EL PASADO PERSIGUE A GABRIEL Y SU MENTIRA ESTÁ A PUNTO DE CAER EN SUEÑOS DE LIBERTAD
Un intrigo d’amore e inganni sta per esplodere nel dramma di “Sueños de Libertad”. Gabriel si ritrova intrappolato in una ragnatela di bugie, mentre Damián affronta un passato lacerante.
Amici appassionati del melodramma e delle storie che scavano nell’anima, benvenuti ad un nuovo, elettrizzante appuntamento con “Sueños de Libertad”. Preparatevi, perché il vento del destino sta per soffiare con forza impetuosa sulla vita dei nostri protagonisti, portando con sé segreti inconfessabili e decisioni che cambieranno per sempre il corso delle loro esistenze. Al centro di questa tempesta emotiva si erge Gabriel, un uomo consumato dal peso delle sue menzogne, la cui facciata di apparente serenità sta per sgretolarsi sotto il peso di un amore esigente e di promesse non mantenute.
La scena si apre in una stanza d’albergo, discreta e carica di un’atmosfera quasi palpabile di tensione. Lì, Gabriel incontra Isabel, un volto del suo passato, un tempo legata all’ambiente raffinato delle profumerie della regina. La sorpresa sul volto di Gabriel è immediata, quasi un colpo allo stomaco. “Quanto tempo è passato?”, mormora, una nota di disagio nella voce che tradisce la sua apparente calma. Isabel, con l’entusiasmo vibrante di chi ha atteso troppo a lungo, risponde con passione: “Mesi. È stato insopportabile. Non ho fatto altro che contare i giorni che mi separavano da te.”
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Gabriel, nel tentativo di arginare l’onda di emoziione e di rimprovero che percepisce, cerca di giustificare la sua assenza. “Perdonami se non sono potuto venire prima. La tua visita mi ha colto di sorpresa e non ho saputo organizzarmi.” Ma Isabel, il cui cuore è ferito dall’attesa, ribatte con una sottile nota di dolore: “Ti avevo avvisato con una lettera che sarei venuta.” Nonostante la delusione, Isabel conserva un barlume di speranza, illustrando i suoi piani con fervore. “Domani mattina andrò in comune e al consolato per prolungare il mio permesso di residenza in Francia.”
La domanda di Gabriel, apparentemente innocua, porta con sé un peso inaspettato: “Quanti giorni resti?” La risposta di Isabel è concisa e carica di aspettativa: “Un paio di giorni. Non posso più aspettare.” E poi, un invito che suona come un ultimatum velato: “Perché non mi accompagni e rinnovi il tuo permesso? Ne avrai bisogno anche tu se pensi di stabilirti a Parigi.” Il panico traspare negli occhi di Gabriel, che cerca disperatamente una via di fuga: “Domani non posso.”
È a questo punto che Isabel, con la forza di chi non intende più essere raggirata, pronuncia il nome fittizio che Gabriel le aveva dato: “Damaso”. “Mi avevi promesso che a quest’ora saresti tornato a Parigi e che avremmo preparato il nostro matrimonio.” La risposta di Gabriel, un misto di freddezza calcolata e astuzia, è tagliente: “Credimi, mi piacerebbe tantissimo, ma si è accumulato un bel po’ di lavoro. Non posso partire così all’improvviso.”

La disperazione di Isabel cresce, alimentata dall’incertezza e dalla sensazione di essere presa in giro. “E quanto tempo ancora?”, insiste, la sua voce incrinata dall’emozione. “Sono stanca di aspettare.” Gabriel, con la sua abilità innata nel manipolare, cerca di placarla con una bugia ben confezionata, una promessa dorata che cela una realtà ben diversa: “Al massimo un mese, ma pensa che sto guadagnando un ottimo stipendio per darti quella vita di lussi che meriti.”
