LA PROMESA: 07/10 ¡DESESPERACIÓN TOTAL! ¿Un Milagro o el FIN para Curro y Petra?
Cari amici e amanti de “La Promesa”, preparatevi. Quello che sta per arrivare non è un semplice anticipo, ma una trama esplosiva che vi lascerà senza fiato, con il cuore in gola e i nervi a fior di pelle. L’episodio 691, in arrivo il 7 ottobre 2025, promette di essere un turbine di emozioni, segreti oscuri e rivelazioni strazianti che cambieranno per sempre il destino dei nostri amati personaggi. Oggi, sveleremo i frammenti di un episodio che segnerà un prima e un dopo, dalla penombra di una malattia che incombe alla disperazione di un amore proibito e alle ombre di una misteriosa scomparsa. Qui non c’è spazio per la tiepidezza. Qui c’è solo passione, dramma e lo spirito inconfondibile de “La Promesa”.
L’aria nella cucina de “La Promesa”, quel santuario di profumi di pane appena sfornato e stufati fumanti, oggi non sa di casa. È carica di una tensione quasi palpabile, di una preoccupazione silenziosa che incombe come una tempesta imminente sulle teste delle nostre amate cuoche e cameriere. Candela, con le braccia incrociate sul grembiule, scuote la testa con un gesto di profonda disapprovazione. Simona, la sua fidata compagna di fornelli, ascolta con una solennità insolita, le rughe segnate dallo sforzo di decifrare la cruda realtà che le circonda. Vera e White Thoresa, giovani e ancora nella freschezza dell’innocenza, percepiscono la gravità del momento, i loro occhi in cerca di risposte negli sguardi più esperti. “Questo è un abominio. Si guardi da qualsiasi prospettiva. Un nonsenso.” La voce di Candela risuona tagliente, rompendo il silenzio con la precisione di un coltello. A cosa si riferisce? Quale evento, quale decisione, quale colpo di fortuna ha provocato tale indignazione nel cuore di questa donna dal temperamento incrollabile? Il suo volto, solitamente temprato dal calore delle braci e dallo sforzo del lavoro, ora mostra un misto di incredulità e rabbia repressa. Simona annuisce impercettibilmente, confermando con un gesto l’amarezza che Candela ha espresso. Sembra che l’armonia nella tenuta, già fragile, si sia infranta in mille pezzi per qualche ingiustizia, una decisione così illogica da sfidare la ragione e la morale. La conversazione, senza dubbio, verte su un evento che ha scosso le fondamenta della lealtà e della decenza nel palazzo, lasciando le nostre eroine perplesse e profondamente turbate. Un anticipo che a “La Promesa” la logica a volte semplicemente non esiste.
E se pensavamo che l’indignazione di Candela fosse l’unico fuoco a bruciare a “La Promesa”, è perché non abbiamo ancora sentito Leocadia. In un angolo più discreto, dove gli sguardi indiscreti non arrivano, Leocadia, con la sua solita alterigia ma con una sfumatura di furia appena contenuta, si confronta con Cristóbal. I suoi occhi scintillano di una determinazione feroce. La sua postura è tesa come un arco pronto a scoccare una freccia avvelenata. Cristóbal, con il suo solito aplomb, cerca di mantenere la calma, ma anche lui sembra sentire il tremore dell’ira che emana da lei. “Non mi stancherò mai di dirlo. Non c’è cosa che odi di più che sentirmi accerchiata e dovermi piegare ai desideri degli altri.” Ascoltate questa dichiarazione. È l’essenza stessa di Leocadia, una donna che valuta la sua indipendenza al di sopra di tutto, che disprezza la sottomissione, che si ribella a qualsiasi tentativo di controllo. Ma la cosa non finisce qui. La sua voce, che potrebbe essere melliflua, ora si indurisce. Ogni parola un colpo, ogni sillaba un dardo. “Ma se qualcuno è un capitano da quattro soldi, allora la mia rabbia si moltiplica per mille e non posso sopportarlo.” Boom, eccola servita. Chi è questo capitano da quattro soldi che ha osato sfidare la volontà di Leocadia? Tutti gli sguardi puntano a Lorenzo, l’intrigante e manipolatore capitano, la cui presenza è sinonimo di guai. La rabbia di Leocadia non è solo un capriccio, è una forza della natura. Il suo orgoglio è stato ferito, la sua autorità sfidata e non c’è nulla che una donna come lei odi di più che sentirsi sottovalutata, specialmente da qualcuno che considera inferiore. La tensione in questa scena è così densa che si potrebbe tagliare con un coltello. Cosa ha fatto Lorenzo per provocare tale furia? Quale piano ha ordito per mettere Leocadia alle corde? Questo scontro promette di essere epico, uno scontro di volontà che lascerà cicatrici indelebili. “La Promesa” si prepara all’esplosione di un vulcano.
