UNA MYSTERIOSA CHIAMATA DALLA FRANCIA RISVEGLIA IL PASSATO DI ANDRÉS IN “SUEÑOS DE LIBERTAD”

Amici appassionati di drammi avvincenti e intrighi inaspettati, benvenuti a un’esclusiva anteprima che promette di scuotere le fondamenta di “Sueños de Libertad”. Preparatevi a un capitolo in cui il presente s’incrocia pericolosamente con echi dimenticati, mentre le ambizioni si scontrano con segreti sepolti, e Andrés de la Reina si ritrova ad affrontare un fantasma del suo passato, risvegliato da un numero di telefono proveniente dalla magica Parigi.

La serata inizia tra le mura domestiche di Andrés, dove la quiete apparente viene bruscamente interrotta da Manuela, la fidata domestica, con una notizia che getta un’ombra di mistero sulla sua giornata. “C’è stata una chiamata per lei,” annuncia Manuela, il suo tono velato da un sottile disagio. La reazione immediata di Andrés è di sorpresa e curiosità: “Una donna? Chi era?”

Manuela, visibilmente incerta, spiega: “Non ha voluto rivelarmi il suo nome, ma mi ha lasciato questo numero di telefono. Ha insistito più volte che la richiamassi, dicendo che era importante.” Nelle mani di Andrés, un piccolo pezzo di carta con un numero scritto frettolosamente. L’identificazione del prefisso straniero fa subito capire la provenienza: una chiamata internazionale da Parigi. Il silenzio cala su Andrés mentre osserva quel numero, un catalizzatore inaspettato di pensieri sopiti. Dopo un breve istante di esitazione, la decisione è presa: alza la cornetta, il cuore che batte un ritmo inquieto, e compone la sequenza di cifre.


Dall’altra parte della linea, una voce femminile risponde, portando con sé un’eco di mistero e urgenza. Andrés, con la sua consueta cortesia, cerca di districare la matassa: “Buonasera. Mi scusi l’ora tarda. Sono Andrés de la Reina. Mi hanno lasciato questo numero con il messaggio che desiderava parlare con me. Potrebbe dirmi cosa succede?” La risposta della donna è tesa, quasi accusatoria, ma Andrés, ancora provato dalle recenti vicende che hanno offuscato la sua memoria, la interrompe: “Mi dispiace, non ricordo di aver mai parlato con lei. Non dico di non averlo fatto, è solo che ho avuto un incidente di recente e ho perso parte della memoria.”

Il tono della donna muta radicalmente, trasformandosi in una serietà tagliente. “Lei è Andrés de la Reina, vero?” La conferma giunge con un sussurro carico di un peso inaspettato. “Sono la figlia di Remedios.” La sorpresa di Andrés è palpabile, mentre cerca freneticamente nei recessi della sua mente frammentata. “Sì, certo che la ricordo,” balbetta, “ma non so nulla di sua madre da mesi. Non ho ricevuto alcuna lettera. Dice che mi ha chiamato perché si nascondesse… Non capisco.”

La comunicazione si interrompe bruscamente, lasciando Andrés in un silenzio attonito, il telefono ancora in mano. Quel nome, Remedios, e l’accenno a un nascondiglio, hanno risvegliato qualcosa di dormiente dentro di lui. Un ricordo balena nella sua mente: una lettera trovata in fabbrica, una lettera che menzionava una certa Enriqueta. L’urgenza di recuperarla è immediata. Inizia una febbrile ricerca tra i suoi documenti, i cassetti della scrivania, i libri, persino le tasche delle giacche, ma la lettera sembra essere svanita nel nulla. La frustrazione e la confusione iniziano a manifestarsi chiaramente sul suo volto mentre vaga fuori dalla stanza, tormentato da domande senza risposta.