Ma Isabel non cerca più lussi effimeri. “Lascia perdere i lussi, Gabriel,” dichiara con sincerità disarmante. “Io voglio solo stare con te. Riesco a malapena a contattarti. Le tue lettere arrivano tardi, il telefono non basta e passo settimane intere senza sapere nulla di te.” L’inganno, evidente agli occhi dello spettatore, sembra sfuggire di mano a Gabriel, ma lui insiste nel mantenere la sua farsa, rafforzando la maschera della dedizione lavorativa. “Isabel, te l’ho già detto, sono molto occupato. Le ore del giorno mi bastano appena per adempiere ai miei doveri.”
La vulnerabilità di Isabel emerge con struggente intensità: “E di notte, cosa succede alle notti in cui mi sento sola e muoio di freddo? A volte penso che forse hai conosciuto un’altra.” Gabriel, con la sua usuale aggressività mascherata da preoccupazione, la zittisce bruscamente: “Per favore, lavoro senza sosta per darci il futuro che sogniamo e tu arrivi con queste sciocchezze.” La menzogna di Gabriel, per quanto abilmente tessuta, vacilla, mostrando le crepe sotto la pressione della verità emotiva.

Nel frattempo, in un angolo diverso della narrazione, Damián sta affrontando il peso insostenibile del proprio dolore, ma con una sorprendente svolta del destino. Nonostante tutto ciò che Digna ha fatto a suo figlio, Damián prende la ferma decisione di non denunciarla. Il peso di questa scelta lo accompagna mentre si reca alla casa dei Merino. Lì, Joaquín lo accoglie con una nervosa impazienza. “Zio, pensavo non venissi più.”
“Ciò che devo dire non può aspettare oltre,” risponde Damián con voce grave, il cui tono preannuncia una rivelazione di portata epocale. Joaquín, annuendo con apprensione, sembra già intuire la natura della conversazione: “Suppongo tu sappia perché ti abbiamo chiamato.” Ma prima che possa avvisare suo fratello, ecco comparire Digna, scendendo le scale con una naturalezza disarmante che stride con la tensione palpabile nella stanza. “Hanno chiamato alla porta,” dice, ma la sua espressione cambia nel vedere Damián. “Buonasera. È un po’ tardi per visite, a meno che tu non sia venuto per qualcosa di più importante.”
Damián, con una fermezza che incute timore, si rivolge a Joaquín: “Ti dispiacerebbe lasciarci soli, tua madre ed io?” Joaquín, confuso e titubante, tenta di opporsi: “Ma sono stato io a convocarlo.” “Figlio, fai ciò che ti chiede, per favore,” interviene Digna con voce dolce ma carica di un’intenzione sottile e quasi minacciosa. Alla fine, Joaquín cede, ritirandosi e lasciando Damián e Digna in un duello silenzioso, dove la tensione è così densa da poter essere tagliata con un coltello.
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Tornando all’albergo, la tensione tra Gabriel e Isabel raggiunge il culmine. Gabriel tenta di rafforzare il suo inganno con parole cariche di un’apparente tenerezza, mascherando la sua manipolazione. “Non ho mai smesso di amarti. Forse è qualche francese che ti si è insinuato e per questo pensi che io abbia fatto lo stesso.” Isabel, con uno sguardo dolce e disarmante, risponde con pura sincerità: “Io faccio solo casa-lavoro e lavoro-casa. Quando cammino per strada posso solo immaginarmi passeggiare con te, mano nella mano.”
Gabriel si avvicina, un gesto quasi possessivo accompagnato da un sorriso che nasconde la sua doppiezza. “D’ora in poi, quando sarai sola, dovrai stare più coperta, non sia mai che qualche sfacciato ti metta gli occhi addosso e debba andare a Parigi a prendermi a pugni con un ‘gabacho’.” Isabel, incantata dalle sue parole, dichiara con tutta l’anima: “Io sono tua e di nessun altro.” “Io tuo e di nessun altro,” ripete Gabriel, mantenendo la sua finzione. Isabel, radiosa, esclama: “Presto sarò la signora di Damaso e i mosconi smetteranno di darmi fastidio appena vedranno il mio anello da sposata.” L’ironia amara di Gabriel si fa strada: “A volte nemmeno un anello basta per allontanare i mosconi.”
