“Sogni di Libertà”: Anticipazioni Settimanali dal 6 al 10 Ottobre: Andrés Smaschera il Lato Oscuro di Gabriel nel Fragore delle Campane Nuziali
L’autunno a Toledo, solitamente un tripudio di malinconica bellezza, si tinge quest’anno di tinte drammatiche e oscure nella Colonia de la Reina. Le foglie che cadono non sono solo un presagio della stagione che avanza, ma anche le ultime vestigia di un’innocenza che sta per essere brutalmente infranta. Dalla prima settimana di ottobre, infatti, l’aria si riempie non della quiete autunnale, ma del ruggito di verità a lungo celate e dell’ombra di un male che, fino a questo momento, si era nascosto nel volto amico di Gabriel de la Reina.
Lunedì: Il Prezzo del Silenzio e l’Ombra di un Predatore
La settimana si apre con una tensione quasi palpabile, un filo che minaccia di spezzarsi da un momento all’altro. Damián de la Reina, patriarca di un impero edile dalle fondamenta tanto vacillanti quanto la sua anima tormentata, si ritrova faccia a faccia con il temibile sergente Zabalza. L’incontro non avviene nel chiuso confortevole del suo ufficio, bensì in un luogo neutro e desolato, un caffè di periferia dove l’odore di stantio si mischia al terrore. Irene lo aveva messo in guardia, la sua voce un sussurro tremante al telefono: “Stai attento, Damián. Zabalza non è un membro della Guardia Civil, è uno sciacallo in uniforme.” E non si sbagliava. Zabalza, un uomo corpulento dall’espressione piccola e astuta, con un sorriso che non raggiungeva gli occhi, si rivela un predatore senza scrupoli. Ogni sua parola è una minaccia velata, un monito sul potere che detiene sulla vita di José Gutiérrez, l’uomo che Damián ha giurato di proteggere. “Mi è giunta voce che lei sia molto preoccupato per il ritrovamento di un certo José Gutiérrez,” esordisce Zabalza, rimestando il caffè con una lentezza irritante. Damián, mantenendo a fatica la compostezza, risponde con fierezza: “Entrambi sappiamo che la giustizia ha poco a che fare con questa faccenda.” La preoccupazione per José e Irene gli stringe il petto. “Voglio che lo liberi immediatamente.” Zabalza ride, un suono secco e sgradevole. “Le cose non sono così semplici, Don Damián. Gutiérrez è, diciamo, in un luogo sicuro. Ma la sicurezza, come tutto in questa vita, ha un prezzo. E temo che se si sente messo alle strette, se qualcuno inizia a fare le domande sbagliate… gli incidenti accadono. Comprende cosa intendo? Un uomo disperato può fare qualsiasi cosa, persino porre fine alla vita di un altro.” La minaccia aleggia nell’aria, densa e velenosa. Damián comprende di avere a che fare con un mostro privo di scrupoli, la cui lealtà è in vendita al miglior offerente.

L’Incanto di Ema Gobantes e la Fuga di Marta
Mentre il pericolo incombe, un’aria di novità, o almeno di distrazione, percorre la Colonia. Arriva Ema Gobantes, un’attrice di fama la cui bellezza è tanto discussa quanto il suo talento. I lavoratori della fabbrica sussurrano al suo passaggio, gli uomini la guardano con ammirazione, le donne con un misto di invidia e fascino. Nessuno, tuttavia, sembra così colpito dalla sua presenza come Don Agustín. Il parroco, solitamente austero e critico, la segue con un’attenzione che rasenta l’ossessione, le sue guance arrossate da un rossore inusuale ogni volta che lei passa vicino alla chiesa. Carmen e Gema, sempre pronte a cogliere un’opportunità, vedono in Ema la soluzione ai loro problemi. “Passione Nascosta”, la loro nuova fragranza, ha bisogno di un volto, di un simbolo che ne incarni l’essenza. E chi meglio della enigmatica ed elegante Ema Gobantes? Armate di volantini, idee e una bottiglia del profumo, concertano un incontro. “Signorina Gobes,” inizia Carmen, con il suo solito mix di dolcezza e determinazione. “Sappiamo che è una donna impegnata, ma crediamo di avere qualcosa che potrebbe interessarla, qualcosa che cattura il mistero, la forza, la passione che lei proietta.” Ema, divertita e intrigata, ascolta la loro proposta. L’idea di essere l’immagine di un profumo, di una storia imbottigliata, le appare un’interessante sfida, un nuovo ruolo da interpretare. Lontana da tutto ciò, Marta de la Reina prende una delle decisioni più difficili della sua vita. Pelayo, il suo sposo, il governatore, aveva insistito con una tenacia che non poteva più ignorare. La sua voce, sempre così calma, era diventata una richiesta costante: “Marta, per favore, lascia Toledo, lasciati alle spalle i fantasmi. Ricominciamo da capo insieme. Come mia moglie, come la moglie del governatore, ho bisogno di averti al mio fianco.” E lei, esausta di lottare contro i ricordi, contro il dolore di un passato che la soffocava, alla fine cede. Impacchetta le sue valigie, sentendo di non riporre solo vestiti e gioielli, ma anche i pezzi rotti della donna che era stata, sperando, senza troppa convinzione, di poterli ricomporre in un’altra città.