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Dall’indignazione e dalla furia passiamo alla tristezza più profonda e desolante. L’atmosfera in cucina è virata drasticamente, le risate e le battute sono state sostituite da sussurri ansiosi e sguardi carichi di preoccupazione. Simona, Candela e María, unite da legami d’affetto e dal destino che le ha radunate a “La Promesa”, si stringono attorno a Padre Samuel. Il sacerdote, con il volto solitamente sereno, ora sfoggia un’espressione cupa, un segnale inequivocabile che le notizie che porta non sono buone. La speranza, quella fiamma tenue che a volte illumina i corridoi della tenuta, sembra vacillare pericolosamente. Simona, con il coraggio che le conferisce l’esperienza e il sincero affetto per Doña Petra, rompe il silenzio. La sua voce, sebbene dolce, è intrisa di un’angoscia palpabile. “Come sta Doña Petra?” Il nome di Petra, la signora Arcos, risuona nell’ambiente portando con sé l’eco della sua malattia, quel male insidioso che la sta consumando. La risposta di Padre Samuel arriva come un pugno, un martello sul petto delle ascoltatrici. Il suo sguardo, pieno di una compassione che duole, si posa su ognuna di loro, trasmettendo la gravità della situazione senza bisogno di grandi discorsi. “Peggio di quanto pensassimo.” Un brivido percorre la stanza. Peggio, è possibile? La notizia cade come un macigno, spegnendo ogni barlume di ottimismo. María, la giovane dal cuore puro e ingenuo che cerca sempre il lato buono delle cose, non riesce ad accettare tale fatalità. I suoi occhi, pieni di lacrime trattenute, si aggrappano a un ultimo filo di speranza. Una domanda formulata con la disperazione di chi si rifiuta di credere all’inevitabile. “Ma si riprenderà? Non è così?” Il silenzio che segue la sua domanda è assordante, interrotto solo dal suono di un sospiro soffocato. Padre Samuel, con una voce che è appena un mormorio, ma carica di una verità ineludibile, offre la risposta più dolorosa di tutte. Guarda María con una tenerezza infinita, ma senza poter nascondere la dura realtà. “María, ci vorrebbe un miracolo.” Un miracolo. Ecco la parola che riassume tutto. La vita di Petra pende da un filo, da un atto di intervento divino. La medicina, a quanto pare, ha detto la sua ultima parola. La disperazione si impossessa della cucina. Le donne si guardano, i loro volti riflettono la stessa pena. Sarà questo la fine del cammino per Petra Arcos? O il destino de “La Promesa” le riserva ancora un ultimo, sorprendente colpo di scena? La speranza svanisce e il presagio della tragedia incombe minaccioso su di loro.
Il dramma de “La Promesa” raggiunge un nuovo livello di pathos, ma in mezzo all’ombra che avvolge la cucina, c’è un raggio di luce, un barlume di ambizione e creatività che cerca di elevarsi al di sopra delle pene terrene. In un altro angolo de “La Promesa”, dove i segreti vengono custoditi gelosamente e i sogni prendono forma sulla carta, troviamo Manuel ed Enora. L’ambiente tra loro è diverso, carico di un’energia condivisa, dell’emozione di un progetto comune. Manuel, con quella scintilla negli occhi che appare solo quando si dedica alle sue passioni, si mostra concentrato, i suoi pensieri che volano forse alti quanto le sue macchine volanti. “Enora, per favore, portami i progetti e gli schizzi su cui abbiamo lavorato ieri. Sono nella cassaforte.” La sua voce ferma e piena di entusiasmo rivela l’importanza di quei documenti. Non sono semplici fogli, sono il materiale del suo sogno. Quali nuove meraviglie architettoniche o ingegni volanti staranno tramando? I progetti e gli schizzi nella cassaforte non sono solo un deposito di sicurezza, sono un santuario di idee, di promesse di un futuro diverso. Enora, sempre efficiente, sempre attenta alle necessità di Manuel, si muove con agilità. C’è una complicità sottile tra loro, una connessione professionale, forse qualcosa di più che si manifesta nella naturalezza della loro interazione. “Sì, certo, eccoli. Questo è quello che mi avevi chiesto, quello…” “Anzi,” appena percettibile, Enora gli consegna i documenti. La domanda è: “Questo è quello che mi avevi chiesto, vero?” Non è incertezza, ma conferma, una conoscenza intima dei desideri e dei progetti di Manuel. Quali segreti si nascondono in quei piani? Una fuga, un’invenzione rivoluzionaria? O forse un modo per evadere la dura realtà che colpisce “La Promesa”? Questo momento di concentrazione e collaborazione ci ricorda che anche nei tempi più oscuri l’ambizione e la creatività umana non si fermano. Un contrasto vibrante con la pena che si respira in altre stanze. Una scintilla di speranza per il futuro della tenuta, se riuscirà a sopravvivere alla tempesta.
