Tradimento Settembre: Ipek Scappa Disperata… Ma Sezai la INSEGUE per farla arrestare!

Le trame si stringono e i drammi si accumulano nella serie che sta tenendo incollati milioni di telespettatori. In questo entusiasmante episodio di “Tradimento”, una fuga disperata, inseguimenti implacabili e verità scioccanti si intrecciano, lasciando il pubblico con il fiato sospeso.

La notte porta con sé inquietudine e confessioni. Sezai, visibilmente teso, attende il rientro di Guzidè. L’aria è carica di attesa per notizie riguardo al video compromettente, ma la risposta è negativa. Tolga sta lavorando senza sosta, ma il file sembra essere svanito nel nulla, cancellato da mani esperte, professionali. L’ombra di un hacker si profila, lasciando poche speranze di recupero. Di fronte alla possibilità concreta di una perdita definitiva, Sezai interroga Guzidè sul futuro, su cosa accadrà se Tarik dovesse restare impunito.

Ma la conversazione prende una piega ancora più drammatica quando il nome di Ipek emerge. Sezai, con uno sguardo che tradisce la sua preoccupazione, ammette di aver tentato più volte di raggiungerla, senza successo. Le risposte evasive di Neve, che parla di Ipek che dorme o riposa, non convincono Guzidè. Con voce ferma, rivela la verità straziante: Ipek ha avuto un aborto spontaneo. Una notizia che colpisce Sezai come un pugno nello stomaco, lasciandolo muto e immobile. Ma il destino ha in serbo un’ulteriore, devastante rivelazione: Oltan, sconvolto dall’accaduto, ha deciso di chiedere il divorzio, chiudendo definitivamente un capitolo iniziato per ragioni ben diverse.


La reazione di Sezai è immediata e ferma. Si alza con una determinazione incrollabile, la sua voce bassa ma carica di risolutezza. Ipek deve affrontare le conseguenze delle sue azioni, non può più nascondersi. Ora spetta a lui occuparsi della situazione, e non intende rimandare ulteriormente. Nonostante i tentativi di Guzidè di farlo riflettere, di frenare un impeto dettato dall’istinto, la decisione è presa. Sezai rifiuta ogni aiuto, desidera affrontare questa difficile missione da solo.

Nel frattempo, la vita di Oiku e Yessim è scandita dall’attesa. Il ristorante che attendono sembra un miraggio, e la fame della piccola Oiku diventa sempre più insopportabile. Il suono del campanello li fa sobbalzare, ma la gioia si trasforma in gelo quando Yessim apre la porta e si trova di fronte a Tarik. L’uomo, con un’arroganza che lo contraddistingue, le ricorda che la casa è sua, che può entrarvi a piacimento, e che ogni tentativo di nascondere qualcuno sarà punito severamente. Le minacce sono velate ma inequivocabili: troverà uno straniero, e Yessim sarà cacciata senza un soldo. Sottomette, Yessim lo lascia entrare, ma dentro di sé monta una rabbia silenziata.

Intanto, la caccia al video continua. Tolga non demorde, nonostante le difficoltà. I suoi tecnici confermano la complessità del recupero del file, opera di un professionista che ha saputo cancellare ogni traccia. Ma Tolga è determinato a mantenere la promessa fatta, a trovare quel video, non importa quanto nascosto o distrutto.


La tensione emotiva si estende anche alle vicende di Caraman e della sua famiglia. Jan, appena addormentato, lascia spazio a una conversazione carica di malinconia tra Caraman e Oilam. La proposta di Oilam di chiamare sua madre viene respinta con fermezza da Caraman, che dichiara di non voler né vedere né sentire Cadrie. L’insistenza di Oilam, che avvia la chiamata, si scontra con il silenzio ostinato di Cadrie, ancora immersa tra le valigie del suo trasloco. Il cellulare squilla, ma lei lo ignora, preferendo il vuoto e la solitudine.

È una notte di inquietudine per tutti. Anche Zia, giunto alla casa di Ipek, bussa alla porta. Ad aprirgli è Neve. Ipek non c’è, è uscita per prendere una boccata d’aria. Sezai, arrivato nel frattempo, è furioso. Il suo volto è teso, la voce carica di rabbia. Chiede spiegazioni sull’aborto, su perché nessuno gli abbia detto nulla. Neve tenta di spiegare il difficile momento che Ipek sta attraversando, le aggressioni subite, la perdita del bambino, ma Sezai non ascolta. La sua determinazione è assoluta: sua figlia deve rispondere delle sue azioni, deve pagare per l’omicidio commesso. Neve, disperata, cerca di farlo ragionare, di fargli capire lo stato di Ipek, ma Sezai è irremovibile. La sua coscienza non gli permette di chiudere gli occhi, resterà lì ad aspettare Ipek, per portarla lui stesso alla polizia.