Gabriel, il Burattinaio e la Bomba di Digna

Nei corridoi di Perfumerías de la Reina, un altro dramma si sta svolgendo. Uno di manipolazione sottile e ambizione smodata. Gabriel, l’avvocato di famiglia, l’uomo di fiducia, continua a tessere la sua tela attorno a Tasio. Con la recente promozione di quest’ultimo a direttore, Gabriel si è trasformato nel suo consigliere indispensabile, la sua ombra. “Mio amico Tasio,” dice con una pacca sulla spalla. “So che questo nuovo incarico può essere opprimente. Le cifre, i contratti, i fornitori. Non preoccuparti, sono qui per aiutarti. Considerami i tuoi occhi e le tue orecchie. Devi solo fidarti di me.” Tasio, lusingato e un po’ insicuro, accetta la sua aiuto con gratitudine, ignaro che ogni consiglio di Gabriel sia una pietra strategicamente posizionata per farlo inciampare. Un altro passo nel piano dell’avvocato per ottenere il controllo totale dell’azienda nell’ombra. Ma la rivelazione più devastante del giorno deve ancora arrivare. Digna, la matriarca dei Merino, consumata da una colpa che non può più sopportare, cerca Andrés. Lo trova in giardino, intento a contemplare la caduta delle foglie. Il suo volto è emaciato, i suoi occhi arrossati da lacrime trattenute. “Andrés, devo parlarti. C’è qualcosa che devi sapere. Qualcosa di terribile.” Andrés, preoccupato per lo stato di sua zia, la conduce su una panchina di pietra. “Cosa succede, zia? Mi stai spaventando?” La voce di Digna è un filo tremolante. “Si tratta di Don Pedro. Mio marito. Tutto quello che ti avevo detto su di lui era vero. Era un uomo crudele, un maltrattatore. Ma c’è di più, Andrés, molto di più.” E poi, con il cuore in gola, gli confessa la verità che aveva custodito come un veleno: il coinvolgimento di Pedro nella scomparsa di José Gutiérrez. Ma la bomba finale è quella che fa vacillare il mondo di Andrés sulle sue fondamenta. “E c’è qualcosa che mi indigna, Andrés, qualcosa che non posso perdonare. Tuo padre, Damián, lui sa tutto. Ma il peggio è che non vi ha ancora detto la verità sulla morte di Jesús.” Andrés la guarda, incredulo. “Di cosa parli? Jesús si è suicidato. Lo sappiamo tutti.” Gli occhi di Digna si riempiono di lacrime amare. “No, Andrés, non è andata così. Jesús non si è suicidato.” Il silenzio che segue è più assordante di qualsiasi grido. Il mondo di Andrés de la Reina, tutto ciò che credeva di sapere sulla sua famiglia, sulla tragedia che li aveva segnati per sempre, si infrange in quell’istante.