La pesantezza che avvolge la tenuta si fa ancora più densa nella stanza di Petra. È un santuario della malattia, uno spazio dove la vita combatte una battaglia impari contro un nemico invisibile. Vera e María, le giovani cameriere, affrontano con coraggio il doloroso compito di prendersi cura della Signora Arcos. I loro movimenti sono delicati, le loro voci sussurrate, cercando di non disturbare la fragile pace della malata. La luce che entra dalla finestra sembra fioca, incapace di dissipare l’ombra che incombe sul letto. Vera, con una fermezza che sorprende nella sua giovinezza, si avvicina a Petra. Le sue mani, abituate a compiti più leggeri, ora tengono con destrezza un cucchiaino con qualche rimedio medicinale, forse un’infusione per alleviare il dolore, forse un palliativo per la febbre. Nei suoi occhi si riflette la compassione, l’impotenza e la cruda realtà che Padre Samuel aveva anticipato. “Prenda questo, Signora Arcos.” La sua voce è dolce, quasi inudibile, un filo di suono nel pesante silenzio. Petra, appena un’ombra della donna alterata ed energica che un tempo era, tenta di deglutire; ogni movimento un’agonia, ogni sospiro una lotta. La scena è straziante, una prova palpabile della sofferenza che ha invaso “La Promesa”. María, osservando con gli occhi pieni di lacrime, pronte a sgorgare, rimane vicina, disposta ad aiutare in qualunque modo necessario. Al termine con Petra, le porge la mano offrendole un po’ della stessa medicina o forse semplicemente un sorso d’acqua per calmare la propria gola secca per l’angoscia. “Beva, María.” Questo semplice gesto, un’offerta silenziosa, racchiude la solidarietà e il dolore condiviso. Non stanno solo curando Petra, si stanno curando a vicenda, cercando di sopportare il peso di una malattia che sembra non avere tregua. L’immagine di queste due giovani con la morte che ronda nella stanza è un potente promemoria della fragilità della vita e della forza dello spirito umano nell’affrontare l’avversità. Un momento di profonda umanità nel mezzo dell’inevitabile tragedia che si avvicina.

La gravità della situazione di Petra Arcos trascende le pareti della sua stanza, diffondendosi come una densa nebbia nei corridoi de “La Promesa”. Ora, in un incontro ancora più solenne e rivelatore, Cristóbal diventa il portavoce della tetra verità. Il piccolo gruppo che lo ascolta è composto da Padre Samuel, Vera e Teresa, che già conoscevano l’angoscia, e si uniscono a loro Curro e Lóe, i cui volti riflettono un misto di incredulità e dolore silenzioso. La solennità delle loro espressioni anticipa la terribile notizia che sta per essere pronunciata. Cristóbal, con la voce carica di una tristezza che quasi lo spezza e con l’autorità di chi ha consultato i migliori medici, condivide il verdetto finale. Le sue parole sono precise, tecniche, ma il suo tono le trasforma in una sentenza. “Come spiegato dal Dottor Salazar, l’unica cosa che si può fare per la Signora Arcos in questi momenti è alleviare i sintomi che questa patologia le procura.” Alleviare i sintomi. Che parola crudele. Significa che non c’è cura, non c’è speranza di recupero, solo il prolungamento dell’agonia. I volti dei presenti si contraggono. Curro, che pure ha avuto le sue divergenze con Petra, non può evitare che una puntura di dolore gli attraversi il cuore. Lóe, sempre gentile, abbassa lo sguardo, incapace di sostenere il peso della notizia. Vera e Teresa si stringono l’una all’altra, le loro lacrime silenziose. Ma Cristóbal non ha finito. La frase successiva è un colpo diretto all’anima, una conferma brutale di ciò che tutti temevano, ma nessuno osava pronunciare ad alta voce. I suoi occhi si fissano su un punto lontano, come se nel dirlo evitasse lo sguardo dei presenti e l’orrore della verità. “…fino a quando non si verificherà il suo epilogo finale.” Epilogo finale. L’espressione elegante nella sua formulazione non fa che mascherare la crudele realtà: la morte. La parola incombe nell’aria, fredda e definitiva, avvolgendo tutti in un manto di disperazione. Padre Samuel chiude gli occhi per un istante in una preghiera silenziosa. Il silenzio che segue è sepolcrale, rotto solo dall’eco di quelle terribili parole. La vita di Petra si estingue lentamente e “La Promesa” si prepara al lutto, al commiato di una donna che, con tutti i suoi difetti, è stata parte ineludibile della sua storia. L’episodio 691 non porta solo malattia, porta il presagio di una perdita che scuoterà tutti nella tenuta.