In cucina, Neve, rimasta sola, tira fuori il telefono. Invía un messaggio urgente a Ipek: suo padre è lì, ha scoperto dell’aborto e vuole consegnarla alla polizia. Le consiglia di non tornare. Pochi secondi dopo, Ipek, che si trova già davanti alla porta, legge il messaggio. Esita, il respiro le si mozza. Si guarda intorno, poi si volta e si allontana, il passo veloce e spaventato. È in fuga.


L’alba sorge su una scena di fuga. Neve, con le valigie in mano, scende silenziosamente le scale, facendo attenzione a non svegliare Sezai, addormentato sul divano dopo un’estenuante notte di attesa. Apre la porta e si dirige verso un taxi parcheggiato in strada, dove Ipek l’attende con il volto tirato. Salendo accanto a lei, Neve le racconta tutto, gli occhi del padre come fiamme, la sua decisione irrevocabile di consegnarla alla giustizia dopo aver scoperto dell’aborto. Ipek, sconvolta, chiede chi glielo abbia detto, ma Neve non sa, Sezai non ha fatto nomi, ha solo agito con risolutezza.

Il taxi si allontana, le due donne non si voltano. Poco dopo, Sezai si sveglia e trova la casa vuota. Le sue chiamate a Neve rimangono senza risposta. Sale le scale, bussa alle porte, apre gli armadi e i letti. Ogni stanza è vuota, ogni oggetto svanito. Capisce tutto in un istante: Neve e Ipek sono fuggite.

Nel frattempo, Guzidè e Nazan si preparano ad affrontare Vuslat. Nel giardino, Nazan chiede a Guzidè il nome del cane, un nome simbolico di unione. Poi, con tono più serio, indaga su Sezai. Guzidè racconta della sua visita a Ipek, del suo proposito di arrestarla dopo aver scoperto dell’aborto, e del suo successivo silenzio. La chiamata di Sezai interrompe la conversazione. La sua voce è stanca, il racconto di come si sia addormentato e di come ora abbia scoperto la fuga di Ipek e Neve lo tormenta. Si incolpa, ammette di non essere stato un buon padre. Guzidè lo interrompe, esortandolo a non abbattersi, a non prendersi tutta la colpa. Ci penseranno più tardi.


Guzidè e Nazan si dirigono poi a incontrare il dottor Lutfu Taninir. Grazie a Tanner, hanno ottenuto l’indirizzo del medico, con la speranza di scoprire cosa sappia realmente. Nel frattempo, Tolga e la sua squadra hanno trascorso la notte in ufficio, tra la stanchezza e la frustrazione. La ricerca del file continua a bloccarsi, le tracce si perdono. L’arrivo di Seline, con la colazione per tutti, porta un raggio di sole e un rinnovato slancio.

Davanti alla modesta villetta del dottor Lutfu, Guzidè e Nazan vengono accolte dalla governante. La notizia della demenza progressiva del medico getta un’ombra di incertezza, ma Guzidè insiste. La governante li avvisa: a volte il medico diventa aggressivo. Entrati, trovano il dottor Lutfu seduto accanto alla finestra, lo sguardo perso nel vuoto. Vede Nazan e il suo volto si illumina, scambiandola per sua moglie, Senai, lodandone la bellezza. Ma quando il suo sguardo si posa su Guzidè, la trasformazione è radicale. La chiama Dilek, le urla contro, accusandola di essere un demone e di aver distrutto la sua famiglia. La voce si alza, gli occhi si fanno torvi. Lutfu fissa Guzidè, con occhi lucidi, le confessa un amore a lungo celato, un amore che sua moglie non gli dava più, una gioia scoperta nella gravidanza di lei.

Guzidè è sconvolta, le parole la colpiscono come schiaffi. Lutfu, insistendo, chiede se sia così vecchia da non ricordare. Poi si rivolge a Nazan, continuando a scambiarla per Senai, accusandola di non aver mai voluto accettare il figlio in casa. Nazan, tenendo il gioco, afferma con fermezza che non avrebbe mai accolto il figlio di un tradimento. Guzidè, con voce tremante, chiede notizie del bambino. La risposta di Lutfu è immediata: il neonato fu affidato a un avvocato di Istanbul, Tarik Yenersoy, che aveva un figlio disabile, senza braccia né gambe.


Guzidè rimane immobile, il respiro spezzato. Gli occhi spalancati, il volto rigato dalle lacrime. Lascia la stanza senza una parola, ogni passo è un dolore al petto. Nazan la raggiunge fuori, cercando di calmarla, ma è inutile. Guzidè non riesce a respirare. L’idea che suo figlio possa essere stato scambiato, che Tarik abbia commesso un gesto così vile, le lacera il cuore. Nazan la abbraccia, trattiene a stento le lacrime, le sussurra che non è colpa sua, ma Guzidè è sopraffatta.