Martedì: Libertà a Caro Prezzo e Nuovi Amori, Vecchi Tormenti
Mentre suo figlio affronta quella verità schiacciante, Damián, ignaro della confessione di Digna, muove i suoi fili. Deciso a liberare José a qualsiasi prezzo, sta per contattare un vecchio conoscente, un uomo dai metodi spicci chiamati Miguel Ángel Vaca, quando il telefono squilla di nuovo. È Zabalza, il suo tono è cambiato. “De la Reina, ci ho pensato. Forse possiamo raggiungere un accordo, un accordo che vada bene a entrambi.” Damián sente un barlume di speranza, ma sa che negoziare con un uomo come Zabalza sarà come ballare con il diavolo. Affronta una realtà ineludibile: per salvare la vita di José, dovrà pagare un prezzo esorbitante, uno che forse non si misurerà solo in denaro. Nel mezzo di tanta oscurità, Begoña cerca di essere un faro di luce per gli altri. Vedendo la crescente distanza tra Luz e Luis, decide di intervenire. Li riunisce nel dispensario con la scusa di controllare delle cartelle cliniche. “So che non sono affari miei,” dice con delicatezza, “ma tengo a entrambi. Ho visto come vi guardate, ho visto l’amore che vi avete e ho visto anche il dolore che vi sta separando. Luis, so che hai commesso degli errori, ma chi non ne commette? E Luz, so che hai paura di essere ferita di nuovo, ma l’amore, quello vero, richiede fiducia, richiede coraggio.” Le sue parole sincere e sagge calano nel profondo. Luz guarda Luis e, per la prima volta da settimane, non vede l’uomo che l’ha delusa, ma l’uomo di cui si è innamorata. Decide di dargli quell’opportunità, quella voto di fiducia che Begoña le consigliava. Cominciano a parlare, a ricostruire i ponti che si erano crollati tra loro. Ma mentre Begoña aggiusta le vite degli altri, la sua precipita in un abisso. Alla fine della giornata, con le mani tremanti, guarda il risultato del test di gravidanza che ha fatto in segreto. Positivo. Un figlio. Un figlio di Gabriel. Il terrore la invade. Un freddo glaciale che le percorre il corpo intero. Luz la trova pallida, con gli occhi sbarrati dal panico. Tenta di consolarla, di abbracciarla, ma Begoña è incapace di reagire. Non è la gioia di una nuova vita quella che prova, ma il timore di un futuro incerto e terrificante, un futuro legato all’uomo che inizia a mostrare un volto che non conosceva.

Il Ritorno di José e la Traizione di Gabriel
L’alba del martedì porta con sé la materializzazione degli incubi di Damián. Gaspar, il fedele impiegato della finca, trova un uomo a terra vicino all’ingresso della Colonia durante il suo giro mattutino. È gravemente ferito, coperto di sangue e fango, a malapena cosciente. Si inginocchia al suo fianco e l’uomo, con un ultimo alito di forza, riesce a pronunciare un nome prima di svanire: Cristina. Era José Gutiérrez. Zabalza aveva mantenuto la sua parte dell’accordo, ma lo aveva lasciato abbandonato al suo destino come un animale ferito. La notizia corre come un fulmine. Luz lo assiste d’urgenza nel dispensario, stabilizzando i suoi parametri vitali. L’intervento di Damián è stato decisivo, ma il ricongiungimento di José con sua figlia Cristina e con Irene, l’amore della sua vita, è un vortice di emozioni trattenute per anni. Lacrime, abbracci spezzati e parole che non riescono a esprimere decenni di dolore e desiderio. Nel frattempo, in azienda, Gabriel prosegue il suo piano. L’incontro con gli investitori americani è cruciale per l’espansione di Perfumerías de la Reina. Tasio, nervoso ma deciso, deve condurlo. Gabriel si offre come traduttore, un gesto di supporto che nasconde la più vile delle tradizioni. “Non preoccuparti, Tasio, esponi le tue idee con passione, che io mi occuperò di far capire a questi signori ogni singola virgola,” lo rassicura. La riunione inizia. Tasio parla con eloquenza dei suoi piani di crescita, della qualità dei suoi prodotti, e Gabriel, con un sorriso impassibile, traduce le sue parole distorcendole sottilmente, seminando il dubbio, introducendo clausole inesistenti, dipingendo un quadro di instabilità e rischio. Sta per sabotare l’accordo in modo irreparabile quando la porta della sala riunioni si apre. È Andrés, allertato da un’intuizione, da un dettaglio che non gli quadrava nella preparazione della riunione, ha deciso di passare. Ascoltando la traduzione di Gabriel, il suo perfetto inglese gli permette di cogliere la traduzione all’istante. “Un momento,” interviene Andrés, la sua voce gelida che taglia l’aria. “Credo ci sia stato un malinteso. Quello che il nostro direttore, il signor Blasco, ha voluto dire è qualcosa di molto diverso.” La faccia di Gabriel è un poema. Rabbia, sorpresa e odio puro si riflettono nei suoi occhi per una frazione di secondo prima che riesca a ricomporre la sua maschera di affabilità. Il piano di sabotaggio è stato smantellato. Andrés ha salvato l’accordo, ma si è appena guadagnato un nemico mortale.
