La domanda di Begoña è diretta, senza fronzoli: “E da quando hai sensibilità dalla vita in giù?” María la guarda intensamente, e la sua risposta è un muro invalicabile di negazione: “So già dove vuoi arrivare e ti sbagli. Ho recuperato la sensibilità il giorno dell’esplosione. Non prima.” Begoña la incalza, la sua voce si alza: “Stai mentendo, María. Lo fai da molto tempo.”

“Pensi che sarei legata a questa sedia notte e giorno se potessi camminare?” replica María indignata. “Così manterresti Andrés al tuo fianco,” l’accusa Begoña, tagliente. “Tutti sappiamo di cosa sei capace per trattenerlo.” “E pensi che mi condannerei a vedere la vita da questa altezza solo per lui?” risponde María, ferita. “Sì,” ribatte Begoña, con una durezza che spezza il cuore. “Ti ardiresti?”

María la fissa con freddezza: “La tua amica Luz mi ha esaminata attentamente poco tempo fa. Pensi che abbia mentito sul mio stato?” “Non lo credo,” ammette Begoña. “Ma il giorno che ti ha esaminata hai fatto qualcosa. Non so cosa. Solo tu puoi saperlo.” María, stanca, sospira: “Guarda, Begoña, davvero non so più cosa dire. Questo è assurdo.”


Ma Begoña è implacabile, la sua convinzione incrollabile: “Ti conosco perfettamente. Hai finto una gravidanza, un aborto, e hai accusato Andrés di essere il padre di una creatura che non era sua.” María la interrompe con fermezza: “Fermati già.” Ma Begoña continua, senza curarsi delle sue parole: “Per tutto questo so che sei una persona senza scrupoli.”

“Non cercherò di convincerti del contrario,” risponde María, la sua voce un misto di stanchezza e rassegnazione. “So che hai già un’idea formata nella tua testa, ma fingere un’invalidità. Pensi che mi sia inventata le piaghe da decubito che ho sulla schiena, i calli sulle mani per spingere questa sedia? Vuoi che mi alzi la gonna e vedi le vene varicose per la cattiva circolazione?”

“Non sto dicendo che ti sei inventata questo,” dice Begoña. “Quello che dico è che smetti di dire sciocchezze,” grida María furiosa. “Dovrei mandarti all’inferno per avermi accusata di una cosa del genere, ma mi fai pena. L’odio che provi per me ti ha sconvolto.”


María la guarda con disprezzo: “E ora, se mi scusi, lasciami passare.” Begoña la osserva con freddezza, convinta, fino all’ultimo istante, che María le stia mentendo.

Cosa nasconde veramente María? È un’abile manipolatrice o una vittima delle circostanze? E come reagirà Andrés, quando e se si risveglierà, scoprendo la verità? Le prossime puntate di “Sueños de Libertad” promettono colpi di scena mozzafiato, legami che verranno messi a dura prova e la continua lotta per la verità e la redenzione. Non perdetevi questo appuntamento imperdibile lunedì 20 ottobre su Antena 3!