Nel frattempo, il palcoscenico della fabbrica è teatro di un altro drammatico scontro di potere. Gabriel fa il suo ingresso nell’ufficio di Tasio, trovandolo in compagnia di una Chloe visibilmente adirata. “Dovevi licenziare metà dell’organico,” tuona Chloe, rivolta a Tasio, rimproverandolo per il mancato rispetto degli ordini di Brosart. In quel preciso istante, Gabriel interviene con voce ferma, interrompendo la tensione. “Buonasera. Vi prego, non andatevene. Quello che sto per dirvi riguarda entrambi.”

Tasio e Chloe si voltano, sorpresi dall’inaspettata apparizione di Gabriel. Egli avanza con determinazione: “Ho appena parlato con Parigi. Ho accettato l’incarico di direttore della fabbrica.” Tasio rimane impietrito, mentre Chloe osserva Gabriel con crescente interesse. Gabriel continua, spiegando le condizioni della sua ascesa: “Naturalmente, ho dovuto negoziare alcuni termini. Non licenzieremo il 50% dell’organico, solo il 25%.”

L’incredulità è scritta sul volto di Chloe: “E hanno accettato senza batter ciglio?” Gabriel, con un calmo controllo che tradisce la sua astuzia, chiarisce: “No, evidentemente c’è stata una contropartita. Dobbiamo ritirare la causa che avevamo intentato contro Brosart per il profumo di Cobeaga.” Tasio e Chloe si scambiano uno sguardo di stupore di fronte a questo colpo di scena. Chloe, con un velo di ironia, commenta: “Vedo che ha doti da negoziatore, signor de la Reina.” Gabriel accenna un sorriso: “È il mio mestiere, signorina Dua.”


Chloe, ora più rilassata, gli tende la mano: “Allora suppongo che debba congratularmi ufficialmente per il suo nuovo incarico.” “Sembra di sì,” risponde Gabriel, stringendole la mano con un sorriso carico di soddisfazione, godendosi il frutto del suo complotto.

Tasio interviene, cercando di mascherare la sua amarezza: “Ti faccio le mie congratulazioni, cugino. Immagino che tu voglia prendere possesso dell’ufficio subito, vero?” “Esatto,” conferma Gabriel, ma aggiunge con un tono quasi minaccioso: “Ma non andare troppo lontano, Tasio. Avrò bisogno del tuo aiuto.” Tasio, con un ultimo tentativo di compostezza, risponde: “Certo, sono qui per qualsiasi cosa ti serva.” Tasio raccoglie le sue cose in silenzio, lasciando l’ufficio che fino a quel momento era stato il suo.

Una volta solo, Gabriel scruta il luogo con orgoglio, accarezzando la scrivania, per poi sedersi sulla sedia che un tempo apparteneva a Damián de la Reina. Sul suo volto si dipinge un’espressione di pura soddisfazione e vendetta. Ha raggiunto il suo obiettivo, ha strappato il potere al fratello nella sua stessa fabbrica, alimentato da un egoismo e un’ambizione che lo hanno portato precisamente dove desiderava essere.


Nel frattempo, nella casa dei de la Reina, Andrés scende in cucina, dove Manuela sta preparando la cena. Le si avvicina con voce pacata: “Manuela, volevo chiederle una cosa. Riguarda una lettera che ho ricevuto. Volevo sapere se l’ha vista tra le mie cose, magari per caso.” Manuela riflette, poi risponde: “Non ricordo ora di quale lettera parla.” “Era da Parigi, scritta a mano,” precisa Andrés, cercando di non tradire la sua ansia.

A questo punto, Manuela ha un’illuminazione. Ricorda di aver trovato quella lettera nella giacca di Andrés il giorno dell’incidente e di averla consegnata a María. “Sì, certo,” dice con sicurezza. “La lettera che menziona, l’ho tirata fuori dalla sua giacca quel giorno dell’incidente in fabbrica.” Andrés incalza con urgenza: “E cosa ne ha fatto?” “Gliel’ho data a Doña María,” risponde Manuela, certa del suo ricordo.