Mercoledì: Verità Condivise, Rancori Profondi e Nebbia d’Amore

La rivelazione di Digna sulla morte di Jesús ha creato un nuovo e doloroso legame tra Andrés e Begoña. Si incontrano in biblioteca, il peso della verità condivisa fluttua tra loro. “Non posso credere che mio padre ci abbia nascosto una cosa del genere,” dice Andrés, passandosi le mani tra i capelli. “Ho vissuto tutta la vita credendo a una bugia. Ho odiato mio fratello per la sua debolezza, per averci abbandonati. E si scopre che è stato assassinato.” “Mi dispiace tanto, Andrés,” sussurra Begoña, posando una mano sul suo braccio. “Questo cambia tutto.” In quel momento di connessione, di dolore condiviso, trovano un conforto inaspettato. Sono due anime ferite che cercano rifugio. È proprio allora che suona il telefono. È Digna. La sua voce, ora ferma, ha un’urgenza che gela il sangue di Andrés. Gli chiede di vedersi di nuovo, che ci sono altre cose che deve sapere. Gabriel, corroso dalla gelosia dopo il suo fallimento nella riunione, ha cercato Begoña. Il suo piano di riconquistarla, di consolidare la loro relazione ora che sapeva della gravidanza, è diventato un’ossessione. L’ha trovata, ma non sola. L’ha vista con Andrés in biblioteca. Non ha potuto sentire quello che dicevano, ma l’immagine è stata sufficiente ad accendere la furia interiore. La mano di Begoña sul braccio di Andrés, la vicinanza, l’intimità nei loro sguardi. Per Gabriel è stata una traduzione intollerabile. La scena ha risvegliato in lui un mostro possessivo e violento che aveva tenuto a bada. Sospettava che gli stessero nascondendo qualcosa, e ora ne era sicuro. Giurò tra sé che avrebbe scoperto cos’era e che Andrés avrebbe pagato per questo. Nel dispensario, la situazione di José si complica. Luz è chiara: “Ha bisogno di un ospedale. Ha ferite interne che non posso trattare qui. Se resta, la sua vita è in pericolo.” Ma portarlo in ospedale significherebbe allertare le autorità, rivelare tutta la verità sul suo rapimento e sul coinvolgimento di Zabalza, mettendo in pericolo Damián e tutti coloro che lo hanno aiutato. Cristina e Irene, disperate, prendono una decisione rischiosa: lo nasconderanno in un magazzino disuso della fabbrica. Sanno che è una follia, ma è l’unica opzione che hanno per proteggerlo e proteggersi. Nel mezzo della crisi familiare, le vite personali proseguono. Manuela, la cuoca, osserva Damián con crescente ammirazione. Vede in lui un uomo tormentato, ma nobile, che lotta per la sua famiglia. Proprio mentre Damián, a sua volta, recupera una certa complicità con Irene, unita a lei dal segreto e dal pericolo condiviso nel salvataggio di José, i fili del destino tessono un complesso arazzo di affetti e lealtà. D’altro canto, Raúl, il figlio di Joaquín, ha ricevuto un’offerta che potrebbe cambiargli la vita: diventare un pilota di corse professionista. L’emozione è immensa, ma sa che deve essere sincero con Claudia. La relazione tra loro si è raffreddata e lui ha bisogno di sapere se può contare sul suo sostegno. Claudia, terrorizzata che il suo segreto lo allontani per sempre, decide di confessargli la verità sull’eredità che Don Pedro le ha lasciato a suo figlio Mateo. “Raúl, devo dirti una cosa. Don Pedro mi ha lasciato dei soldi, tanti soldi per Mateo. Non te l’ho detto perché avevo paura.” La reazione di Raúl non è quella che lei si aspettava. Non gli importava il denaro. Quello che lo ha distrutto è la mancanza di fiducia. “Paura, paura di me?” Esplode la sua voce carica di dolore e delusione. “Credevi che ti avrei rubato, che non ti avrei sostenuto dopo tutto quello che abbiamo passato. Non ti fidi di me?” La frattura tra loro si fa più profonda, forse insalvable.
