La incansable lucha de una mujer por su libertad y la supervivencia de su familia llega a un punto de inflexión dramático.

Amici appassionati di cinema e drammi televisivi, preparatevi a un nuovo, sconvolgente capitolo di “Sueños de Libertad” che promette di tenere incollati allo schermo. Il destino dei nostri amati personaggi è appeso a un filo, e le mosse che Maria e Marta stanno per compiere potrebbero riscrivere le regole del gioco, portando a galla verità a lungo sepolte e affrontando minacce che sembravano inarrestabili.

Nel cuore pulsante di questa saga, Maria si sta preparando a un passo decisivo, un atto di coraggio che potrebbe deflagrare l’equilibrio precario su cui si regge la sua vita e quella dei suoi cari. Non si tratta di una semplice dimostrazione di recupero fisico, bensì di una dichiarazione di guerra silenziosa e potente. Il suo obiettivo è liberarsi dalla morsa opprimente della paura instillata dalla presenza costante e manipolatrice di Gabriel, l’ombra che continua a tessere la sua tela insidiosa nell’ombra, piegando ogni evento alla sua volontà nefasta.

Il sipario si alza nell’ufficio di Tasio, un luogo che solitamente riflette ordine e controllo, ma che in questo momento è permeato da un’aria di profonda inquietudine. Tasio è al telefono, cercando disperatamente di mantenere una facciata di calma di fronte a un cliente importante, mentre le notizie che riceve sono tutt’altro che rassicuranti. Appena riattacca, esausto, si lascia ricadere sulla poltrona. È in questo istante di vulnerabilità che Marta fa il suo ingresso. Il suo passo è deciso, un velo di stanchezza, tuttavia, vela i suoi occhi, testimoniando un peso emotivo insostenibile.


“E Andrés, come sta?” la voce di Tasio trema, carica di un’ansia palpabile.

Marta abbassa lo sguardo, la tristezza le incrina la voce. “È sempre uguale, Tasio. Nessun cambiamento.”

Tasio, profondamente commosso, si alza e le si avvicina, gli occhi lucidi. “Marta,” mormora, “è un vero peccato che sia dovuta succedere tutta questa sofferenza perché io capissi quanto significate per me.”


Anche Marta lotta per mantenere la compostezza, ma la sua voce si spezza. “Il sentimento è reciproco, fratello. Ma sai come siamo noi della Reina. Ci rialziamo dopo ogni colpo e cerchiamo un modo per andare avanti, per quanto dura sia la caduta. Raccontami, cosa mi sono persa?”

Tasio sospira e si siede di fronte a lei, il peso del mondo sulle spalle. “Puoi immaginare, il telefono non ha smesso di squillare tutto il giorno. E per coronare il tutto, il colpo più duro ci è arrivato dagli americani. Hanno cancellato il contratto.”

Marta aggrotta la fronte, sorpresa. “Hai parlato tu con loro?”


“Sì,” risponde Tasio, annuendo con tristezza. “Mi hanno chiamato stamattina. Questa volta parlavano uno spagnolo perfetto. Ho provato a convincerli, ma è stato impossibile. Hanno visto la notizia sul giornale e non vogliono aspettare che riprendiamo la produzione. Hanno detto che non si arrischeranno di nuovo. Mi dispiace davvero, Marta.”

Lei lo guarda con empatia. “Non hai colpa di nulla, Tasio. È la situazione che ci ha portato qui. Ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo parlare al più presto con padre e presentargli la nostra proposta per trovare un nuovo socio capitalista.”

Tasio appare preoccupato. “Marta, con Andrés… come siamo messi? Forse è meglio aspettare domani.”


“No, Tasio,” replica Marta con fermezza, “non sappiamo quanto tempo ci vorrà perché Andrés si riprenda. Potrebbero essere settimane, forse mesi, e l’azienda non può resistere così a lungo senza una mossa decisa.”

In quel momento, la conversazione viene interrotta dall’arrivo di Pelayo, che entra nell’ufficio con un’aria cortese. “¿Come va tutto qui?” chiede con gentilezza.

Marta cerca di dissimulare la sua angoscia, ma la sua voce la tradisce. “È una follia, Pelayo. Non so come ne usciremo.”


Pelayo si avvicina con cautela. “Sono qui per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Se posso aiutarti in qualche modo, dimmelo.”