Mentre l’ombra della malattia incombe su Petra, la preoccupazione per la reputazione e l’ordine de “La Promesa” non si ferma, soprattutto per menti come quella di Lorenzo. In un incontro privato, il capitano, sempre con un’aria di superiorità e pragmatismo freddo, discute la situazione con Leocadia. L’ambiente tra loro, sebbene sempre velato da una certa cautela, ora è influenzato dal nuovo focus di preoccupazione sorto nella tenuta. La malattia di Petra, per Lorenzo, non è solo una tragedia umana, ma un problema logistico e d’immagine. Lorenzo, con un tono che denota più irritazione che compassione, guarda Leocadia come se la colpa della situazione ricadesse sulla negligenza generale del personale. La sua preoccupazione non è per la salute di Petra, ma per le possibili ripercussioni nel resto del palazzo. “Che altro ci mancava in un palazzo. Una negligenza di uno dei servi mettesse in pericolo la salute degli altri.” Ascoltate il cinismo. Per Lorenzo, la malattia di Petra è una negligenza, un inconveniente, una potenziale minaccia per la salute degli altri. Le sue parole rivelano la sua natura egoista e il suo costante calcolo di rischi e benefici. Sta suggerendo che la malattia sia contagiosa o è semplicemente preoccupato per l’interruzione che ciò causerà al funzionamento della casa? Leocadia, che pochi minuti prima aveva espresso la sua furia per essersi sentita accerchiata, ascolta con un’espressione illeggibile. Condivide la preoccupazione di Lorenzo per l’ordine o disprezza la sua mancanza di umanità? La conversazione tra questi due personaggi, sempre carica di secondi fini, ci mostra un’altra sfaccettatura della crisi che sta vivendo “La Promesa”. La malattia di Petra non è solo un dramma personale, è una crepa nella facciata dell’impeccabile tenuta, una che Lorenzo non è disposto a tollerare. L’intrigo e l’egoismo continuano a tessere la loro rete in questo episodio.
Carico di emozioni, nel mezzo di tanta oscurità, un lampo di speranza, o almeno di risoluzione, brilla nella conversazione tra Teresa e Lope. In un angolo tranquillo, forse il giardino, dove l’aria è più fresca e i segreti possono essere sussurrati, Teresa si avvicina a Lope con una determinazione nello sguardo, una convinzione nella sua postura che indica che non si arrenderà facilmente. Lope, con il suo solito misto di tenerezza e rassegnazione, la ascolta attentamente, sebbene la sua espressione riveli il peso dei suoi conflitti interiori. Teresa, con una voce che trasmette sia sicurezza che un sottile anelito, gli porta notizie che potrebbero cambiare il corso di una situazione personale di Lope. “Tornerà a vedere suo fratello, probabilmente domani.” Sì, reale. Suo fratello, di chi parlano? È il fratello di Lope o di Teresa? La tensione nell’aria diventa palpabile. La parola “reale” rafforza la promessa, la rende un fatto imminente. La narrazione sottolinea la forza della volontà di Teresa, decisa e insistente. Lei non si limita a informare, spinge, insiste, cerca una conclusione. Perché questo incontro è così importante? Cosa c’è dietro questa insistenza? Lope, tuttavia, non condivide l’ottimismo di Teresa. Le sue spalle si accasciano leggermente e la sua voce, tinta di una preoccupazione palpabile, rivela il lato più oscuro della situazione. “Beh, spero solo che Federico rimanga fermo nella sua opinione di non aiutare sua sorella.” Ma, ecco il nodo gordiano: Federico, sua sorella e un rifiuto di aiutare. Chi sono questi personaggi? E quale tipo di aiuto è in gioco che Lope desidera venga negato? Questa frase getta una luce completamente nuova sulla conversazione, trasformando quello che sembrava un semplice incontro familiare in un conflitto morale ed emotivo. Lóe, con il suo buon cuore, raramente desidera il male a qualcuno. Se desidera che Federico rimanga fermo nel suo rifiuto, deve esserci una ragione di peso, un principio morale in gioco. Forse la sorella di Federico ha commesso qualche grave mancanza? O l’aiuto richiesto metterebbe in pericolo Federico o qualcun altro caro a Lope? Questo scambio di parole apre un abisso di domande, promettendo un nuovo fronte di dramma e tensione a “La Promesa”.