Giovedì: Rivelazioni, Dilemmi e la Sferza della Gelosia
Il mercoledì arriva come una sbornia emotiva. José, ormai più ripreso grazie alle cure clandestine di Luz, ha un emozionante ricongiungimento con Cristina. Si siedono nel magazzino polveroso, la luce che filtra da una finestra sporca. “Figlia,” inizia José, la voce roca. “So che hai mille domande. So che ti ho deluso.” Cristina gli prende la mano, una mano segnata dal lavoro e dalla sofferenza. “No, papà, non mi hai deluso. Ora capisco tutto. Capisco perché hai dovuto allontanarti. L’unica cosa che importa è che tu sia qui.” Non ci sono recriminazioni, solo l’accettazione e l’amore di una figlia che finalmente ritrova suo padre. Dopo la sua confessione, Andrés e Digna sentono come se si fossero tolti un peso di dosso. La verità, per quanto dolorosa, li ha liberati. Digna è tornata a fidarsi di Damián, vedendo i suoi sforzi per rimediare ai suoi errori. Inizia persino a considerare di perdonare Irene, la donna che era stata l’amante di suo marito, ma che era stata anche una vittima. Tuttavia, suo figlio Joaquín si rifiuta categoricamente. Il rancore verso la famiglia de la Reina e verso tutti coloro che erano stati coinvolti nella vita di suo padre è una ferita troppo profonda per lui. La notizia della ricomparsa di José e del coinvolgimento di Pedro nella sua scomparsa si diffonde come un segreto a mezza voce tra i più intimi. In una riunione improvvisata, Luz condivide i dettagli, unendo ancora di più il piccolo cerchio di cospiratori. La confessione di Digna ha avvicinato Begoña e Andrés in un modo che nessuno dei due si aspettava. Condividono un terribile segreto, una verità che ridefinisce il loro passato e forse il loro futuro. Si incontrano spesso, parlando sottovoce, i loro sguardi carichi di una mutua comprensione. Gabriel, osservandoli da lontano, sente la gelosia divorarlo. Ogni gesto complice, ogni sorriso condiviso è una pugnalata al suo orgoglio. È sempre più convinto che tra loro ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia nata da una tragedia condivisa. Begoña, tuttavia, inizia a sentire un brivido ogni volta che Gabriel si avvicina a lei. La sua gelosia, il suo modo di interrogarla sulle sue conversazioni con Andrés, il suo sguardo possessivo. Tutto le ricorda in modo terrificante Jesús. Lo schema oscuro e controllante che aveva subito con il suo defunto marito sembra riemergere nell’uomo da cui ora aspetta un figlio. Il rimpianto inizia a nidificare nel suo cuore. È sfuggita a un mostro per cadere nelle grinfie di un altro. Decisa a chiarire le cose, a forzare una reazione che le dia qualche certezza, cerca Gabriel. Lo trova nel suo ufficio, intento a rivedere dei documenti con il cipiglio corrucciato. “Gabriel, dobbiamo parlare.” Lui alza lo sguardo, la sua espressione si addolcisce vedendola, anche se i suoi occhi rimangono freddi. “Cosa succede, Begoña?” Lei prende un respiro profondo, raccogliendo tutto il suo coraggio. “Sono incinta, Gabriel. Aspetto un tuo figlio.” Si aspettava un’esplosione, gioia, sorpresa, persino rabbia, ma non si aspettava il silenzio. Gabriel non reagisce. Il suo volto diventa una maschera di pietra. Non sbatte le palpebre. Non dice una parola, la guarda e in quello sguardo Begoña non vede un futuro padre, ma uno stratega che valuta una nuova variabile nel suo gioco, un problema inaspettato che deve essere risolto. Il silenzio si allunga, pesante, opprimente, e in quel silenzio, Begoña sente di soffocare. Il dubbio si trasforma in una terrificante certezza. L’uomo che ha di fronte è uno sconosciuto, un pericoloso sconosciuto. La confessione che doveva unirli la lascia completamente disarmata, e lui paralizzato, rivelando una sfaccettatura della sua anima che Begoña non aveva mai voluto vedere.