Marta lo guarda, un lampo di disperazione negli occhi. “A meno che tu non conosca qualche investitore con un sacco di soldi che voglia puntare su una fabbrica in difficoltà, non so cosa potresti fare.”

Pelayo riflette per qualche istante. “Beh,” dice, “posso provare ad aiutarvi a trovare dei fondi, se è questo che vi serve. Ho alcuni contatti.”


Ma Marta scuote la testa. “No, Pelayo, non voglio metterti in difficoltà. Hai già abbastanza con i tuoi affari. Troveremo un modo per risolvere, come abbiamo sempre fatto.” Pelayo annuisce in silenzio, capendo che, nonostante il suo tentativo di mostrarsi forte, Marta è sull’orlo del collasso.

Nel frattempo, all’ospedale, Andrés è stato ricondotto nella sua stanza. Maria è seduta accanto al suo letto, osservandolo con un misto di tristezza e speranza. Gli prende la mano e, con voce tremante, gli sussurra: “Tesoro, ti prometto che tutto cambierà. Farò tutto ciò che mi chiederai, ma ti prego, devi guarire.” Le sue parole si affogano in un singhiozzo.

È in questo momento di profonda vulnerabilità che entra Luz. Maria alza lo sguardo. “Se non riesco a prendermi cura di me stessa,” dice, la voce carica di angoscia, “come potrò prendermi cura di mio marito?”


Luz si avvicina e le risponde con dolcezza. “Lo stai già facendo, Maria. Sei qui con lui, e questo è la cosa più importante ora.”

Ma Maria continua, visibilmente turbata. “Non riesco nemmeno ad andare e venire dall’ospedale da sola. Né in bagno riesco ad andare senza aiuto. Come potrò essergli utile quando si sveglierà?”

Luz cerca di tranquillizzarla. “Non sappiamo ancora se Andrés avrà bisogno di aiuto quando si sveglierà.”


Maria la guarda, sorpresa. “Quando si sveglierà? Intendi dire che pensi che possa ricordare tutto?”

Luz esita un istante prima di rispondere. “È probabile, anche se non possiamo assicurarlo. Ma non pensarci ora. Concentrati sull’stare bene tu.”

Maria, tra le lacrime, la ferma. “Luz, dato che siamo sole, c’è qualcosa che voglio raccontarti.”


Luz si avvicina con attenzione. Maria respira profondamente. “Prima che succedesse tutto,” inizia, “ho avuto una strana sensazione. Ho sentito qualcosa alle gambe, un formicolio.”

Luz aggrotta la fronte. “Forse è un dolore fantasma, qualcosa di comune nella tua situazione.”

Ma Maria scuote la testa con fermezza. “No, Luz. Non era un dolore fantasma, era reale. La dottoressa si siede di fronte a lei, pensierosa. “È strano. Ti ho esaminata io stessa poco tempo fa e non sentivi nulla.”


Maria annuisce. “Lo so, ma ho persino avuto la sensazione di poter muovere le dita del piede destro.”

Luz, con cautela, si china e inizia a palpare delicatamente la sua gamba. “Senti questo?” chiede, mentre preme con le dita.

“Non sento la tua mano,” risponde Maria con un filo di voce, “ma sento la pressione.”


Luz la osserva, sorpresa. “Facciamo così. Approfittiamo del fatto che sei qui per farti vedere da uno specialista in neurologia. Voglio che valutiamo questa sensazione. Potrebbe essere qualcosa di importante.”

Maria annuisce con un lieve movimento del capo. Luz si alza ed esce per cercare il medico, lasciando Maria sola di fronte ad Andrés. Maria si china, prende la giacca di Andrés, la porta al viso e la annusa con nostalgia, come se volesse catturare in quell’aroma un po’ dell’uomo che ama. Poi, mentre la piega, qualcosa spunta dalla tasca interna. Una lettera. Lei non l’ha ancora notata.

Cosa conterrà la misteriosa lettera nascosta nella giacca di Andrés? Riuscirà Marta a salvare la fabbrica prima che sia troppo tardi? Come reagirà Gabriel se scoprirà che Maria sta pianificando di rivelare di aver recuperato la mobilità? Accetterà Damián un nuovo socio capitalista?


Lasciateci nei commenti cosa credete che accadrà. Siamo entusiasti di leggervi. Grazie per averci accompagnato in questa anteprima esclusiva di “Sueños de Libertad”. Vi aspettiamo in un nuovo speciale approfondimento. Alla prossima!