Non c’è respiro in questo episodio 691 e quando credevamo che non potesse esserci più intrigo, l’astuta Leocadia torna in scena per tessere una rete di mistero che ci lascerà tutti a bocca aperta. In un ambiente più formale, ma non meno teso, Leocadia si confronta con Alonso. Il Marchese, le sue parole, sempre calcolate, ora portano un peso aggiuntivo, il peso di un segreto che sta per essere svelato. Alonso, con la pazienza già esaurita dai costanti drammi della casa, la guarda con un misto di stanchezza e diffidenza. “Lo sa, quando Leocadia parla con quel tono, nulla di buono può uscirne.” Leocadia, con un sorriso appena percettibile che non raggiunge i suoi occhi, inizia a tastare il terreno, assaporando l’impatto delle sue parole prima di pronunciarle. “Da quando Catalina se n’è andata, ho continuato a ipotizzare su dove possa essere andata Catalina.” Il nome risuona come un eco spettrale nell’ambiente. La scomparsa di Catalina è stata un mistero, una ferita aperta nel cuore de “La Promesa”. Alonso, il cui legame con sua figlia è innegabile, si mette immediatamente sulla difensiva. I suoi occhi si socchiudono. La sua voce acquista una sfumatura di impazienza, di chi sa che Leocadia raramente agisce per pura preoccupazione altruistica. “Dove vuole arrivare?” Ecco la domanda che tutti ci poniamo. Quale oscuro proposito si nasconde dietro l’apparente preoccupazione di Leocadia? Ma lei, lontana dall’essere scoraggiata, si crogiola nel suspense, godendosi il disagio di Alonso. La sua frase successiva è un colpo da maestro, una rivelazione che dinamita qualsiasi tentativo di Alonso di mantenere il controllo della situazione. La sua voce si abbassa di tono, quasi un sussurro, ma ogni parola è un tuono. “Mi sono messa in contatto con un detective privato, un paio di giorni fa.” Un detective privato. Mio Dio. La verità su Catalina sta per essere portata alla luce e nel modo più sorprendente e inaspettato. Cosa cerca Leocadia con questo? Trovare Catalina per aiutarla o per usarla nei suoi piani machiavellici? Quali informazioni avrà già scoperto questo detective e come reagirà Alonso a questa intromissione in un affare così delicato? “La Promesa”, che già lotta con la malattia e l’intrigo, si immerge ora nel suspense di un’indagine segreta. L’episodio 691 promette di svelare segreti che potrebbero cambiare tutto. La ricerca di Catalina è iniziata e le conseguenze saranno imprevedibili.