Spinta dall’amore, Isabel propone con entusiasmo: “Sposiamoci qui, prima che io parta.” Le parole di Isabel lo colgono di sorpresa. Gabriel cambia espressione, cercando di ammorbidire la situazione: “Qui in Spagna?” “Sì,” annuisce lei con fermezza. “Cosa c’è di male?” Gabriel prende fiato, fingendo una tenerezza paterna: “Niente. Tesoro, non c’è niente di male, ma tu ed io meritiamo un matrimonio in grande stile, non una cerimonia improvvisata come se ci stessimo nascondendo da qualcosa. Il mio amore, sei la donna della mia vita e voglio portarti all’altare come una regina.” Isabel sorride commossa, ignara della rete di bugie in cui è intrappolata.

Nel frattempo, nella casa dei Merino, l’atmosfera è cupa e carica di un’aura completamente diversa. Digna affronta Damián con una freddezza studiata. “È stato un gesto carino da parte tua venire a informarmi che mi denuncerai prima di dare parte alla Guardia Civil. Ma non dovevi disturbarti. Ho già accettato tutto.” Damián, con voce profonda, la interrompe: “Non sono venuto per questo.” Sorpresa, Digna inarca le sopracciglia. “Allora, cosa c’è di così urgente che non può aspettare fino a domani?” Damián, esausto e con il volto segnato dall’angoscia, risponde: “Ho bisogno di riposare, Digna. Da quando mi hai raccontato quello che è successo la notte in cui è morto Gesù, non ho più chiuso occhio. Dio sa che ho combattuto tra il perdonarti o cercare giustizia, ma ieri sera ho saputo qualcosa che mi ha fatto prendere una decisione.”
Digna lo guarda con sospetto. “E cosa è stato?” Damián lancia la verità come un colpo mortale: “Pedro ti ha ingannato per tutto questo tempo.” Lei risponde con sarcasmo, come se la notizia non la sorprendesse: “Dimmi qualcosa che non so.” Ma poi arriva la rivelazione che la lascia gelata. “Gesù era vivo quando è tornato per eliminare le prove che ti incriminavano,” dice Damián con fermezza. “Come? Cosa?” balbetta Digna, incredula. “Come fai a saperlo?” Damián stringe i pugni e continua: “Sono andato a casa sua ieri sera. Volevo che mi rendesse conto per aver nascosto la verità sulla morte di mio figlio. E invece di confessare, si è vantato. Si è vantato di non aver fatto nulla per salvarlo mentre mio figlio si dissanguava sotto i suoi occhi. Mi ha detto che ci ha fatto un favore a tutti, liberandoci di Gesù. L’ha detto orgoglioso, come se fosse un traguardo.” Digna abbassa lo sguardo con tristezza nella voce: “Mi dispiace, Damián.”
Lui, con un dolore che lo lacera, risponde: “Non so se potrò mai perdonarti, Digna. Sapevi che mio figlio non si era suicidato e nonostante ciò sei rimasta in silenzio?” Con le lacrime trattenute a stento, Digna ammette: “No, non ho detto nulla. Sono rimasta in silenzio.”

“Come tu sei rimasta in silenzio e hai coperto il crudele assassinio di mio figlio Valentín.”
Entrambi si guardano, carichi di rimproveri, prigionieri di un destino che non smette di metterli di fronte al dolore e alla tragedia. Riuscirà Gabriel a sostenere la sua menzogna con Isabel, o il suo inganno verrà presto a galla? Accetterà Isabel di aspettare per il matrimonio dei suoi sogni, o insisterà per sposarsi immediatamente in Spagna? Riuscirà Damián a perdonare Digna dopo aver scoperto la crudele verità sulla morte di suo figlio? Cosa succederà ora che una nuova verità è venuta alla luce?
Fateci sapere nei commenti cosa credete succederà. Non vediamo l’ora di leggervi! Grazie per averci accompagnato in questa anteprima esclusiva di “Sueños de Libertad”. Vi aspettiamo in un nuovo, speciale appuntamento. Fino alla prossima volta.
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Spero che questa versione ampliata e drammatica soddisfi le tue aspettative! Fammi sapere se hai bisogno di ulteriori modifiche.