Venerdì: La Verità Nascosta e le Ombre sul Futuro
Il giovedì, la tempesta scatenata dalla confessione di Begoña diventa un uragano. Lei cerca rifugio in Luz, la sua unica confidente. “Non ho detto niente, Luz. Assolutamente niente,” racconta con voce spezzata. “Mi ha guardato come se le avessi annunciato una peste. Il suo freddo mi ha gelato il sangue. È stato come rivedere Jesús con la stessa incapacità di sentire, di amare.” Luz l’abbraccia. “Begoña, devi essere forte. Ora non si tratta solo di te.” “Cosa farai?” “Non lo so,” ammette Begoña, “ma questa reazione mi ha fatto prendere una decisione, una decisione sulla mia gravidanza e su di lui. Non posso portare un figlio al mondo in queste condizioni.” Con un padre così. Mentre Begoña affronta il suo dilemma personale, il negozio di profumi vive un momento di gloria. La campagna di “Passione Nascosta” con Ema Gobantes è un successo clamoroso. Il negozio si riempie di clienti, tutte ansiose di provare la nuova fragranza e, se possibile, vedere la famosa attrice. Ema, entusiasta del suo nuovo ruolo, interagisce con il pubblico, firma autografi e diventa l’ambasciatrice perfetta. Carmen e Tasio non potrebbero essere più orgogliosi. Il momento di trionfo, tuttavia, viene offuscato dall’irruzione di Don Agustín, il cui volto riflette un amaro disappunto, mormorando sulla vanità e l’indecenza di usare l’immagine di un’attrice per vendere profumi. Nel nascondiglio della fabbrica, José e Irene finalmente hanno tempo per parlare, per disseppellire il passato. José le racconta l’inferno che ha vissuto per colpa di Don Pedro. “Mi ha minacciato, Irene,” le confessa, la voce tremante al ricordo. “Mi ha detto che se non fossi sparito dalle vostre vite, si sarebbe assicurato che finissi in carcere per un crimine che non ho commesso. O peggio, mi ha costretto ad andarmene, a lasciare te e mia figlia, ma non sono mai andato via del tutto. Ho usato mille stratagemmi per restare vicino, per sapere di Cristina senza che lei lo sapesse. Sono stato giardiniere, fattorino, qualsiasi cosa mi permettesse di vederla crescere, anche se da lontano. Ogni giorno senza poterla abbracciare è stata una tortura.” L’amore tra loro, nonostante gli anni e il dolore, resta intatto, ancora più forte per la prova superata. Il successo di Perfumerías de la Reina, tuttavia, non passa inosservato. Antoine Brosart, il concorrente francese e la mano nell’ombra che muove i fili di Gabriel, inizia a fare pressione su di lui. “Gabriel, mi hai promesso che avresti affondato quell’azienda, non che l’avresti resa un successo internazionale,” gli rinfaccia Brosart in una telefonata. “I miei capi si stanno impazientendo. O acceleri il tuo piano, o ti assicuro che le conseguenze saranno molto spiacevoli per te.” Gabriel, messo alle strette da Brosart e turbato dalla notizia della gravidanza di Begoña, sente di perdere il controllo. Tenta di nascondere la sua preoccupazione a María, la moglie di Andrés, ma lei non è stupida. Nota il suo nervosismo, il suo sguardo perso. Inizia a sospettare che l’avvocato provi qualcosa di più di una semplice amicizia per Begoña. Le sue stesse inquietudini, inoltre, non fanno che crescere. Gabriel, nel tentativo di seminare zizzania, le aveva assicurato che Andrés e Begoña erano di nuovo molto uniti. E lei stessa lo ha constatato poco dopo, vedendoli in giardino, parlare a bassa voce, con una complicità che l’ha esclusa e l’ha ferita profondamente. Il seme della sfiducia verso suo marito è stato piantato. Luis, ignaro delle intrighi dei de la Reina, conosce finalmente José. Empatizza immediatamente con la storia dell’uomo e la sua vicinanza a Cristina si fa ancora più evidente. La tratta con una dolcezza e una protezione che iniziano a confondere la giovane proprio mentre cerca di elaborare il ritorno di suo padre. In una delle loro conversazioni, Cristina rivela a José qualcosa su Luis, sui suoi sentimenti, qualcosa che lascia l’uomo profondamente turbato e preoccupato per il futuro di sua figlia. La forza di Digna, da parte sua, viene messa alla prova ancora una volta da Don Agustín, che la critica apertamente nella piazza del paese per non osservare un lutto appropriato per suo marito defunto. “Un po’ di rispetto per il morto, Digna,” le sputa il prete. “Sembra che tu sia contenta