E se pensavamo che le emozioni a “La Promesa” non potessero essere più intense, quest’ultimo frammento dell’episodio 691 ci immerge nella più profonda e straziante delle tragedie personali. In un angolo solitario dove il dolore è l’unico compagno, troviamo Curro. La sua figura, solitamente così forte, ora è curva. Le sue spalle tremano e dai suoi occhi sgorgano lacrime incontrollabili, la testimonianza muta di un’immensa sofferenza. Lópe, il suo amico fedele, il suo fratello di cuore, si avvicina con un misto di tristezza e un disperato bisogno di consolarlo. L’ambiente è cupo, l’aria pesante per il peso della sofferenza di Curro. Lópe, con una voce dolce ma ferma, cerca di infondergli un po’ di speranza. Una spruzzata di ottimismo in mezzo alla desolazione. Le sue parole sono un balsamo, un tentativo di aggrapparsi a qualsiasi spiraglio di possibilità in una situazione che sembra perduta. “Finché quel matrimonio non si celebrerà, non possiamo dare tutto per perso. Mi senti?” Il matrimonio. Ecco la chiave dello straziamento di Curro. Di quale matrimonio parlano? È quello di Martina, quello di qualcuno più vicino a Curro, qualcuno che ama con tutto se stesso? Lópe si aggrappa all’idea che finché non sarà pronunciato il “sì, voglio”, ci sia ancora un’opportunità, un filo a cui aggrapparsi. Ma Curro, immerso nel suo dolore, è al di là delle parole di conforto. Il suo cuore è spezzato, il suo spirito schiacciato dalla cruda realtà. I suoi singhiozzi sono eloquenti e la sua voce rotta dalla disperazione non può evitare l’amara verità. “No, ma non provare a consolarmi con belle parole che nemmeno tu ti credi.” Che risposta demolitrice. Curro non solo rifiuta il conforto, ma espone l’impotenza stessa di Lope, la futilità delle parole di fronte a un dolore così reale e travolgente. Lo sguardo di Lope si riempie di pena, di frustrazione nel non poter alleviare la sofferenza del suo amico. Curro, con l’anima lacerata, pronuncia le parole che sigillano la sua disperazione, l’accettazione di una realtà immutabile. “Perché non posso fare nulla. Nessuno può fare nulla.” Nessuno può fare nulla. Ecco il grido muto di Curro, la resa a un destino crudele e inesorabile. Il giovane è intrappolato, senza via d’uscita, condannato a vedere l’amore della sua vita svanire davanti ai suoi occhi o una decisione altrui condannarlo all’infelicità. Il suo dolore è così profondo da paralizzarlo. Lópe lo guarda impotente, senza forze per combattere. Questo è il culmine emotivo dell’episodio. Un momento di pura disperazione che lascerà gli spettatori con il cuore stretto. Quale forza sarà in grado di spezzare questo manto di tristezza? O Curro è destinato a una vita di angoscia e rassegnazione? L’episodio 691 de “La Promesa” ci lascia sull’orlo dell’abisso, desiderosi di risposte e di un miracolo per il nostro amato Curro.
Amici de “La Promesa”, questo è stato un viaggio devastante, pieno di intrighi, malattie e cuori spezzati. L’episodio 691 non lesina sulle emozioni, promettendo colpi di scena inaspettati e tragedie che rimarranno impresse nella memoria. Abbiamo visto Candela e Simona indignate, Leocadia scatenare la sua furia contro un capitano da quattro soldi e Petra Arcos sull’orlo dell’abisso in attesa di un miracolo. Manuel ed Enora ci hanno offerto un respiro con i loro piani segreti, mentre Lorenzo ha rivelato la sua fredda preoccupazione per la reputazione della tenuta. Teresa e Lóe ci hanno immerso in un dilemma familiare e l’apparizione di un detective privato su istanza di Leocadia ha messo la ricerca di Catalina sotto i riflettori. Ma senza dubbio, l’immagine di Curro spezzato in lacrime, che sussurra “Non posso fare niente. Nessuno può fare niente”, e un matrimonio imminente è ciò che ci lascerà con l’anima in pena. E ora, cari amici, voglio sapere la vostra opinione. Credete che Petra Arcos sopravvivrà o “La Promesa” si vestirà a lutto? Chi è quel capitano da quattro soldi che tanto fa infuriare Leocadia e cosa farà lei per vendicarsi? Quali segreti nascondono i progetti di Manuel ed Enora? La sorella di Federico sarà una minaccia per Lope? Il detective di Leocadia troverà qualcosa su Catalina? E quali saranno le conseguenze per Alonso e la famiglia? E, soprattutto, c’è qualche speranza per Curro e il suo amore proibito o è condannato alla disperazione? Lasciate le vostre teorie e commenti qui sotto. Voglio sapere tutto ciò che provate e pensate su questo esplosivo anticipo. Non dimenticate di mettere “mi piace” a questo video e di iscrivervi al canale per non perdere un solo dettaglio de “La Promesa”. Attivate la campanella perché i prossimi episodi promettono di essere ancora più intensi. Condividete questo video con tutti i vostri amici amanti dei drammi d’epoca. Che tutto il mondo si prepari all’uragano che si sta avvicinando a “La Promesa”. Fino alla prossima analisi, amici. E ricordate, a “La Promesa” nulla è ciò che sembra. E c’è sempre, sempre un segreto che aspetta di essere rivelato. “La Promesa” per sempre. M.