Andrés tace per qualche istante, poi, tentando di dissimulare la sua crescente inquietudine, dice: “Non si preoccupi. Probabilmente se l’è dimenticata di consegnarmela, o l’ha messa via senza rendersene conto. Non ha importanza.” Ma i suoi occhi tradiscono un profondo turbamento. Manuela, avvertendo la sua agitazione, gli chiede: “Succede qualcosa, signore?” Lui nega con decisione: “No, nulla, davvero.”


Andrés rimane pensieroso, vagando per la stanza nel tentativo di mettere ordine tra i suoi pensieri frammentati. Dietro di lui appare María, con un sorriso studiato e una calma apparente. “Tesoro, ti stavo cercando. Com’è andato il pomeriggio?” “Bene,” risponde lui, ma il suo sguardo è distante. “Sono stato in fabbrica.”

“Dovresti prenderti più cura di te,” dice lei con dolcezza. “È ancora presto per tornare al lavoro.” “Sono guarito e mi sento perfettamente,” replica Andrés con una freddezza che gela, evitando il suo sguardo. “Comunque, credo che dovresti prendertela comoda,” insiste María. Lui cambia argomento: “Devo rientrare al più presto. Joaquín mi ha coperto per qualche giorno e devo mettermi al corrente di tutto.” María annuisce, ma la sua espressione è tutt’altro che convinta. “Bene, spero che quel trambusto non nuoccia al tuo recupero.” “Stai tranquilla, sto bene,” risponde lui. Poi, con un tono di finta leggerezza, aggiunge: “A proposito, quando ero in fabbrica mi ha chiamato un cliente lamentandosi di un ordine che a quanto pare avevo fatto prima dell’incidente. È stato imbarazzante spiegargli cosa mi è successo.”

“Deve essere difficile ripeterlo continuamente,” dice María con un sospiro di comprensione. “Sì,” ammette Andrés, “ma ha capito. Tuttavia, mi preoccupa che ci siano altri casi simili. Ho pensato che forse potresti aiutarmi.” “Io?” chiede lei, sorpresa. “Sì. Nei giorni precedenti all’incidente ho ricevuto qualche chiamata o messaggio importante.” María ride leggermente, cercando di minimizzare: “Come potrei saperlo? Non sono con te in fabbrica.” “No, ma mi riferisco se mi hai detto qualcosa, qualche chiamata o lettera che ho ricevuto,” insiste Andrés. Lei nega con fermezza: “No, non ricordo nulla del genere. Mi dispiace.”


Andrés sente una stretta al cuore, ma sa che sta mentendo. La stava solo sondando, cercando di capire se avrebbe rivelato qualcosa. “Non preoccuparti,” dice infine. “Non volevo turbarti con questioni di lavoro.” “Oh, quanto vorrei poterti aiutare di più,” risponde María con un’aria di studiata innocenza. “Ad ogni modo, andiamo in sala da pranzo. La cena dovrebbe essere pronta.”

Mentre lei si allontana con un sorriso tranquillo, Andrés la osserva in silenzio. Nel suo sguardo si mescolano sospetto e tristezza. Sa con una certezza sempre maggiore che María gli sta nascondendo qualcosa. E ciò che non immagina è che la verità che sta per scoprire potrebbe cambiare tutto. María consegnerà la lettera che apparteneva ad Andrés. Gabriel riuscirà a mantenere il suo nuovo incarico senza destare i sospetti di Damián? Cosa scoprirà Andrés proseguendo le sue indagini sulla lettera e sulla donna che lo ha chiamato?

Lasciateci i vostri commenti qui sotto e diteci cosa pensate accadrà. Siamo impazienti di leggere le vostre teorie! Grazie per averci accompagnato in questa esclusiva anteprima di “Sueños de Libertad”. Vi aspettiamo in un nuovo e speciale appuntamento. Alla prossima!