della sua dipartita.” “Il rispetto, Don Agustín, si guadagna in vita,” replica lei con una dignità d’acciaio che lo lascia senza parole. Nel tentativo disperato di sistemare le cose, Manuela va a parlare con Raúl, confessandogli che è stata lei a consigliare a Claudia di non dirgli nulla sull’eredità. Ma Raúl è ancora ferito. La ferita non è per il segreto, ma per la sfiducia che implica. Non può perdonare Claudia. Gabriel, in un ultimo e patetico tentativo di riconquistare Begoña, va a cercarla. Cerca di giustificarsi, di condividere con lei le sue paure più intime, dipingendosi come una vittima delle proprie insicurezze. “Begoña, quando me lo hai detto, sono rimasto sotto shock. L’idea di essere padre mi terrorizza. Ho paura di non essere abbastanza bravo, di essere come mio padre.” Ma Begoña non gli crede più. Il suo istinto, affilato da anni di sofferenza per mano di Jesús, le urla che è tutta una recita. “Non disturbarti, Gabriel,” lo interrompe, la sua voce fredda e tagliente. “Non sono le tue paure quelle che vedo in te. Riconosco nei tuoi occhi lo stesso schema oscuro che aveva Jesús, la stessa freddezza, la stessa manipolazione. Inizio a pensare che siate uguali.” Il paragone è come un acido gettato sul volto di Gabriel. Rimane senza parole, vedendo Begoña allontanarsi, lasciandolo solo con la sua rabbia e la sua frustrazione. E poi, quando il giorno sembrava non poter riservare altri colpi di scena, arriva il colpo di grazia. Un postino consegna una lettera raccomandata ad Andrés. L’apre senza dargli particolare importanza, pensando si tratti di qualche affare aziendale. Ma il mittente lo stranisce. Enriqueta Molinero. Il contenuto lo lascia senza fiato. Sono poche righe scritte con una grafia tremante ma ferma. Il cuore di Andrés inizia a battere con una forza travolgente. Quello che legge su quel foglio è così scioccante, così mostruoso, che cambia tutto. Assolutamente tutto. La lettera non solo conferma i suoi peggiori sospetti su Gabriel, ma li trasforma in una terrificante certezza.
Il Climax e le Ombre sull’Alba

Il venerdì si alza con un cielo plumbeo, presagio della tempesta che sta per scatenarsi. Andrés tiene in mano la lettera di Enriqueta Molinero, la figlia di Remedios, la dipendente accusata di aver rubato la formula del profumo e di averla consegnata a Brosart. L’ha letta e riletta durante la notte, le parole incise a fuoco nella sua mente. “Mia madre è stata costretta a dichiararsi colpevole. Un avvocato della sua stessa azienda l’ha minacciata in prigione. Le ha detto che se non avesse confessato, sarebbe successo qualcosa di molto brutto a me. Quell’uomo era Gabriel de la Reina.” Il puzzle si ricompone con macabra precisione. La traduzione alla riunione con gli americani, la gelosia malata verso Begoña, la freddezza. Tutto acquista un nuovo e sinistro significato. Gabriel non è solo un avido arrampicatore sociale, è un criminale senza scrupoli. Andrés nasconde la lettera in un luogo sicuro e prende una decisione. Non andrà dalla Guardia Civil. Non ancora. Ha bisogno di altre prove. Ha bisogno di trovare Enriqueta, aiutarla e assicurarsi che Gabriel paghi per tutto il danno che ha causato. Si prepara a partire alla sua ricerca, ma un problema inaspettato nella fabbrica interrompe i suoi piani. Joaquín lo chiama con voce alterata. “Andrés, devi venire subito in fabbrica. È la sala caldaie. C’è una fuga grave. La pressione è alle stelle. Potrebbe esplodere.” Andrés si ritrova intrappolato. La sicurezza della fabbrica e dei suoi lavoratori è la sua priorità. Deve posticipare il suo viaggio, provando un’immensa frustrazione. Nel frattempo, Gabriel, venuto a conoscenza del problema alle caldaie, vede non una crisi, ma un’opportunità d’oro. L’opportunità che Antoine Brosart gli ha richiesto: un incidente, un incendio, sarebbe il colpo definitivo per affondare Perfumerías de la Reina. Nella sala riunioni, ignara del pericolo che incombe su di loro, la famiglia si riunisce. Danno il benvenuto a Cristina come nuova azionista, avendo ereditato la quota di suo padre, Don Pedro. La sorpresa arriva quando la giovane, con una calma che disarma tutti, annuncia la sua intenzione di vendere quelle azioni. “Non voglio niente che provenga da quell’uomo,” dichiara. “Voglio distaccarmi completamente dalla