Nel frattempo, Cadrie lascia il suo appartamento. Le vicine sono lì per salutarla, le augurano il meglio, le chiedono di tornare a trovarle. Cadrie alza lo sguardo verso il balcone, dove un cartello “Vendesi” attira la sua attenzione. Gli occhi si fanno lucidi, il cuore pesante. Sale su un taxi e si allontana, senza voltarsi.

Poco dopo, un’auto si ferma davanti al palazzo. Arrivano Karaman e Oilum. Oilum nota il cartello “Vendesi” e lo indica a Caraman, che appare confuso. La porta è aperta, entrano e salgono le scale in silenzio. L’agente immobiliare li informa che la signora Cadrie ha deciso di vendere e se n’è andata. La destinazione? Ankara.


Alla villa di Guzidè, la conversazione con Sezai e Nazan si fa seria. Raccontano ciò che hanno scoperto. Sezai, camminando avanti e indietro, non riesce a darsi pace, incredulo di fronte alla meschinità di scambiare un figlio per la sua disabilità, di cancellarne l’esistenza per vergogna. Guzidè, con volto segnato e voce spezzata, conferma che Tarik lo ha fatto senza esitazione. Aggiunge, in un sussurro, che lei voleva solo sapere dov’era suo figlio, ma Lutuf, dopo aver detto la verità, ha perso la lucidità. La sua mente si è spenta, e non ha fatto in tempo a dirle dove si trovi. Sezai chiede dove cercarlo, come trovarlo, ma Guzidè non ha risposte. Nazan suggerisce di affrontare Tarik direttamente, di metterlo alle strette, ma Guzidè scuote il capo, consapevole che Tarik negherà tutto, la accuserà di calunnia, sminuirà le parole di Lutuf a causa della sua malattia. Sezai, stringendo i pugni, dichiara che sa come farlo parlare, è pronto a ricorrere alla violenza. Ma Guzidè lo ferma, gli chiede di non usare la violenza, affermando con voce quasi impercettibile che se ne occuperà lei, che farà confessare a Tarik l’abominio commesso.

Alla villa di Mualla, la donna è completamente assorta nel suo bambino, Gian. Ogni gesto, ogni attenzione è per lui. Ilknur le propone una grande festa per il primo compleanno di Jean, ma Mualla spiazza tutti: saranno i genitori a decidere. Ilknur si chiede se Cadrie avrà il coraggio di presentarsi, ma Mualla non si lascia coinvolgere.

Nel frattempo, in macchina, Oilum si chiede se Cadrie possa avere parenti o amici ad Ankara. La sua mancata risposta al telefono la sera prima non le sembra casuale. Caraman non sa nulla, e quando Oilum gli chiede come intende rintracciarla, lui le suggerisce di richiamarla. Oilum capisce che Caraman non ha intenzione di cercarla, che ha deciso di lasciarla andare, una decisione che la irrita profondamente.


Ipek e Neve sono sedute su una panchina in un parco isolato. L’attesa si fa lunga. Ipek chiede a Neve quanti soldi abbia, ma Neve risponde di aver finito lo stipendio. Ipek non le crede, le strappa la borsa, la controlla e si allontana di scatto. Neve, trascinandosi le valigie, la rincorre.

Alla villa Osnur, Mualla e Oilum tornano a casa. Osnur, stanca ma sollevata, dice che il bambino si è finalmente addormentato. Mualla blocca Oilum quando questa chiama il bambino ad alta voce, spiegando che è stato vivace tutto il giorno. Poi si rivolge a Caraman, chiedendogli dove sia stato. Mentre parla, qualcuno, alle loro spalle, apre con cautela la borsa di Oilum, prende il cellulare e lo fa sparire.

Caraman racconta di essere andato a casa di Cadrie, trovandola vuota e in vendita, e che l’agente immobiliare li ha informati della sua partenza per Ankara. Oilum va a prendere il suo telefono, ma la borsa è lì, il cellulare no. Sospetta di averlo dimenticato nell’appartamento di Cadrie e chiede a Caraman di chiamarlo, ma il telefono risulta spento. Caraman cerca di tranquillizzarla, ma Oilum si blocca. Ricorda: su quel telefono c’è un video, quello che rivela la vera paternità di Jan, il video usato per tenere Mualla sotto controllo. Il pensiero che possa finire nelle mani sbagliate la fa impallidire. Costringe Caraman a tornare subito nell’appartamento.


Dall’altra parte della città, Neve segue faticosamente Ipek, che si dirige verso un bancomat. Ipek chiede a Neve il codice, poi preleva tutto il denaro. Si volta verso Neve, accusandola di averle mentito sui suoi soldi, e le dice di non mentirle mai più.

La storia continua, e il destino di questi personaggi è ancora tutto da scrivere. Rimanete sintonizzati per scoprire come si evolveranno le trame e quali altre rivelazioni ci attenderanno nei prossimi, intensi episodi di “Tradimento”!