sua eredità.” Damián vede nella sua decisione l’opportunità perfetta per recuperare il controllo totale dell’azienda, per purgarsi una volta per tutte dall’influenza dei Merino. Joaquín, da parte sua, tenta di fare pressione su Luis affinché influenzi Cristina, affinché venda le azioni alla loro famiglia. La guerra per il potere, lungi dall’essere finita, non ha fatto altro che iniziare. Begoña, nel frattempo, sembra aver trovato uno spiraglio di speranza. Dopo il suo brutale confronto, Gabriel è tornato a cercarla, questa volta con un discorso diverso, disperato. Le ha giurato che cambierà, che la sua reazione iniziale è stata frutto del panico, ma che desidera quel figlio più di ogni altra cosa al mondo. Le ha promesso un futuro insieme, un impegno fermo. Begoña, desiderosa di credergli, condivide la notizia con Luz. “Ha assunto un impegno. Mi ha promesso che saremo una famiglia.” Luz, sempre pragmatica, la guarda con scetticismo. “E qual è il prossimo passo per fare le cose bene? Un impegno del genere con un figlio in arrivo. Si avverano campane di matrimonio?” La domanda colpisce Begoña come un secchio d’acqua fredda. L’immagine di sé, vestita di bianco, che cammina verso l’altare per unirsi a Gabriel, le rivolta lo stomaco. I dubbi che aveva cercato di zittire tornano a urlare dentro di lei con forza travolgente. José, grato a Damián per la sua liberazione, decide di metterlo alla prova. Si incontrano da soli e José, guardandolo dritto negli occhi, gli chiede direttamente della sua relazione con Irene. “So tutto quello che hai fatto per lei, Damián, e te ne sono grato, ma so anche che l’hai sempre amata. Irene e io abbiamo un passato, ma il futuro non è ancora scritto. Voglio solo sapere quali sono le tue intenzioni.” La domanda lascia Damián senza risposta, confrontato con i suoi stessi sentimenti e la lealtà che prova per l’uomo che ha appena salvato. Per Claudia, l’eredità di Don Pedro si è trasformata in una maledizione dopo che Manuela le ha rivelato che aveva cercato di intercedere per lei con Raúl, senza successo. E soprattutto ora che Cristina le ha raccontato il vero volto dell’uomo che è stato il padre di Mateo, il denaro le brucia nelle mani. Confessa tutta la verità a Manuela, la crudeltà di Pedro, il suo tentativo di comprare il suo silenzio. La cuoca rimane scioccata, comprendendo finalmente la profondità della sofferenza della giovane. Ricominciare da capo non è facile per Digna. Vedova, con i suoi figli ormai grandi, si sente disorientata, senza uno scopo. Riconosce davanti a Gema che le mancano i suoi vecchi obblighi, la sensazione di essere necessaria. Gema, con un sorriso, le propone una soluzione inaspettata: prendersi cura del piccolo Teo, suo figlio. L’idea illumina il volto di Digna. Curare un bambino, sentire di nuovo il calore di una casa. Forse è proprio quello di cui ha bisogno. Gabriel, sentendosi sempre più potente, sempre più vicino al suo obiettivo finale, sorprende María con una notizia. Il suo tono è ambiguo, il suo sorriso enigmatico. “Buona o cattiva, questo, cara cognata, dipenderà da come giocherai le tue carte.” Lascia la minaccia sospesa nell’aria, godendosi lo sconcerto sul volto di María, un altro pezzo nel suo macabro scacchiere. La settimana finisce con i due fratelli de la Reina di fronte ai propri demoni. Tasio, nonostante il successo con gli americani, si sente frustrato dopo essere stato ignorato da un altro cliente importante. Carmen, sempre al suo fianco, gli suggerisce di chiedere aiuto a suo padre. Un consiglio che a Tasio costa accettare. E Andrés, nella sala caldaie, combattendo contro il tempo per evitare una catastrofe, non può fare a meno di pensare alla lettera nascosta nella sua stanza. Il problema della fabbrica è grave, un altro intoppo per l’azienda, ma lui sa che il vero pericolo, il vero mostro, non è nelle tubature pronte a esplodere. È lassù, negli uffici, che cammina tra loro con un sorriso affabile e il cuore pieno di oscurità. Le campane di un possibile matrimonio suonano lontane e sinistre nella mente di Begoña, ma per Andrés, l’unica cosa che può sentire è il ticchettio di una bomba ad orologeria chiamata Gabriel, pronta a far esplodere le loro vite in mille pezzi. L’indagine è appena iniziata e già sente il peso del mondo sulle sue spalle.